Lo si legge tutto d’un fiato questo libricino, piccolo nel numero delle pagine (poche decine) e piccolo come Peter, il protagonista. A metà strada tra la biografia e il diario e farcito con la fantasia tipica della fanciullezza, Mc Ewan ci regala alcuni brevi racconti che sono fondamentalmente sogni, visioni: Peter , bambino considerato “strano” dai grandi perché parla poco e sogna molto, anche e soprattutto ad occhi aperti, nelle situazioni più disparate con la sua fervida fantasia abbandona la realtà per entrare in una dimensione surreale ma parallela, in cui l’inaspettato accade e la fa da padrone. Ci si avventura così con lui in epiche battaglie contro bambole tutt’altro che dolci; ci si ritrova nel corpo del proprio gatto; si scopre persino di aver dimenticato la propria sorella su un pullman diretto chissà dove…
Il linguaggio è semplice e rende estremamente scorrevole la lettura di questo insolito libro di un autore che ci ha abituato a trame ben più complesse e drammatiche, come ad esempio in “Espiazione” (2002), da cui l’omonimo film del 2007 di J. Wright (già regista del noto “Orgoglio e pregiudizio”)con Keira Knightley; o nell’ancor più vecchio “Lettera a Berlino” (1989), avvincente e drammatica spy story ambientata ai tempi della guerra fredda.
Da riconoscere a Mc Ewan, oltre all’originalità, la capacità di farci entrare immediatamente, fin dalle prime righe di ogni racconto, nell’atmosfera un po’ incantata che caratterizza la vita di Peter, quasi fossimo noi durante la lettura a sostituirci a lui e ci apprestassimo a vivere incredibili peripezie al posto suo…
Da leggere, col sorriso sulle labbra.
Federica Venanzi [inchiostroblu]
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Libro: - L’inventore dei sogni (1994)
-Autore: Ian Mc Ewan
-Recensione di: Federica Venanzi [inchiostroblu]
-Editing di: Manuela Verbasi
- Versione stampabile
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