Manuela Verbasi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Manuela Verbasi

 

 

Negli occhi, nel cuore, nel tuo pane
bianca di burro, nera la notte di caffè
indugio di sensi, lenzuola e sete e fame
disperare di letti o stelle ed alibi ed albe
sanguinanti d'inganno, ritratti d'incerto.

 

 

 

Biografia
 
Manuela Verbasi

nasce a Francoforte il 22 ottobre 1963 da genitori italiani. Fin da piccola si diletta a scrivere poesie, vincendo l’unico Concorso Nazionale a cui partecipa all’età di 10 anni e i suoi testi vengono recitati da Ubaldo Lay al teatro Toniolo di Mestre Venezia.
Al corso di studi regolari effettuati in Venezia, fa seguire lo studio del pianoforte per qualche anno, partecipa per passione a corsi universitari di giornalismo, pubblicità, letteratura italiana del ‘900, inglese, informatica.
Recita per anni, in maniera egregia, con la compagnia teatrale amatoriale “Formigheta” del C.T.G. diretta da Guerrino Antonello, in commedie dialettali di Carlo Goldoni, di Giacinto Gallina ed altre in lingua italiana.
Nell'album fotografico, particolare emozione rivive nell’interpretazione della zia Clotilde in: “Non ti conosco più” di Aldo De Benedetti e di Maria Maddalena nella “Passione di Cristo”.
Sposa Morìs nel 1985, insieme creano la migliore poesia mai scritta: la loro figlia Elena oggi diciannovenne. Con grande pazienza di Morìs, il matrimonio procede discretamente, senza nessuno che cucina da ben 22 anni.
Lavora -pur di non cucinare- da 19 anni nelle ricerche sociologiche e studi di mercato, collabora attualmente con alcuni importanti Istituti nazionali ed internazionali di ricerca ed è Supervisore per il Nord-Est di alcuni tra i più importanti in Italia.

 
Commissionate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha svolto indagini rilevanti sui corsi di fomazione organizzati dalle aziende, sulle professioni e per Banca d'Italia, sulla gestione del denaro delle famiglie, sulle spese e la gestione delle stesse, del gradimento da parte dei consumatori e dell'impatto pubblicitario sugli stessi. Per l'Ufficio Italiano Cambi, presso l'Aeroporto di Venezia, ha condotto uno studio sui movimenti di denaro transitati in Italia intervistando i passeggeri stranieri in partenza dall'Italia e ancora oggi è impegnata, per indagini riservate: vere e proprie  ispezioni presso le Aziende relativamente agli standard dei servizi qualità delle stesse e del personale nei riguardi della clientela.
Dal 2005 è responsabile per conto di Ipsos, del coordinamento in sede Rai del personale e delle operazioni di voto della giuria popolare demoskopica di Venezia per il Festival di Sanremo insieme al dott. Ubaldo Montanari funzionario Rai.
Per Ipsos, commissionata da Mediaset, nelle ultime elezioni politiche, responsabile del coordinamento delle proiezioni elettorali di 22 seggi campionati nella provincia di Venezia.
Il 10 maggio 2006 punta tutto su Rosso Venexiano. Stanca di leggere le poesie di Neruda -che adora- copia incollate da auto-proclamati poeti e poetesse in ogni blog di poesia, decide di creare uno spazio per gli autori non ancora famosi -o famosi un po’ meno di Neruda e comunque non copia incollanti.

 

 

Scrivono di lei:
Come una rosa, rossa e blu, trasparente, dove il corpo bagnato d'amore, si rimescola in mille profumi. Ed il senso del sesso si riempie d'amore.
Momenti e parole che arricchiscono la mente del lettore di una mancata ipocrisia e danno all'istinto una ragione.
Le dita, le labbra, le carezze, il respiro affannoso, si animano nei baci e nel desiderio d'amplesso.
 
