Cenni biografici Giulia (Luigia) Tatti [ventidiguerra] nasce in Sardegna, in una cittadina del Campidano, a pochi km da Cagliari, il 6 Ottobre 1950. Nata in una famiglia di ceto alto che determina un'infanzia di cui mantiene un ricordo di serena, pacata agiatezza che non ha mai creato, però, preclusioni o remore verso chi avesse avuto meno agi o serenità: innati, in lei, fin dalla tenera età, l'attenzione e la disponibilità verso gli altri, ha dedicato la sua vita ai bisogni e alle necessità altrui, impegnandosi politicamente e socialmente negli anni della sua formazione professionale e sociale. Uno dei Membri fondatori di un Circolo Sardo, nel 1975, che oltre a divulgare Usi e Costumi della propria Terra, hanno promosso gemellaggi e iniziative con altre realtà geografiche per scambi Culturali e socialmente produttivi. Accanita lettrice, il suo amore per la lettura e per ogni possibile forma d'Arte, la portano con estrema curiosità alla visita e alla documentazione inerenti le Città d'Arte e all' assidua partecipazione a Rappresentazioni Teatrali. Da anni scrive Pensieri ed Emozioni, lontani dal voler considerare poesie, ma solo piccole considerazioni dettate dal mondo circostante, verso il quale si pone con discrezione e sincera umiltà. Ha partecipato a un Reading, che ha avuto luogo ad Albenga, di una Compagnia Teatrale (organizzata dall’attore/scrittore R.Bani) che aveva scelto alcuni suoi testi per l'inagurazione dell'unico CafféLettere della zona. Su richiesta e con il Patrocinio del Comune di Torino, dal 14 al 29 Aprile 2006, nell'ambito "L' Arte del Ricordo" e su Foto-Documento del Dr. Massimo Pagano, venne istituita la Mostra Fotografica "Il Silenzio Dell'Orrore", Immagini di Auschwitz-Birkenau nel Giorno della Memoria, alla quale partecipò con la preparazione di didascalie e testi. Nel mese di Ottobre 2007, ha pubblicato un libro "Tracciati Percorsi", con la casa Editrice "Giovane Holden Edizioni": Libro nato non a scopi di lucro, ma per aderire ad una campagna di sensibilizzazione verso i problemi sociali: Lotta contro la pedofilia, adozioni a distanza, ricerca sul Cancro e Sclerosi Multipla. A Febbraio del 2008, pubblica "...E Profuma Ancora, Il Mirto" edito da: Ancora Edizioni (MI), un canzoniere composto da 97 Poesie, arricchito dalla Premessa introduttiva stilata da Luigi De Luca, responsabile del sito Aphorism, esperto della comunicazione, W.C.M., critico letterario; dalla Prefazione della Scrittrice, Critico Letterario, Dott. Carla Baroni; dalle recensioni del Prof. Francesco Anelli; del Prof. Vincenzo Atzeni; del Maestro Luciano Somma, Poeta, Scrittore, Musicista; di Manuela Verbasi, poetessa, Responsabile e Presidente dell'Associazione Culturale Rosso Venexiano; da un Acrostico personale, dedicato dal Poeta e scrittore Milanese Severino Gargano; e dalla recensione in lingua Francese cortesemente e inaspettatamente ricevuta da Alain Ponçon il Pittore che vanta a suo credito vernissages di grande valore pittorico, di fama internazionale, che ha gentilmente concessa l'opportunità di usufruire del Suo splendido dipinto per l'elaborazione della copertina del libro. Della semplicità delle cose e del quieto vivere, ha fatto una sua filosofia di vita che le consentono di vivere con dignitosa serenità il suo tempo e i suoi giorni. Da 32 anni in Lombardia, vive e lavora a Milano da 18 anni. Dedica questo suo impegno letterario ai suoi più accesi sostenitori: I due figli adulti e ormai indipendenti con i quali ha mantenuto uno splendido rapporto d' amore e che sono la sua più grande soddisfazione, quale migliore capolavoro della propria vita.
