Stessa spiaggia stesso mare | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Stessa spiaggia stesso mare

 

"per quest'anno non cambiare" Stessa spiaggia stesso mare!

 

saluto

Un abbraccio infinito
brivido nuvola e cielo
passi ad un bivio
di una lunga estate
la tua mano
incollata al mio viso
mi hai visto persa
in una sola lacrima..
©ventodimusica

 

Mi ricordo...del ricordo

Un ricordo al mare
Ero l’onda lunga
Ad accarezzare
Come una fionda

A dismisura tesa
A ghermir la preda
Sulla sabbia stesa
Meraviglia ignuda

Che bella sorpresa
Al sole a rosolare
Di brillìo accesa
Al sapore di mare

Di voluttà intrisa
Di profumo di zagare
D’incenso di chiesa
Tutta da amare

Un lampo estivo
D’anelito fugace
Il ricordo io vivo
Con senso di pace

©Edo e Le Storie Appese

 

Romagna mia..

chilometriche distese di ombrelloni colorati
bomboloni e noci di cocco al sapore di sabbia croccante,
pattini e pedalò fatiscenti tenuti in piedi con vinavil esausto
il chiosco dei gelati che propone gli stessi cornetti dell’anno passato
lo stesso bagnino incartapecorito dal troppo sole romagnolo,
la stessa musica che rintrona e ferisce le tue orecchie
lo stesso bimbo che si era perso l’anno prima
e che stanno ancora cercando presso il Bagno Graziano 69
e, all’apice del masochismo, la stessa donna!
stessa spiaggia stesso mare…?
©essiamonoi

 

 

Selezione naturale

Invano
cerco di trattenere
granelli di sabbia
che come vecchi
ricordi
scivolano via
confondendosi
nel torbido mare
del passato. .
©Diego Rocco

 

Lacrime e sale dipingono il mare

Impossibile non tornare a questo mare.
Guardare le onde .
Cogliere gocce come fiori colorati.
Accostare al cuore
tutto ciò che ho atteso.
Immergermi fra lacrime, sale...
ridipingere il mare
l’oro della sabbia
sorride nei frantumi delle conchiglie.
©Orofiorentino

 

Gocce d'inchiostro

Gocce d'inchiostro sulla tela
han dipinto la notte...
Le stelle e la luna
con riflessi madreperlati,
pennellando
il manto delle tenebre,
illuminano
i fantasmi dei ricordi
che
consegnano
le remote sembianze,
scolorendone le gelide fughe...
Esuli le ore
tramano sogni cristallizzati,
approdando
in suadenti ritocchi.
©Rosemary3

 

Lo sguardo

Come una barca procedi sulla sabbia,
ancheggi e segni i tuoi passi, avrai
37 di scarpe e un 92 di torace.
Poi ti fermi, e ti tolgo da dosso lo sguardo.
Fosse una festa potremmo fare qualcosa
assieme.
©ormedelcaos

 

Il mio mare eri tu

In questa notte insonne, scrivo questa lettera a te amico di
gioventù.

