3] Le inquietudini dell’esistenza
di Elena Gianolio Jung Recensione Un libro scoperto per caso in biblioteca, nello scaffale del libero scambio. Un libro che non reca né la casa editrice (perché stampato in proprio a Chivasso nel luglio 2006) né il prezzo, né altri dati (a parte una brevissima nota biografica sull’autrice) ma che riporta sul retro la dicitura: “un libro per chi ama pensare”. È in effetti uno di quei testi che si collocano a metà strada tra la narrativa e il saggio filosofico. Un libro fatto di racconti, frammenti, divagazioni in cui l’equilibrio tra la narrazione e la riflessione è perfetto. Certo, non un libro di quelli che si leggono in sala d’attesa tanto per far passare il tempo, o sull’autobus; questo tipo di opera richiede silenzio e concentrazione. Ogni pagina è densa di spunti di riflessione e va assaporata lentamente, magari anche poche pagine al giorno. Una lettura frettolosa rischia di annoiare, sovraffollando la mente. È la parte forse più inquietante dell’opera; non vengono risparmiate le varie atrocità insensate contenute nel testo biblico, soprattutto nell’Antico Testamento. Più volte viene voglia di chiudere il libro e dimenticarlo, ma non si può. Sono pagine che catturano.
La seconda parte non prende più spunto dalla Bibbia ma insiste su tematiche spirituali, esistenziali, di ricerca di un senso all’esistenza. L’identità, una vista “troppo” acuta, il labirinto, gli eremiti che vagano nel deserto e si riducono a mangiare pietre, l’alchimista che cerca di scoprire il segreto della vita, la ricerca della perfezione in un habitat ristretto… questo e molto altro si dipana nelle pagine dell’autrice, la quale parla curiosamente sempre attraverso un io narrante maschile. Un libro pieno di simboli e metafore complesse e semplici, spesso imprevedibili. Massimo Acciai
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-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore: Elena Gianolio Jung
-Recensione a cura di Massimo Acciai
-Editing: Manuela Verbasi, Emy Coratti
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