Non occorrono molto per descrivere la poesia, che fiorisce dalle semplici parole di Venexiana, ma è sufficiente leggere le sue calde immagini, senza porsi nessun freno pregiudiziale.
E si potranno finalmente vivere insieme a lei quei nostri momenti, talvolta persi a causa della ragione.
Una dolcezza fisica infinita e sempre colorata di rosso e di blu, legata all'amore profumato.
Il sesso può essere poesia...
Andrea Leonardi
club de poétes Torino

 

 

 Recensione
Ogni volta che si legge la poesia di Manuela si prova grande emozione, un'emozione ricca di atmosfere e ricolma di desiderio. Nel suo verseggiare, accurato, preciso, a volte cadenzato, si ritrovano i caratteri di un'esperienza che ha radici che spesso affondano nel suo vivere...Quando le parole prendono vita significa che la poesia ha raggiunto il cuore, vuol dire che leggere non basta più, è necessario fermarsi ed attendere che un sospiro si espleti fino a diventare immagine che ti avvolge cullandoti in un sentimento passionale, la cui forza si evince dal lessico sempre originale e ben strutturato. Il soggetto della sua poetica è l'amore, non sdolcinato, banale, mieloso e tradizionale...ma forte, tragressivo, insinuante, che come un guanto si lascia sfilare come un gioco sensuale "(...) nel centro esatto del cristallo rosso in pieno petto. Tu al centro di me, goccia di sangue e vena pulsante, musica nella mia gola... sorgente a cui m'abbevero obliando il presente. Tu, voce nelle mie orecchie e morbidezza di baci fra morsi; arancio ch'esplode nella bocca riempiendola di sapore...nei tempi assorti, dove i silenzi sono caramelle da succhiare, ti spoglio guardandoti ad occhi chiusi, attraversando sogni nati per caso, intrappolata da intrecci di baci francesi e mani sapienti che mi scartano piano.". In questi versi si ritrova quell'amore non banale di cui si  accennato nelle righe precedenti, parole che danno il metro con cui ci si deve accostare alla sua poesia...Un'ottica da cui bisogna partire per comprendere appieno il significato reale della poetica di questa autrice, il cui sorgere artistico si dipana in un vortice di reale sensualità e concretezza nell'immagine...La sua ricerca lessicale è componente caratteristica del suo verseggiare e accanto a ciò si ritrovano altresì quelle immagini che ti fanno pensare, come ad esempio questa "(...) radice strappata a morsi dal cuore.", ove si esplica con forza dirompente un desiderio concreto, quasi carnale, ove la metafora rende appieno un'esigenza di passione...I versi di Manuela possiedono equilibrio, le parole hanno in sè una sottile linea guida in cui prevale, quasi sempre, quel pathos che dona al verso verità d'amore...