Recensione Giulia scrive con consapevole profondità; non ho letto mai di lei una poesia cattiva o scritta così per scrivere. Le sue composizioni sono talmente viscerali da arrivare sempre completamente nel cuore di chi ha la fortuna di leggerle. Piacciono molto i suoi versi, tanto da ritrovarli copiati pari pari in molte poesie di bloggers a caccia d'ispirazione... qualche volta ho letto tentativi di plagio da discount di "poeti" che attingendo all'idea della poesia di Giulia sono riusciti a rovinare il pensiero stesso. Mille e un motivo per elogiare l'amica Giulia, compagna di ideali :) da tempo, Donna con gli attributi e con la testa sulle spalle alla quale, in quel che posso, mi ispiro per relazionarmi con gli altri dando il giusto peso alle cose ed alle persone. Se non ci fosse Giulia, la sua positiva allegria, la sua serietà assoluta e la sua perseveranza, la sua coerenza e trasparenza, probabilmente non avrei perseguito l'obbiettivo di rendere Rosso Venexiano non solo un giocattolo web ma un'Associazione Culturale. Ritengo di doverle tutto relativamente a questo, alla serenità che vivo ed alla mia differente visione dei fatti che via via accadono. rispetto a prima di conoscerla. Sei grande Giulia, amica mia carissima (non ridere, sai che lo dico con il cuore e non lo scrivo mai).
Manuela Verbasi
Ad una prima lettura le poesie di Giulia Tatti [ventidiguerra] paiono ricolme di una semplice e delicata atmosfera, come se ciò che intende proporre sia privo di spessore artistico ... è solo una mera impressione. Poiché, attraverso un'esegesi lessicale, strutturale del verso, ci si accorge che il suo dire possiede profondità e pienezza concettuale. Appare evidente che la poesia di questa autrice sarda ha forti agganci con il proprio vissuto, le immagini che scorrono sul testo sembrano giocare con la realtà in un preciso alternarsi d'emozioni, ove una dosatura equilibrata della parola si rivela come un respiro che ha anima. Nei suoi versi le tracce del suo impe- gno sociale e non si concretizzano con forza a mano a mano che ci si addentra nella lettura, si vede con sicurezza la volontà di non apparire mai banale, mai scontata... E' chiara l'intenzione della ricerca... Partendo da uno schiocco legato strettamente ad un accadimento personale, in cui ricordi, emozioni, sentimenti, reminiscenze, illusioni, desideri e livori prendono possesso del palcoscenico poetico dando un spessore concreto a tutto il componimento, è intento della Tatti ampliare il senso su un ambito più universale, più generale, che coinvolga in un certo qual modo il lettore pungolando alla riflessone e al ragionamento, inducendolo quindi ad ascoltare le proprie pulsioni. Anche in questa artista la natura è fondamentale componente poetica, sembra quasi che, attraverso immagi- ni intrise di verdeggiante e naturalistico pathos, ella voglia avvicinarsi al lettore usando un'intro- spezione quasi psicologica. Lo stile, curato persino nei piccoli passaggi, rende la lettura leggera e non stentata, s'intravede tra le trame strutturali del lessico uno studio preciso, dietro cui vi è passione ed equilibrio...
