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Ilias Gris – Amore a Olimpia - recensione di Raffaele Piazza

Ilias Gris – Amore a Olimpia
Fermenti Editrice – Roma – 2014 – pagg. 129  -  € 14,00
 
         Ilias Gris è nato a Biskini di Krestena-Olimpia, nel Peloponneso nordoccidentale nel 1952.
         Ha preso parte alla rivolta del Politecnico ad Atene nel 1973, alla caduta della dittatura dei colonnelli.
E’ uno degli esponenti più noti della generazione del ’70, quella della contestazione.
         Numerose le sue opere di poesia e prosa; per la saggistica ha pubblicato De poesia (2009).
         Amore a Olimpia presenta l’introduzione e la traduzione a fronte a cura di Crescenzo Sangiglio.
         Pochi autori, come Gris, si richiamano, con tanta intensità, ai luoghi delle proprie radici, sia a livello intimistico, privato ed estetico, che storico – politico.
         Il testo non è scandito e, anche per questo, si potrebbe affermare che possiede una vaga natura poematica e i componimenti, spesso, sono costituiti da più strofe e hanno un’estensione notevole.
         La poetica, che l’autore esprime in questo libro, ha, per cifra distintiva, un tono narrativo e affabulante, un andamento mosso e sinuoso dei versi, che si susseguono incalzanti, scaturendo gli uni dagli altri, connotati da chiarezza e icasticità, nella loro tendenza all’essenzialità.
         Le tematiche affrontate sono quelle della guerra, dell’amore e dell’erotismo, della poesia stessa e dei poeti, nonché quella delle origini, dell’infanzia, linee che si intrecciano le une con le altre.
         Sembra che le atmosfere descritte da Gris siano sempre permeate da un forte senso di provvisorietà, di precarietà e la parola sangue ricorre frequentemente, provocando un senso di inquietudine.
         Un anelito verso la sopravvivenza, la vita a livello di struttura, traspira dall’incedere dei sintagmi: per esempio in Il ritorno del figlio prodigo, poesia nella quale, come in molte altre, è fortemente avvertito il senso della corporeità dell’io-poetante, in immagini come “nel corpo il sangue abitai” o “naufrago e ossa nel sogno/  mi issano. Come solitario germogliare”.
         Nella suddetta il protagonista figlio prodigo, al posto di rinvenire, al suo ritorno, la casa del padre ad accoglierlo calorosamente, si ritrova ancora di più in una solitudine assoluta, che potrebbe essere simile a quella di un esilio.
         Qui la costruzione del testo è ellittica nel senso di una corrispondenza tra l’incipit della poesia e la sua chiusa, con la ripetizione dei versi:-“Tutti mi raffigurano e mi discostano/ da ciò cui credetti…/”, espressione indefinita che implica lo smarrimento nella ricerca della propria identità.      
         Il titolo della raccolta Amore a Olimpia, potrebbe suggerirci la  chiave interpretativa del libro, nell’attenzione prevalente data alla materia amorosa che riscontriamo in molte composizioni, come dominante e motivo conduttore.
         Una visionarietà che si coniuga ad un certo onirismo purgatoriale trasuda da molte poesie, un senso di magia, a volte suadente, altre intrisa da un crudo realismo, che emerge quando i protagonisti sono i fatti della guerra.
         In La nostalgia del letto riscontriamo un esempio di poesia erotica originale perché in essa il letto diviene personificato, con raffigurazioni suggestive perché, pur essendo un oggetto, “còmpita il sapore dello sperma” e “ha nostalgia dei corpi della notte”.
         Letto come luogo dell’estasi e dell’incanto dei sensi quando diviene interanimato con le fibre degli amanti.
         Ad un giovane poeta che si dà arie di essere Pound è una poesia che ha per soggetto la poesia che riflette su se stessa in un affascinante gioco di specchi frontali.

Ilias Gris – Amore a Olimpia - recensione di Raffaele Piazza

         Il essa l’interlocutore è un giovane poeta che si crede bravissimo, ai livelli del grande Pound.
         Oltre all’ironia qui è implicito il discorso della meritocrazia in letteratura, che costituirebbe un capitolo a parte.
         Il fattore x che colpisce nella scrittura di Ilias Gris è la capacità di ogni singola poesia di decollare sulla pagina con aperture fulminanti, di librarsi con accensioni e spegnimenti, attraverso un denso tessuto metaforico e sinestesico.
         Linguaggio non neolirico tout-court, ma certamente connotato da un afflato di liricità almeno in alcuni movimenti.
 
                                                                                     Raffaele Piazza                      
          
          

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