Francesco Anelli
 
 
Non è cosa facile, entrare nelle emozioni e nei sentimenti di un Autore, di un Poeta, ma la differenza tra chi metta in fila delle parole e chi, invece, a quelle parole dia un senso, un significato, un evolutivo snodarsi emozionale  lo si percepisce subito, fin dalle prime battute.
Ho letto altre recensioni indirizzate a Venexiana (Manuela) e concordo perfettamente con quanto le viene attribuito. Il viaggio affascinante che si intraprende leggendo i suoi testi, è un incedere attraverso l' eleganza della forma con cui vengono espressi, non esiste retorica perchè Manuela non è mai retorica: c'è passionalità nei suoi versi, c'è coinvolgimento, c'è amore. Non esiste volgarità nel suo esprimersi: l' Amore, nei suoi testi è Poesia! I ritmi a volte dolci, altre volte incalzanti, volteggiano con musicalità e armonia, si permeano e coinvolgono gli stadi emozionali che suscitano in chi legga i suoi componimenti. Un amore che assume le tonalità via via marcate, e così, un tenue colore rosa andrà a mitigare, ad addolcire i lividi viola che un dolore abbia impressi sul cuore e si veste di dolcezza e passione. Manuela è una Donna forte, decisa, una donna che si vive addosso ascoltando le proprie pulsioni, la propria interiorità che la conducono ad attente riflessioni e considerazioni laddove avvertisse una incombente fragilità che scaturisce dalla grande carica di umanità che la contraddistinguono. Ho imparato a conoscerla, ad apprezzarla al di là delle sue composizioni e posso affermare senza tema di smentite che Manuela è la classica, grande Amica che vorremmo tutti aver incontrato: la preziosità della stima, della considerazione e dell' amore che dona agli altri, sempre in modo discreto ma incisivo e costante, ci rimandano nitidamente il valore che una persona possiede, senza forzature o manipolazioni.
Tante parole, sono state spese per te, cara Manuela, ed io non farei altro che ripetermi e con minore capacità, non mi resta quindi che dirti a chiare lettere ciò che gli altri pensano ma che non ti hanno scritto: Ti voglio bene!
Ti auguro sempre e maggiori soddisfazioni dal tuo impegno letterario, affinchè tu possa abbondantemente raccogliere i frutti dei buoni sentimenti che ad altri hai donato.
Giulia Luigia Tatti
 

 

 

"Aliti di vita"
Troviamo ancora tempo per l'amore, ai nostri giorni? Forse sì. Forse "fra due respiri" (come recita il titolo di una delle composizioni di questa raccolta).
Sarebbe facile limitarsi a parlare della sensualità che scaturisce dai versi di Venexiana. Anzitutto, l’amore - com’è qui inscenato o comunque riprodotto - non scade mai nella banalità, ma si snoda sulle frequenze su cui già cavalcarono gli immortali cantori del classicismo. Inoltre, causa e risultato di questi abbracci o, se si vuole, "avvinghiamenti", non sono calma e beatitudine, bensì attriti e scintille, "lampi e tuoni!".
L'impeto del cuore, razo di questo libro, trova spesso il suo compimento in alcove nemmeno troppo celate. E ci ritroviamo così tutti quanti voyeurs di scene di grande raffinatezza; una raffinatezza dalla matrice a tratti crudele. Ora i corpi si cercano tra musica ovattata, divani, tappeti preziosi, ori, velluti... una pagina dopo, essi sono soltanto l'ombra di se stessi - una macchia sull'iride di chi ha appena guardato un bel film -, e si sono lasciati dietro intonaci che "si sfaldano poi cadono" e "letti spettinati".
Che ci sia la luna piena sopra Venezia o ci ritroviamo a viaggiare oltreoceano, la macchina fotografica dell'anima è sempre presente. Con impareggiabile maestria, Venexiana lancia i suoi canti (vedi le smaliziate allitterazioni, quasi degli scoppiettii di sillabe che si rincorrono volendosi bene, come in "Amor foresto"), disegna vignette romanzesche (è il caso delle 'lettere d'amore', o 'letters of love': scritti brevi ma dalle caratteristiche di poesie in prosa ancor più che di epistole) e, con voce voluttuosa, riesce a far materializzare davanti ai nostri occhi lingerie da sogno e, poco più oltre, la silhouette di una donna che, avvolta dalle brume di un’alba senza tempo, percorre veloce e furtiva uno dei ponti della Serenissima.
Ovviamente, non si può che provare curiosità per i risvolti biografici della poetessa. Qualcosa della "vera" realtà sembra trasparire qua e là, soprattutto nelle già citate 'lettere' e nelle varie prose, che parlano di viaggi e di incontri en passant; ma si ignora quanto o quanto poco di personale sia in esse contenuto. E forse ciò è un bene: in tal modo, il fascino rimane inalterato. Già: seppure noi siamo individui ben radicati nell'oggi, e dunque avvezzi a razionalizzare e, soprattutto, quantificare, non sapremo mai in quale percentuale ha inciso la fantasia su queste narrazioni.
A volte, scorrendo i titoli, la sensazione è che l'Autrice abbia voluto riferirsi a un attributo anonimo, ma, addentrandocisi nelle singole composizioni, qualsivoglia dubbio viene dissipato: Venexiana sa l'amore, sa dell'amore.
L'armamentario simbologico è un'abile estrapolazione di immagini da favola che, rimodellate sul pentagramma della modernità, acquistano, nelle loro variazioni, un carattere originale che è di per sé un vero e proprio marchio di fabbrica. Venexiana ci rammenta che ci si può persino amare - perché no? - sotto un temporale ("Amanti avvolt’in musical frastuono"), ma raramente concede un'opportunità alla speranza del domani: la gioia è solo una sequenza di istanti fugaci.
 