Ne è passato di tempo da quando aspettavo con ansia di passare le
vacanze in questo mare.
Ricordo una volta che sentii mia madre dire a papà che si era
stancata di vedere ogni anno le stesse persone e che desiderava
cambiare posto di vacanza. Ero piccina, avrò avuto circa dieci
anni, ma non ero così piccola da non rendermi conto che se
volevo rivederti avrei dovuto usare un po’ di astuzia, avrei dovuto
inventare qualcosa di convincente.
Non sono mai stata brava a dire le bugie, ma era troppo grande il
desiderio di rivederti
Mi inventai mille cose forse poco credibili ma il mio messaggio fu
accolto, perché da allora mia madre non disse più che voleva
cambiare mare.
All’epoca non c’erano i cellulari ma a noi non sarebbero serviti,
come non abbiamo mai usato un agenda per fissare gli
appuntamenti.
All’arrivo venivo subito a cercarti, poi assieme ci allontanavamo
dalla spiaggia per rifugiarci nel nostro angolo.
Eri il mio chiodo fisso, e io il tuo.
Un grande sasso custodiva i nostri segreti, solo noi tre ne eravamo
a conoscenza.
Ma gli anni modificano le cose e anche le persone.
Ci sono cose che si dimenticano in fretta perché la vita non è solo
un sogno, ti assorbe a tal punto che non lascia spazio a nient’altro.
Ci sono invece cose che nemmeno se vivessi due volte potrei
dimenticare.
Come potrei dimenticare quell'anno quando i tuoi occhi, anzichè
guardare i miei, guardavano le punte delle scarpe? Eri cresciuto
mi dicesti, avevi trovato un’altra donna, la amavi…
In un attimo sparìi il sasso con te.
Per anni ho perso le tue tracce ma ogni volta che tornavo in quel
luogo passavo sempre di li, in quel prato hanno costruito un
villaggio turistico, ma ricordo troppo bene dov’era collocato il
nostro sasso e al mio passaggio non posso fare a meno di pensare a
quei momenti…
Anche quest’anno sono tornata in quel mare ho portato i miei figli
con me.
Ieri quando sono passata di li, ti ho visto sai ? Avevi uno sguardo
triste, lontano, per questo non mi hai visto … Volevo chiamarti ma
il mio cuore ha cominciato a battere e come una vigliacca sono
fuggita.
Tornerò anche oggi a cercarti, ma stavolta non scapperò,
appoggerò le mie spalle sulle tue …
Parlerò di te ai miei figli, perché i racconti di vita possano aiutarli
a crescere.
Poi canterò loro la nostra canzone: “Stessa spiaggia stesso mare”
sono già certa che mi diranno mamma come sei stonata, ma lo
diranno sorridendo

©lucy1957

 

Fine del tema

Stessa spiaggia stesso mare

Per me l'estate è la stagione che ci si spoglia. E poi si ha sempre
sete. Sarà che abito al mare.
Anche quelli che abitano in città, in collina o in montagna, però,
quando vengono qui al mare si spogliano ed hanno sempre sete.
Sarebbe interessante chieder loro se l'estate gli fa lo stesso effetto
prima di partire o quando tornano ai loro luoghi di residenza.
Perché se lì il comportamento fosse lo stesso di qui, si potrebbe
argomentare addossando la colpa all'estate, se invece non fosse il
medesimo, si dovrebbe dire che dipende dal mare o dalla
concomitanza delle due condizioni.
Altre cose che ho notato nel periodo che va da giugno a settembre
sono il fortissimo aumento nel consumo della gelateria, in
particolare dei ghiaccioli e dei coni, sia prodotti freschi che
industriali, e la facilità con la quale persone le quali non si sono
mai viste né conosciute, prendono a parlarsi.
Mio nonno diceva che è una cosa vecchia, questa dello
"scioglilinguagnolo", mentre quella di tutto quel succhiare coni e
ghiaccioli è più recente. Al suo tempo, raccontava, quest'ultimo
era fortemente vincolato dalla limitata disponibilità di grossi
blocchi di ghiaccio che i gelatieri ambulanti potevano portarsi
appresso.
Ma siccome era greco, notando che il consumo della gelateria non
era affatto proporzionatamente diviso, si lanciava in tiritere
contraddittorie e per me assolutamente incomprensibili allora
come ora, citando una certa estate del 411 a.C. nel suo mai
dimenticato Peloponneso.
Diceva, lui, che era stato un atto politico più che altro, e che tutto
quel che c'è oggi dipende da quello.
Ma si sa i vecchi quando cominciano ad andare indietro coi ricordi
che sfrondoni ti rifilano!
A me comunque va bene così, anzi.

Fine del tema

P.S. è aumentato, nel frattempo, anche il consumo della frutta
estiva, specie delle grosse fette di anguria. Dovreste vedere come
la gente ci si tuffa!

©taglioavvenuto

 

 
 
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Redazione
-Selezione testi a cura di: Maurizio Triscornia
-Autori di Rosso Venexiano
-Segreteria: Eddy Braune
-Editing: Michela Zanarella, Emy Coratti, Manuela Verbasi, Rita Foldi
-Immagine grafica di Alexis
 

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