Di tutti i colori | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Di tutti i colori

 
L’anacoluto di dio
Che la luna si trasmuti
di suo o che un chiodo
di luce l'àncori allo sfondo
dell'ora nera smaltata
che la pentola lassù
procrastina al turnover
dello scuro e del chiaro.

Che le nubi
procedano a lenzuola solitarie
sciorinate da altezze remote o si muovano a gregge
con la loro transumanza oceanica
sui pascoli d'ogni continente o nelle bocche
arse delle arenarie fluviali.

Sempre troveremo
uno sguardo che attinge
dalle terre animate e mobili
dalle rocce inani risalite ai templi,
dai fanghi mistici al piede dei mari;
senza conto delle latitudini, delle quote svettanti,
dei colori macroscopici, delle tinte gradienti nelle minutaglie:
- toh! il giallo di uno zolfo vulcanico o il venereo rosa della rosa,
ma anche i bianchi degli avori di tutti i morsi dati
all’incarnato delle pelli amate
o soltanto odiate;
sempre troveremo - io dico -
la mira di una speranza che si appunta
nell’intangibile cosmo, di cui il nero solido,
ritenendo che proprio negli spazi espansi
si aspanda(*) eletta la nostra finitudine:

saremmo in quell’assoluto l’anacoluto di dio?

© Gil
 
I colori delle vocali
In una sua poesia Rimbaud assegna un colore diverso a ogni vocale. Secondo il poeta, il senso delle vocali si può riassumere così: A, nero; E, bianco; I, rosso; U, verde; O, azzurro. Egli usa poi questa tabella con paralleli basati sull'esperienza sensoriale. A tale proposito, Ernst Junger nel suo saggio L'elogio delle vocali fa questa considerazione: "Poiché Rimbaud possiede uno sguardo che sa spingersi anche al di là della pura sfera artistica abbiamo qui un sintomo della profonda diversità fra le lingue. In ogni caso, ci sentiamo piuttosto inclini ad associare la A e la O al rosso e al giallo, colori di luce, mentre la I e la U sono più vicini ai colori della terra". E ancora: "Nella sua Filosofia della composizione Poe definisce la O la più sonora delle vocali. La A è l'aquila, la O è il falco dell'universo sonoro". "Noi usiamo per la O un ideogramma che riproduce la forma dell'occhio". Secondo Junger, infine, la A significa verticalità e ampiezza, la O altezza e profondità, la E il vuoto e il sublime, la I la vita e la putrefazione, la U la generazione e la morte. Nella A invochiamo la potenza, nella O la luce, nella E l'intelletto, nella I la carne e nella U la terra materna, i sepolcri, l'età remota di Saturno. Concludiamo con la bella frase di Jacob Grimm, secondo cui "alle vocali nel loro insieme va attribuito un carattere femminile, alle consonanti un carattere maschile".
© flymoon
 
D'aspre gemme
Giallo di foglie cadute
ottobre ha tutto il colore
da stingersi intorno.
Nel folto di un sentiero
aperto da un raggio
pungente e caldo di luna.

Occhi rossi di braci
appena dietro il cervello,
e sulla cima del ventre
odoroso di calicantus
pulsa il cuore verde
d'un prato alcova.

Lungo le gambe nude
al tepore del fuoco
è sciolta ebbrezza
che ti piovo linfa dentro
questo caleidoscopio vivo
d’aspre gemme amate.

© Clivia
Rosso
Ecco adesso il quieto lavacro di sole
la calda carezza insistita
che trascolora di rosso lo sguardo

Indifferenziato gesto d'amore

© francaf
Pareva una stagione
Pareva una stagione, questa tua, di blu
parentesi
adottata con la vita
che cammini scevra/ feste d’imperio
al rosa astaride

La fragile inquietudine rovesciata a fronte/ per guardarsi gli occhi
senza paraventi, e piovvero

ancore di sera

© taglioavvenuto
 
il senso scarlatto del potere
aveva l'odore della carne e dell'aurora. se le due cose si fossero potute sentire vicine, sullo stesso piano, si sarebbero confuse inalando lo stesso senso roseo e sensuale. si muoveva ondeggiando e stemperandosi nelle lenzuola come fanno le bianche nuvole di marzo quando girano sopra la testa sfilacciando il cielo blu. sulle labbra era apparso un movimento appena percettibile di vittoria, sì, il colore rosso ne aveva proprio la forma. La forma del potere. una linea appena allungata divideva la bocca e si rialzava agli angoli creando due minuscoli punti ombrosi. piccoli, ma unici, nel resto del rosa. due piccoli punti potevano spiegare, contenere, realizzare... tanto senso scarlatto di potere? ma poi, se si seguiva il suo sguardo, indugiando lentamente... lentamente.... lentamente...e si raggiungeva l'altra sponda del giorno, dove i raggi aranciati zigzagavano sulla schiena inerte, dove il respiro raccontava ancora di guerra, dove il calore si confondeva con la resa.....beh, proprio lì stava il suo sigillo. il suo regno. allora si, che si riusciva a capire quell’insostenibile, rosso, turgido, sorriso di conquista.
© greamer
 
Vinile
sono vinile a solchi,
che le tue mani suonano
con questo motivetto
di musica da camera
e l'antracite accorda allora
a verde mela,
o forse a sole caldo
in una tammurriata
rossa di tramonto

sono una nota di colore autentico
se vibro piano nei tuoi solfeggi intensi

© prato sintetico
 
Vi siete mai chiesti
Vi siete mai chiesti
di che colore è il silenzio

quando lascia le sue pause
negli odori dell’essenze

quando vibra nell’ignoto o si trastulla su un sorriso
quando mitica i confusi
nel tepore di una siesta

quando sbaglia il suo linguaggio
usato, percepito,
indotto, emarginato.

Di che colore è il silenzio?

© iry50
 
Dipinto incompiuto
cento telai ho rotto
e cento tele lacerato
mille tubi di colore
ho già schiacciato
pennelli e spatole buttato
e questo imbiaccato
teso immacolato
rimanda il mio sguardo
perso impallidito.
tirato l'orizzonte alla metà
di getto spando lo sfondo
azzurro sfumato in celestino ma
erutta, su dall'anima tocco dopo tocco
pervinca viola blu scuro profondo
e allora le montagne vengon nere
i ruscelli scorrono di lava
gli alberi scheletri da altrove
e nulla di vivo mi viene da pittare.
Allora un taglio al centro
uno spacco da allargare
porta a un mondo altro che non so pigliare
se vita è quella che vivo ed ho vissuto
di lì potrà passare.
© brunaccio2
Il viola
Dovessi scrivere un colore, deciderei il viola, lo porrei a spirale come un valzer lento, gli darei un'anima di vetro, lo intingerei di mirtillo. Avrebbe la forma dell'uva e il gusto pieno e ripetuto del mare in tempesta. Baluginato e diluito in boccette rifinite come fianchi, sottomesso agli slanci ellittici, in variabili spaziali di funzioni lisce, sarebbe ordigno prugna a coinvolgere o sconvolgere.
© Manuela
 
 
- Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
- Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
- Selezione testi a cura di Alexis
- Autori di Rosso Venexiano
- Editing:  Anna de Vivo
 

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