 
 Ecco ad esempio che ci imbattiamo in due amanti umiliati che si leccano le ferite "ancora una volta / per non abbracciarci // Per non cedere / alle lusinghe / di un bacio in gola". O in due fantasmi che si amano al suono di un'ugualmente fantomatica musica all’interno della cornice di un Teatro della Fenice deserto, disertato. In quest‘ultimo caso può darsi che si tratti degli spiriti medesimi che, in "Occhi verdi", partecipano a un "muto banchetto".
Spesso l'amore riflette se stesso, come in "Eva". E sempre e ancora abbiamo meravigliosi scorci di una natura che rispecchia gli stati d'animo (in "Forse Autunno", la poetessa confessa di essere "stanca di verde": fotogramma assai suggestivo, come quello della "rugosa foglia" che "Ora, velluto giallo, è / Sposa di radici e sogni").
Il dolore dell'assenza non è mai chiamato per nome, ma viene rappresentato con l'uso sapiente di una tecnica che io oso definire "cinematografica". Non è una mera coincidenza che alcune "scene" mi abbiano riportato alla memoria i momenti più fumosi, più onirici, di Eyes Wide Shut, opera ultima - e ultimativa - di Stanley Kubrick.
 
Sogno... non smetterò mai (...)
("Letter of love")
 
Sono fantasie? Si tratta di desideri incompiuti o che urlano di essere ri-realizzati?
Se è vero che "Vida es sueño", come intonava il buon Calderon de la Barca, ciò vale ancor di più per questo sentimento che più di ogni altro entusiasma e - sì! - avvampa i nostri sensi. Certo, non è facile: non c’è tempo, innumerevoli e gravose sono le catene che vorrebbero trattenerci. Ma, in ogni caso, amare occorre. L’amore è la più convincente affermazione di vita. Amore anche "Nonostante noi" (titolo di un'altra di queste belle poesie).

Un discorso a parte merita la sezione Cose così. Qui le metafore si fanno addirittura sublimi. Il sentimento, l'attrazione magnetica (ma irrimediabilmente senza futuro) si rivestono di quei significati universali cari a tutti gli amanti; e, anche quando il tono diventa più sbarazzino, esso tradisce una sorridente esperienza ("Venere sorgente / Spia di complimento / Si fa shakerare / Per suo godimento" [in: "Cose Così (vodka limone)"]).
 
Oggi possiamo tranquillamente affermare di avere tutti molte cose in comune, pur conservando un 'io' ben distinto. Ci arrabbattiamo, spesso con il fucile in mano, tra i mille ostracismi del labirintico Tutti-i-Giorni, e getteremmo alle ortiche un bel po‘ del nostro bagaglio personale pur di riuscire ad andare avanti, per conquistare un pezzettino in più del territorio di guerra. Ma c'è qualcosa a cui non sapremmo mai dire di no: le nostre passioni, "aliti di vita / a cui non rinunciare".

Peter Patti

 

 

 

Cose Così [fiato corto]

Trapasso i sensi ed inseguo il tempo
immeritevole io d'un mondo d'ossa
che si diramano stanche e attorcigliano
nuvole nere  nei giorni di burrasca.

