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Vacanze Romane
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Alla pelle di Roma
Canta
il sole alle porte. Contemplo la bellezza di strade addolcite dal tempo. Cerco un silenzio tra i nettari di passi continui, scalciando veloce la voce di occhi curiosi. Uno spalmare leggero odori di festa, provvisorio risveglio alla pelle di Roma. L' andare soddisfatti tra i filari di storia a raccogliere i fuochi di attimi scolpiti a meraviglia, ritagliare luci nel marmo tra i segreti chiari delle fontane, è affidare parole d'amore ai tessuti lisci di una statua. Arde il mio respiro fra le case antiche ed il gioco di palazzi in salita al cielo. Alla stazione s'intrecciano vite e promesse, baci sciolti in ombre di fretta, impronte indelebili di un azzurro caldo in seno alla città eterna.
©michelazan
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Estate romana
Come le viole o dir si voglia
Come Trastevere o Via Veneto Come l’Hilton o l’Excelsior Come luoghi senza porte E monetine da lanciare, e torna Torna questa estate ed i turisti A frotte, come noi su una carrozzella E tu con un cappello azzurro. Il vocio.
©ormedelcaos
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Vacanze romane
sotto il cielo di roma, nel covo del pincio, evitando accuratamente
il vaticano segnano i posti oggi è giorno di conflitto i tuoi occhi sanno di fulmini e serenità oggi roma ha un che di troppo oggi roma ha un che di troppo poco così intanto: buona giornata
©ohrasputin
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Roma capitolata
Si, io pensavo di restare qui,
in un mondo proibito dal mio peccato, ero stato qui, in una Roma sbiadita, di cemento armato, si, in una Roma locale calda e rossa a perdifiato, era il mio amore e ancora si, avevo la fremente gioia scaturirmi dai gemelli, era sicura, si lanciava, si impegnava, si amava. Ed ero io si, in un meandro di una scala, a coglier il caldo del sole del me ne frego ed ora t'amo, si, in una vita deperita, lasciata, al vaglio del nostro buon umore, ora e sempre vacanze d'amore. Presagite allora si, m'invaghii di una fata, arrivata da dove non so, un sentore, forse, ma non ho una costante. Un angelo di donna, era la mia donna ed io la volevo per me. Si, eravamo due amanti, allacciati alla vita, su una moto antiqua quanto la città, ma giovane e moderna come la piaggio sa da fà, ed all'estate di una Roma smemorata, di bellezza, di storia, di lusinghe e via Veneto con le maglie a righe, sulle scarpe nere a stringhe. La Roma tanto amata dalle nostre belle donne, la Roma del Trastevere americano, del marines di colore e del passamano. La Roma della turista mondana, l'eroica fattucchiera del bel mondo nostrano, la Roma da quest'oggi con il cuore sulla sella ed ancora un bacio, una amorevole carezza a contornar un eterno paesaggio, stringendoci, ridendo, guizzando.
©matris
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24-05-65-Avevo vent'anni
Marciavo a quel tempo in quadriglia
Lungo quei Fori Imperiali solenni Agli ordini secchi del capopattuglia Quei mattini in cui avevo vent'anni Nel cielo le scie d'aerei a squadriglia Eco di fanfare e tamburi a mitraglia Ed io ti pensavo o regina di cuori Ancora non sapevi di fare famiglia Per il mio cuore eri pura meraviglia Anche se la conoscenza era lontana Avanti marsch presentando ferraglia Roma era bella ed io c'ero con gioia
©Edo e le storie appese
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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi -Segreteria: Eddy Braune -Redazione -Selezione testi a cura di: Francesco Anelli -Autori di Rosso Venexiano -Editing: Michela Zanarella, Emy Coratti, Manuela Verbasi, Rita Foldi -Immagine grafica di Alexis |
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