...E profuma ancora il mirto
Da San Gavino a Milano Accettiamo di pubblicare una nota di critica e di commento sul libro di Giulia Luigia Tatti per due ragioni essenziali:La prima è che si tratta di una poesia che si realizza in cima a un percorso che inizia in Sardegna e possiede, come matrice essenziale, l’audacia genuina delle poesia sarda d’improvvisazione; la seconda è che si tratta di poesia autentica. Per quanto forte e quasi arrogante possa sembrare, questa affermazione, ci sentiamo di sostenerla. Oggi, assistiamo a due tendenze apparentemente contrapposte, ma in realtà collegate: la grande produzione di letteratura poetica (ne gira in tutte le salse) e la ripugnanza del pubblico lettore ad affrontarla. Eppure, quando la poesia c’è, una volta che ci si convince che è “vera” piace a tutti. Questo sembrerebbe voler indurre l’ipotesi che esiste una linea di demarcazione netta tra la poesia autentica e quella scadente, in realtà non è così, si vuol dire, semplicemente, che l’autenticità e la bellezza di una composizione poetica può essere tale che il suo valore non sfugge a nessuno, si rivela immediatamente, e in questo caso piace.La poesia di Luigia Tatti è così! si rivela subito e appare capace di raggiungere qualsiasi lettore. E’ poesia piantata in un vissuto forte e tempestoso che una sovrana saggezza esistenziale va riordinando, attraverso la poesia stessa e attraverso una salutare percezione di immagini e di toni. E più ancora attraverso la creazione originale di modelli di lettura del mondo e della vita. Nella poesia TRACCIATI PERCORSI, leggiamo: …Ho alzato, talvolta,/ inquieti sguardi intorno/ portando con me i miei crucci/ e sprofondando in un oblio/ di passate tristezze/ ed ora, nuove speranze mi infonde/ moto di passi/ trepido e curioso/ verso ogni cosa che riprende / il suo vecchio andare/ lasciando negli occhi un senso/ di novità nitida e ordinata. La chiusa è inaspettata, sembra modesta, quasi casalinga, ma rappresenta, confrontata con altre poesie, la capacità che Luigia Tatti possiede di governare puntigliosamente il suo verso orientandolo alla conclusione che lei vuole e basta. Governo che non impedisce alla poetessa di sfruttare, ove si presenti l’occasione, la magia di un verso incantato. Come in SCINTILLE DI SOLE: ... mi vado rifugiando/ nel pensiero del segreto regno/da cui tendi le mani ad accarezzar la luna/ mentre nel pugno stringo/scintille di sole. Ancora più suggestiva la chiusa di COME CERCHI NELL’ACQUA: … lascia che il mio ricordo scivoli/ lento/ tra le tue braccia/ …E profuma di niente/ l’urlo di un amore mancato. La poetessa muove da un imponente capitale di sofferenze accumulate, di emozioni e di ricordi ma l’imponenza di questo bacino non sottopone il verso a una pressione che lo renda in qualche modo improvviso irruento o banale. Il suo verso è sempre ponderato come se il filtro della riflessione ne mitigasse sempre l’ardore per piegarlo alla sopportazione paziente e alla speranza. Ancora una chiusa: …Sotto un cielo lontano/ una brezza leggera e vagabonda/,avvolge i sogni dispersi/ e, li raduna/ E un’altra, nella poesia TEPORE DI SCIROCCO: …e la folla intorno di disperde/ mentre il mio sguardo/ indugia su un albero che geme/ inclinandosi a compiacere il vento. C’è sempre, nei versi di Luigia Tatti, un’immagine nuova. Gli argomenti della sua poesia, argomenti consueti, quasi abusati, lasciano nell’uso che lei ne fa una sensazione di novità sorprendente, come se li nutrisse una freschezza inusitata. La tensione che unisce nel libro le varie poesie è data dalla ricerca continua e dal coraggio di tentare sempre una nuova lettura dei fatti della vita. La poetessa non si arrende e piega il cielo e l’acqua, il sole, tutte le atmosfere, gli alberi sulla terra e il vento a costruire immagini che l’aiutino a capire, a proiettare nel significato di un futuro ogni istante vissuto, ogni sensazione passata. E questo bisogno insaziabile di pensiero e di immagini l’aiuta ad essere puntuale nelle parole a ricercarle nella loro specificità in modo che avanzi sempre il materiale per altre immagini. C’è in questa precisione delle parole e nell’invenzione della sintesi fulminea, l’abbozzo di un espressionismo letterario accattivante. L’espressionismo che da modo al ritmo della poesia di essere sempre adeguato all’argomento e al contenuto del verso. E il collegamento con l’inventiva, la rapidità di immagini e di rime con i poeti improvvisatori della lingua sarda sta proprio in questo: Nell’inesauribile originalità dei paragoni e delle definizioni. Le sequenze di parole non si ripetono mai. Ciò che si ripete è soltanto il vigore accattivante dell’espressione e il tono inconfondibile della poesia.
E' Vita, Sai...