Alle spalle nel deserto dei timori
lo sguardo s'addormenta all’alba
di grida acute in fondo agli occhi
sul profilo immobile del mio fiato corto

 

 

 

Cose Così [nostalgie orgogliose]
Sul tetto stelle delle mie prigioni
qua e là frammenti di luce bassa
macchie d'ali a mordermi le labbra
incollate a nostalgie orgogliose
rimbalza tra le costole la mia amarezza
ha piedi freddi la mia terra di smorfie
e sguardo scomodo di passi
Cose Così [a soffio di baci]

Duellare con il vento a soffio di baci dentro succhi più in fondo...
pressano i pensieri della voglia di te
e piegano e anch'io mi piego
sto per gridare contro il tuo ansimare all'improvviso...

 
Cose Così [blu cina] 
Rosa antico valica specchi precari
indossa sorrisi a commentare il tempo
lasciandolo luccicare di parole blu cina

[portami via dal baratro dei tuoi desideri]

Eccitante il senso che sono i pensieri
in quel tempo d'amianto a togliere fiato
piegati all'odore pungente del mondo

[cerco ancor invano di tenere il respiro]

 

 

 

 

Cose Così [ad occhi chiusi]
E’ un tempo interminabile questo che serpeggia sinuoso avanti a noi, un baratro in cui sprofonda la voglia nell’attesa e si fa eco e torna e ritorna a metà d’ogni respiro, nel centro esatto del cristallo rosso in pieno petto. Tu al centro di me, goccia di sangue e vena pulsante, musica nella mia gola… sorgente a cui m’abbevero obliando il presente.
Tu, voce nelle mie orecchie e morbidezza di baci fra i morsi; arancio ch’esplode nella bocca riempiendola di sapore… nei tempi assorti, dove i silenzi sono caramelle da succhiare, ti spoglio guardandoti ad occhi chiusi, attraversando sogni nati per caso, intrappolata da intrecci di baci francesi e mani sapienti che mi scartano piano.
 

 

 

Cose Così [terra nuda]
Schiudo pensieri per te inebriata di sensi
srotolo visioni di sana lussuria
arpa tra le tue mani
confusa d'alito caldo
cielo di spalle sulla terra nuda
manto fertile che si veste d'amore.
Cose Così [ora vivo]
Splendi nei colori d'ogni tuo sorriso
e nell'anima mia presa dal sogno dolce
d'un amore da cui attingo vita
imperfetta e fugace
femmina ora vivo piena
e non conosco alternativa a te
 
Cose Così [brividi]
Ferma fra due respiri
in silente adorazione di te
tese le mie corde a serrarti.

Dentro me i tuoi brividi
aliti di vita
a cui non rinunciare.

Cose Così [lettere d’amore]

Conserverò tue lettere d’amore
Le terrò strette con un nastro di velluto
Nascoste  che nessun possa sfiorarle
E poserò le labbra a trattenerle

Respirerò  il profumo su di loro
Impresso fra i tuoi polsi e la camicia
Sospesa fra l’amore e le parole
Cercando fra i pensieri un tuo ricordo

 

 

 

 

L'amor foresto
Calle celata ai distratti
Ricolma d’afrore pungente
Scorcio notturno, riposto
Gerani vivaci e piovasco

Frenesia d’amore foresto
Brama scarlatto sipario
Petali dischiusi, lamento
Respiro corto d'alito lento

Luna si fa altalena
Schiava d’amore in piedi
Arpeggio delizioso, dita
Flebile  lanterna antica

 

 

 

Forse Autunno 2
Capriole di carta,
Lasciva danza di scirocco,
Fibbia di fango a passeggio,
Involontaria recita
Su rovi di parole.

Stanca di verde, muta
Rugosa foglia esangue
Si lascia cadere piano.
Ora, velluto giallo, è
Sposa di radici e sogni.

