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Lei è in me
Una luce
nell'animo m'è apparsa deflagrata con la forza d'una stella esplosa. Via via accrescendosi, acquistando vibrazioni. Mai più il buio della Notte potrà avvolgermi totalmente, giacché ormai m'appartiene. Lei è in me.
©flamonair
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Lacrime
In senili palpiti, bussa l’ora,
su porte inchiodate. Mute scale, incalzano pareti sfocate, Gravitano istanti di neri mantelli Vibrano le primule
©iry50
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Frantumi
Spira dolce, il vento
e l' onda, spuma verso lembi di cielo, lontano, all' orizzonte è giunta l' ora e ancora mi struggo d' un tormento riacceso respirando le note di una dolce melodia. Di giorno in giorno più flebile il fiato della vita e vago, inquieta, dietro a un ramo di pruno in compagnia di giorni senza data, aspettando che l' Aurora torni che d' ogni cosa, altro non resti che frantumi di parole rimaste nelle orecchie. Non c' è legge che protegga da sé stessi se rinverdiscono amarezze paralizzando quei momenti in cui ho creduto di lavar via i pensieri tristi stendendo le mie lacrime ad asciugare
©Ventidiguerra
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Cose Così [ho lavato e steso]
S'oscura il cielo di solchi salati
impasto di occhi nero rimmel sfidando di baci labbra arse.. [T R I S T E]. Ora narro impantanata all'inverno
©ManuelaVerbasi
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Lacrime di vetro
Fanciulla
ho intonato canti ignari rincorrendo farfalle multicolori. ...paradiso colmo d'amore.... alitavo al vento con speranza ma ritornano nel greto -lastre di vetro tagliente-
© Antonella Poleti
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Appena ieri
Ero pieno di pensieri allegri, tanto
appena ieri quando il fiume grande su campi inquadrati come reggimenti sul finire d'agosto straripava guizzi ombrosi, silenti veloci, le pozze. il tempo in cui mettevo il naso appena fuori cavedani e carpe spariti i legni, di rive inesistenti
©taglioavvenuto
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Il silenzio…
L’ultimo raggio di sole
si era spento negli occhi, umidi di pianto, insieme alla promessa dell’amore eterno! Stretta nel buio dell’attesa, senza parole, per non offuscare chi l’avrebbe riportata alla luce, restò muta e senza lacrime, nel giorno agonizzante e… si voltò verso la vita.
©Rosemary3
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Sapone alla camelia
Ho lavato i miei pensieri
con sapone alla camelia sapida di stagioni di ceneri da amare al seno turgido ho appeso germogli di parole amori naufragati senza neve in una sete obliqua smorzandomi nell'avvento del silenzio in un bosco in chiaroscuro ho amato con sassi in fondo al cuore in notti acerbe di quercia e di betulla nell'astio dell'inverno su verbi crudi. E ora sono sale i miei pensieri spade di ruggine appesi a rami secchi ossessi tra le gambe coriandoli e carezze alla deriva nella genesi del vento. Muti di fiori.
©neraorchidea
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LXIV
ci sono notti
in cui l’alcool vive per me, governa le mie mosse. notti in cui la ragione cede il passo alla follia, e in quelle notti io sono più vero. non so mentire nemmeno a me stesso. ci sono notti dalle quali non puoi scappare, e ci sono notti alle quali devi pagare pegno, perché essere uomo vuol dire anche questo e non solo. in quelle notti ci sono donne da amare, e donne che mai amerai. e una notte, ci sarà la notte, quella a cui render conto di tutte le altre notti passate in bilico tra il giusto e la menzogna, sospesi come funamboli tra la vita e la morte. soltanto quella sarà la notte, la mia vera ed unica notte.
©vedorosso
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E sorrido, mentre m'asseto di te
Non le sono piaciuti, i miei occhi.
la psichiatra, avvisata dall'ospedale, oltre alla ramanzina, mi ha raddoppiato una dose. dice che devo prendere più luce, ché restare in ombra non fa bene alla malattia. io le ho chiesto: e a me, a me cosa farebbe bene? guardandomi negli occhi, non ha saputo rispondere. forse erano ancora più brutti di quando sono entrata, la prima volta, o forse è solo che lei non sa vedere. lei, lei dice che se non esco fuori dai lutti, non ritornerò con i piedi per terra, ma sotto. le ho risposto che. stanotte il soffitto era più basso del solito, ma in compenso avevo due cuccioli che mi regalavano un po' d'ossigeno. parlare con l'orologio in mano mi lascia sempre dentro qualcosa di strano, ché penso ché chi ci vuole aiutare ha troppo da fare per ascoltare. così l'unica cosa che sono riuscita a dire è che ancora chiamo al telefono il mio amico andato, e che quando mi ricordo che è morto. non sono riuscita a finire la frase. i fazzolettini ci sono sempre sulle loro scrivanie. le mancanze si sommano, e i dispiaceri pesano, e come fossero mazzi di carte le mischio, e poi gioco coi dolori. non so perdere. non so perdere la vita degli altri. e la paura mi fa dire cazzate, oltre che farle. i miei occhi sono gonfi, forse saturi di nero, e quando vedono l'arcobaleno, visto che non ci sono abituati, lo scambiano per veleno, ed hanno paura. sono stanchi, stanchi di guardare da lontano.
©simonettabumbi
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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi -Supervisione e grafica: Manuela Verbasi -Foto di ©Soylu elaborazione grafica Emy Coratti -Redazione -Selezione testi a cura di: ventodimusica -Segreteria: Eddy Braune -Autori di Rosso Venexiano -Editing: Manuela Verbasi. Rita Foldi, Emy Coratti |
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