E' vita, sai... Quest' affannoso senso di mistero che ti avvolge, un continuo affiorare di vibrazioni arcane sensazioni e messaggi che provengono da realtà invisibili, lontane e ti sottraggono da chiare spiegazioni concettuali come a domande poste a volto enigmatico di sfinge. Ed è vita, sai... ciò che indocile e mutevole ci guida, ci tormenta, talvolta, e a volte come madre pietosa ci conforta, ci fa sentire ramo, foglia, figlia, gemma,virgulto, a tratti fiume in piena ed altre, goccia. Piccola goccia, su filo d'erba tenero su cui la luna possa rispecchiare. Ed ancora, è vita, sai... il ritorno del sole, domattina nell' incanto di un paesaggio silente a curiosar tra i rami di un albero fremente di vibranti gorgheggi nitidi e gioiosi in un appassionato e dolce risveglio dal torpore della notte.
Disegni
Questo è il giorno perfetto per tornare su me stessa, rientrare in me con gli occhi della mente, avere accesso alle ragioni accantonate che fluttuano, disperse, in un lago salmastro, nel niente. Resto sulla soglia e mi sommerge un'onda, azzurra, che presto sfuma, impallidisce, e una pioggia di carte volteggia, corre, inseguendosi fino a che, mollemente, qualcuna mi si posa accanto. Tendo la mano, pervasa da emozione, per quei tratti indefiniti, incerti, del disegno di un viale ridente, vedo piccoli fiori profumati e teneri germogli di magnolie e di mirti. Davanti a me, appena più distante, ecco un altro disegno, sembra un muro... senza alcuna finestra, senza porta, e mi domando se non mi sia sbagliata: non riconosco bene cosa sia, bestia, o pozzanghera, buco nero, o pozzo che contenga un dolore, una piaga spalancata, ma forse, è solo un' ombra, ed è qui che mi volto, alla ricerca di inaspettato lume, che la dissolva decisa, di netto. Anche l'eterno buio, si è stancato s'insinua, scivola, scompare nelle crepe di quel muro scalcinato, inseguito dalla sera, si protende, s'allunga, s'avvolge attorno allo stelo di un lampione l'abbandona accecato, si nasconde in un vicolo che l'inghiotte nella morsa del suo abbraccio silente.
Melodie D’ Autunno
Squarci di emersione da un inconscio che profumano di sambuco e menta era così, e fu lì che te ne andasti oltre la soglia, verso un punto ignoto avvolto dalla coltre di una nebbia eterna che, sempre m' infrange l' anima e l' atterrisce. Da un paesaggio lontano l'eco della tua voce, mi raggiunge, costeggia le mie siepi spinose, si posa su un vecchio libro, accantonato in questa stanza colma di memorie mentre il giorno dilegua in un cielo lacerato e in un pianto cristallino in cui annegano immagini intorpidite. So che sei qui, sebbene non ti veda, mentre turbina e mugghia il vento scacciando un'estate rilucente di fasci di raggi di sole e intanto, sparge melodie d' autunno fino a quando svaniranno le mie ultime illusioni, poi, piegherò il capo, gemente, chiudendomi come fa, alla sera, un fiore.
Ginestre
Stagni gelati, screpolati percorsi fragili su cui cammino, e mi s' affaccia il ricordo di pensieri, come esili figure in lontananza, prosciugati da dettagli irrilevanti, smarriti tra le fronde degli alberi, inseguo, muta, sotto il velluto nero che la notte distende. Scende sul volto, la grigia tristezza delle vie fangose e desolate, e gli occhi non hanno più orizzonti in cui spaziare. Vespertino giù tinto di rosa solcato da piccoli sciami di veloci insetti che disegnano, in volo, vortici dorati su radure di ginestre fiammeggianti. Albeggia, ormai, e la terra d' intorno si risveglia, e il suo respiro attraversa le tenebre, s'inerpica su per colline dolci, mentre ultime trine di nebbia svaniscono veloci verso il cielo.
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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano -Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi -Autore di Rosso Venexiano: Giulia Luigia Tatti [Ventidiguerra]
-Recensioni: Manuela Verbasi, Francesco Anelli, Vincenzo Atzeni
-Editing: Anna De Vivo [Ande]
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