Diluvio d'incessante cielo,
Scuri nembi di raso nero
Sommessamente,  sono
Greve pianto autunnale,
E livide perle d’opale.

Scorrono via gocce,
Lentiggini di pioggia fina,
Malinconie irradiate,
Di ombrelli e di risate
Sentieri scarni di poesie bagnate

 
Cose Così [gusto limone]
Dalla notte all’alba
Balla sul balcone
In mano un cocktail
Di vodka al  limone

Venere sorgente
Spia di complimento
Si fa shakerare
Per suo godimento

Ora sole brilla
Tra cosce imbrattate
Notte s’è accanita
Su di lei e sull’estate

Eva

Notti sfumate di rumori.
Complici stanze vuote,
Chiusero gli occhi
Per rispettare, chi,
Fra un sospiro
E un fremito
Si amò
Così.

 

 

 

 

Voyeur
Sottane svolazzanti
Colonne tornite da scalare
Paris, la Senna, gli Artisti
I nudi sulle tele
Sensualità raffinata
O solo voglia di scopare

Libri stropicciati
Su bancarelle confuse
Lasciate le librerie
Degli studenti svogliati
Dei professori francesi
Dagli sguardi invadenti
Dalle mani rugose
Odorose di vino
E di sesso divino

Fumo  di sigarette
E triangoli di tessuto sottile
Pelo nero,
Odor di fica e di tiglio
Seni pesanti
Che le dita fan tremare

Cosce pallide sbocciano
Da  nere calze a rete
Sul ferro di una bicicletta arrugginita
Sognanti  Voyeur
Con la patta sbottonata
Si fan trasportare…

Sorridere di letti
Inumidendo  labbra
Succhiando dita
Da far succhiare

Chiudete gli occhi...
Assecondando muti
Il baciarsi dei fianchi della notte...

Rumori di reti distrutte
In stanze spoglie
Con tende rubino
E  letti spettinati.

Angeli imperfetti
ad espiar la colpa
d'essere liberi.

 

 

 

Cose Così [radice strappata]
Scompare nel fruscio, il sospiro
seguendo la direzione del vento
dimentico dei respiri fumosi
d'una storia d'aria fresca
intensa ed improvvisa.
Finestra mai più aperta,
curva scintillante in sospensione tragica
fievole punto lontano immobile
nascosto d'orizzonte trasversale,
radice strappata a morsi dal cuore
 
E dentro le mie spalle mi ritrovo
Silenzio di parole da trovare
Tramestio di passi sotto pelle
Intonaci si sfaldano poi cadono

Non posso io cambiare la mia vita
Sul cuore rosso i palpiti attenuati
E dentro le mie spalle mi ritrovo

 

 

 

Voyeur
Sottane svolazzanti
Colonne tornite da scalare
Paris, la Senna, gli Artisti
I nudi sulle tele
Sensualità raffinata
O solo voglia di scopare

Libri stropicciati
Su bancarelle confuse
Lasciate le librerie
Degli studenti svogliati
Dei professori francesi
Dagli sguardi invadenti
Dalle mani rugose
Odorose di vino
E di sesso divino

Fumo  di sigarette
E triangoli di tessuto sottile
Pelo nero,
Odor di fica e di tiglio
Seni pesanti
Che le dita fan tremare

Cosce pallide sbocciano
Da  nere calze a rete
Sul ferro di una bicicletta arrugginita
Sognanti  Voyeur
Con la patta sbottonata
Si fan trasportare…

Sorridere di letti
Inumidendo  labbra
Succhiando dita
Da far succhiare

Chiudete gli occhi...
Assecondando muti
Il baciarsi dei fianchi della notte...

Rumori di reti distrutte
In stanze spoglie
Con tende rubino
E  letti spettinati.

Angeli imperfetti
ad espiar la colpa
d'essere liberi.

