Frammenti di Rossovenexiano | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Franco Pucci [essiamonoi]

Nella redazione di Rosso Venexiano dal 2009, Franco si occupa del Magazine (periodico stampabile) e di seguire gli autori lascando loro dei commenti precisi ai testi pubblicati nel nostro blog. Persona dotata di intelligente creatività, è in breve tempo diventato un punto di riferimento per la nostra redazione, benvoluto per la simpatia e per la carica di umanità che lo contraddistingue. Molto amato anche dai nostri autori per la sagacia, la fantasia nello scrivere, a me personalmente sta a cuore per i cambi di umore e i momenti in cui si allontana a raccogliersi nelle spalle per poi ripartire più forte, con coraggio e voglia di vivere, e perché sta allo scherzo sapendo che si scherza per non piangere talvolta e risponde sempre in modo "giusto" per il momento in cui ci troviamo. Difficile spiegare ma so che lui ha capito cosa intendo. Gli voglio bene, anche a sua moglie Conny che come tutte le grandi donne lo segue e lo affianca e li ringrazio sentitamente per il tempo dedicato alla cura di Rosso Venexiano, da loro adottato con affetto ed amicizia. Grazie Franco.

 

Manuela

 


 

anima e cuore, lavori in corso

se riuscissi a fotografare l’anima avrei mille riflessi in un negativo io e te le volte che ci siamo amati io e te le volte che ci siamo persi
[non era problema erano lavori in corso e poi era bello riprendere il discorso]
istantanee di vita, spezzoni convulsi quasi un film da passare alla moviola, al rallenty per un montaggio definitivo che ne io ne te desideriamo ormai
[lasciamolo così come lavori in corso questo nostro amore ogni volta diverso]
se riuscissi a fotografare il cuore avrei mille immagini come fotogrammi ognuno scandito al ritmo dell’amore che con l’ultimo battito s’è calmato
[lasciamolo così come un amore in corso al ritmo cheto di un cuore invecchiato]

 



erg

ho camminato trascinando la mia anima ormai troppo stanca per sollevarsi ho svuotato il mio cuore liberandomi delle scorie di amori indecenti ho spinto tutto me stesso verso quella splendida oasi che affascinante appariva essere il tuo amore la fatica mi ha vinto e sono crollato eri solo un miraggio

 



il mio nemico

l’acqua del fiume scorreva lenta attorcigliandosi in pigri mulinelli, seduto sulla sponda, lo sguardo fisso al niente, attendevo un evento che desse senso alla vita sino allora vissuta solo lo sciabordio del fiume teneva desti i miei sensi non so quanto tempo ho trascorso così, sulla riva di quel fiume i mulinelli inghiottivano i cadaveri dei miei anni ormai consunti ed erosi ma attendevo, sicuro che il nemico di lì a poco sarebbe passato lo vidi arrivare, finalmente, e lo seguii con lo sguardo: ero io soddisfatto lasciai la riva di quel fiume e me ne andai ora, seduto sulla sponda di un altro fiume attendo che passi il cadavere dell’ultimo nemico: il tempo ma forse è già passato e non me ne sono accorto

orme

abbiamo camminato insieme, a lungo sulla sabbia non v’è traccia del nostro passato, il mare ha cancellato il cammino percorso
dimentico dei passi perduti, continuo a camminare con te al mio fianco vite parallele che cercano di incontrarsi ingannando la geometria
il vento ed il mare giustificano questa speranza cancellando i nostri sbagli come passi nella sabbia

 

 

 



tsunami

oggi ho sentito una fitta al cuore, una sensazione precisa di distruzione acqua alla gola ho visto pavimenti ballare tutto il mio essere era percorso da tremiti ti ho cercato a lungo, non ti ho trovata solo il mio amore era tra le macerie ora attendo la prossima onda la bocca piena di sabbia

 



una sola stagione

attendevo l’autunno, ora che è arrivato anelo nuove primavere vivo così splendide e laceranti dicotomie che rendono il mio respiro instabile eppure ho masticato tempo e stagioni invecchiando la corteccia ma giù, nel profondo, dove neanche io oso avventurarmi scorre una linfa ancora vigorosa che tuttavia fatica a tornare in superficie scorie di amori finiti, spezzoni di vita avariata, macigni di menzogne impudiche ne ostruiscono il cammino il tanfo della sua stagnazione sale fino alla gola attendevo l’autunno, alla fine è arrivato dimentico di tutte le primavere forse le ho vissute, divorate così ingordamente che non me ne sono accorto ed ora son qui, vivo questa stagione così attesa e così dolce con un retrogusto di amaro in bocca

 



appeso ad una nuvola

l’immagine impressa nella mente lacerata percorsa da lampi, spogliata da ogni orpello, nuda si presenta ogni volta che credi di aver vinto la partita contro quel figlio di puttana che ti attende sornione, il tempo è così che l’inganno si disvela, lottando contro i mulini a vento senza la corazza della finzione la tua anima si presenta inerme il cuore non regge all’agone e cerchi scampo nella poesia la ragione ti cerca e trova di te solo l’immagine mentre sei lassù, appeso ad una nuvola

 



Gerico

le tue parole hanno sgretolato il mio muro di indifferenza cattiverie corrosive come acido pisciato contro l’intonaco hanno impietose messo a nudo la mia barriera di calce e sassi ora sto spazzando le briciole del mio superego sconfitto e soffro, finalmente soffro libero da artefatta corazza mentre il mucchietto di sassi affoga in un mare di lacrime

 



lacrime

come acqua acqua che calma si racconta nel tranquillo veleggiare dei miei pensieri verso approdi lontani indistinti seppure sereni o scorre impetuosa mentre riaffiorano pezzi di vita dalle buie gore del mulino a vento della mia anima
vivo questa stagione con gli occhi rivolti al passato guardando il futuro ignoto e mi specchio tuttavia nella tranquillità cristallina del tuo sguardo che materno ha soddisfatto la mia sete e pulito il mio cuore bambino mentre piango

 



spesso

spesso vorrei tornar bambino credo sia umano, succede a tutti noi spesso quando di notte attendo il mattino vorrei addormentarmi per non svegliarmi mai
spesso tra i miei ricordi cercando storie passate ho incontrato un po’ di tutto gettato alla rinfusa spesso ho conservato di me anche le cazzate mentendo per non dover poi chiedere scusa
ora che non mi importa del tempo passato spesso mi ritrovo a volgere lo sguardo dimentico allora che sono nato nella poesia io mi perdo

 



ultima risorsa

quando anche i miei occhi saranno aridi come deserto e avranno asciugato lacrime indesiderate e clandestine quando anche il cuore avrà cessato di sanguinare e la mia anima troverà anfratti più sereni ove riposare
proverò a parlarti di nuovo e conterò le bolle che piano usciranno dalle mie labbra con il respiro ormai chetato cercherò di guidarle, proteggendo il loro cammino, perché non svaniscano in aria e ti dicano il mio amore

 


 

 

 

-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Testi di: ©Franco Pucci
-Autore di Rosso Venexiano
-Editing di Manuela Verbasi
-Correzioni di Maria Catena Sanfilippo

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a cura di Ezio Falcomer

♦Compagnia di teatro sul web Accademia dei Sensi♦

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