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Luigi Fontanella – Disunita ombra

Luigi Fontanella – Disunita ombra
Archinto – Milano – 2013 – pag 197 - € 12.50
 
 
         Luigi Fontanella divide il suo tempo tra New York e Firenze. Ordinario di Lingua e letteratura italiana è direttore del programma d’Italiano presso la State University di N.Y.; è poeta, critico, narratore e drammaturgo.
         Disunita ombra, pur nella sua chiarezza e nitidezza espressiva, presenta una poetica che tende all’inconscio, allo scavo nell’interiorità di una memoria che si concretizza in evocazioni di situazioni quotidiane, che hanno per oggetto soprattutto i viaggi in aereo e treno del poeta, attraverso una tematica, quella della viandanza,  già presente nella raccolta Azul.
         Il titolo del libro mette in luce l’aspetto di una psiche del poeta che è da chiarire, da portare alla luce, da far emergere dal fondo, appunto quello di un’ombra disunita che tende a trovare la sua coesione e la sua armonia, attraverso la scrittura poetica.
         Il testo è scandito in sei sezioni e presenta una struttura architettonica efficace e compatta; la prima scansione è intitolata Luoghi e persone; seguono Racconti Disunita ombra, Variazioni sul vento,  Animali e Bertrang.  
         Come scrive Sebastiano Aglieco nella       prefazione “la poesia di Fontanella è attraversata da una misteriosa malinconia della perdita che spesso si realizza nella dimensione di un temporaneo distacco, uno sdoppiamento ad occhi aperti”.
         I testi, a volte di prosa poetica, sono spesso affabulanti e presentano una forte densità metaforica, sinestesica e simbolica, nella notevole icasticità del dettato.
         Spesso le poesie sono senza titolo e alla fine di esse sono scritti il luogo, la data e anche l’ora della loro stesura; la loro forma è leggerissima e rarefatta, connotata da eleganza di stile.
         I versi procedono attraverso un ritmo cadenzato e sincopato e sono irregolari tra loro per lunghezza e questo elemento ne accresce la musicalità e ogni strofa è risolta senza punteggiatura, nella maggioranza dei casi.
         Frequente è l’aggettivazione ed è presente una vena mistica, soprattutto quando vengono detti gli angeli. Tutti i componimenti sono alti e sorvegliatissimi.
         L’io-poetante è molto autocentrato, pur nel  suo rivolgersi spesso ad interlocutrici delle quali ogni riferimento resta in gran parte taciuto e si avverte spesso il senso di una temporalità che passa inesorabilmente.
         Le poesie presentano un tessuto denso e rarefatto e sono spesso verticali;  in esse, il poeta riesce a creare atmosfere di vaga bellezza.
         Lo stesso pensiero si connota come entità volante, come nella poesia scritta alla Stazione di Padova, nella quale il poeta è in attesa del treno.
         Bisogna mettere in rilievo che la poesia del nostro è fortemente caratterizzata da accensioni ed epifanie sempre ben calibrate.
         In Le nostre numerazioni, scritta a Roma,  poesia tratta dalle prima scansione, è detta la trepidazione del poeta per un amico malato: in questo componimento i libri sono detti come farmaci, quasi come se l’effetto della scrittura, poetica in particolare, potesse garantire la guarigione. 
         Si riscontra nel testo anche un forte senso del sacro, come in L’Angelo della neve; in questa poesia predomina la tinta bianca ed è detta una natura rarefatta; qui viene nominata una ragazza tutta vestita di bianco, ferma davanti al Nelson; si assiste qui ad una fusione della fanciulla con la neve, con la quale diviene una sola cosa nel suo cappottino bianco; la ragazza ha un candido sorriso: i versi hanno un tono sognante e scattante e spesso le composizioni sono risolte in un unico respiro.
         Molto efficaci le poesie ambientate in America,   Praga e Vienna, come Volksgarten, nella quale è espressa la ricerca dell’anima sognante di Emma e dell’antica essenza di Vienna.
         Nel libro sono presenti brani di prosa poetica e un continuo interrogarsi sul senso dei luoghi.
         Si incontra il sintagma disunita ombra, nel bel brano (per Anna Maria Ortese), scritto in prosa.
         Nel  libro ritroviamo paesaggi interiori, che si rispecchiano in paesaggi dell’anima ed è notevole l’eleganza formale e le descrizioni naturalistiche sono rarefatte.
         Nel testo è presente il poema narrativo Bertgang, che l’autore, data la sua particolare tematica, ha ritenuto opportuno inserire in questa raccolta,  apportandovi alcune lievi modifiche; come scrive lo stesso Fontanella in una nota, continua a ritenere questo testo un “esperimento”, anche linguistico: riprodurre in poesia, con un proprio ritmo, l’aura magica e remota del racconto Gradiva Fantasia Pompeiana di Wilhelm Jensen del 1903, che tanto piacque a Jung e a Freud; nel denominarlo poema non c’è da parte dell’autore nessuna pretenziosità, ma soltanto, appunto, la sua volontà di indicare la sua specifica natura metatestuale e, al contempo, il suo carattere di narrazione lirica..
         Testo composito, Disunita ombra, che si può considerare un esercizio di conoscenza tout-court, nella sua esplorazione dei meandri della psicologia umana, attraverso una scrittura dalle tante tematiche e variazioni, anche sullo stesso tema.
 
 
Raffaele Piazza    

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