 

 

 

Sussulto... lampo e tuono!
Un vecchio casolare ros' antico
si staglia dall'immagine campestre
estate gialla  tutto s'è incupito
lavanda il cielo tinto e pur violetto

Di corsa a ripararsi dal maltempo
la pioggia infradiciati li ha parecchio
fra il fieno si può star qualche momento
e togliersi quei panni  appiccicati

Si sente un vento forte poi  fragore
tempesta è fiato corto  poi l'amore
amanti avvolt'in musical  frastuono
nel dondolio ondeggiante
sussulto... lampo e tuono!

 
Occhi verdi
Giravolte di lingue in delirio
Disegnano arabeschi su pelle.
Scandaloso arpeggio di voci,
Petali sfogliati e disinganno.
Declivio di rosee dolcezze,
Muto banchetto d’ombre.
Profili  di letti spogliati,
Stanze, occhi verdi e laghi.
Denudati battiti silenziosi,
Foglie, fiori, profumati specchi
Riflessi d’Amore, null’altro.

 

 

 

 

Letters of love
Caro Amore,
stasera sento forte la tua stanchezza, il desiderio di abbracci si fa più forte...  manchi.
E' perchè manchi che ho deciso di scriverti: non basta  un  messaggio, non basta  una mail  di  dieci parole... non basta...
passo il tempo a fissare punti vuoti cercando te,  il  tuo sapore, nel ricordo della tua lingua invadente nella mia bocca a sbattere sui denti.
Un fremito, Amore mio solo a  pensarci, il cuore  si fa pesante e gronda di dolorosa assenza, grida la sanguinante mancanza del tuo avvolgermi di tenerezze e di  passione.
Grande Amore,  che cresce e si espande, ritrovo te,  in ogni spazio di me...
Amore che lascia sospesa l'anima a strusciarsi di desiderio. Amore come fuoco ormai acceso inarrestabile.
Amore come te, come noi...che ritrovo in ogni canzone.
Amore... cuore di vetro soffiato color rubino,  melodia a due voci e sospiri eccitati dentro la bocca di lingue succhiate...
Amore, di odori e sapori sulle tue dita, sguardi perduti che vorrebbero parlare di letti e lenzuola umide.
Echi di te, tatuati nella mente... nel cuore che ti regalo, adesso, eternamente  e nel pensiero costante... con cui continuo ad abbracciarti.

 

 

Nonostante Noi
Ironicamente soli
fra mille altre solitudini
vestite di colori e suoni
di carezze mai date

Umiliati, Noi
a leccarci  ferite
ancora  una volta
per non abbracciarci

Per non cedere
alle lusinghe
di un bacio in gola

A mezz'ora
di silenzi e sguardi
o ad una vita
di passione fortissima

Amore impossibile
vivrai sottovoce
in  pensieri dolcissimi
dolcezze e battiti
nodi in gola e lacrime

Nonostante Noi
stupidi
orgogliosi
cuori vaganti
in cammino
verso Te

 
La Fenice
Silenzio strano di un teatro vuoto
tra velluti e penombre in
luogo misterioso...
tende rosse di velluto pesante
fra ori e rossi...solo noi.

Atmosfera sensuale e frizzante
nella penombra ricca di chiaroscuri
in uno storico teatro venexiano
appartati fra i tendaggi noi
complici amanti dell'amore.

In un loggione al quarto piano
quelli della nostra età si volano addosso
si stringono più forte per non perdersi
e la magia della musica si sente
pur nell'ovattato silenzio.

 

 


 

 

-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: P. Rafficoni
-Supervisione: Manuela Verbasi
-Autore di Rosso Venexiano: Manuela Verbasi [Venexiana][Anake]
-Recensione: Francesco Anelli, Giulia Luigia Tatti, Peter Patti, Andrea Leonardi
-Editing: Emy Coratti
-Staff di Frammenti

-tutti i diritti riservati agli autori, vietato l'utilizzo e la riproduzione di testi e foto se non autorizzati per iscritto

 


 

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