Lo specchio che non sa di riflettere - Am I You? - Rita Foldi & NiCk7 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Sfoglia le Pagine

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Lo specchio che non sa di riflettere - Am I You? - Rita Foldi & NiCk7

Apro la porta, "finalmente a casa" – penso. Come al mio solito, butto giacca, chiavi, scarpe e maglione in giro. Planano atterrando sulla sedia vicino al letto. Ma oggi... “Cos'è quello?” – mi avvicino – “chi ce l’ha messo li in mezzo?!”

Mi fermo. Perplesso. Guardo. Si sa che lo specchio attira più di quanto rifletta. Mi avvicino. Scruto la mia faccia; son 32 anni che è li e non mi sono ancora deciso a cambiarla. Sfioro la mia pelle e disegno linee di stress che si accompagnano a smorfie idiote. D’altronde, le ho sempre fatte guardandomi allo specchio.... “Ma che cazzo ho in testa? Devo decidermi a tagliare i capelli. E guarda che razza di occhi mi son venuti a furia di non dormire. Devo assolutamente darmi una regolata!”

"Hai proprio ragione.... o forse anche no?.... "

“Cosa diavolo mi sta succedendo oggi...? Sento le voci? Eppure la porta è chiusa.”

"...potrei anche girarmi indignato. Preferisci guardarti il culo o la faccia....?"

“Direi che preferisco la mia faccia, la vedo più spesso. ma tu chi sei?”

"Cos’è un gioco di ruolo?! Qui non ci sono domande! "

“Allora faccio un'affermazione. Dimmi chi sei.”

"Chiedermi chi sono è come chiederti chi sei. Con la differenza che .... "

“Con la differenza che forse devo credere a ciò che vedo invece di non credere che posso farlo.” Ma mi stavo guardando allo specchio un secondo fa.

"e continui a farlo.... "

“Ne dubito. Ho smesso di crederlo tempo fa ormai.”

"vedi la differenza tra te e te è che io  sono ciò che vuoi essere, quello  che vuoi che il tuo io -io- sia”

“Ma se è cosi come posso sapere chi sono in realtà. Se esiste ciò che voglio essere come posso distinguerlo? Avevamo detto niente domande.”

"Infatti

"Ma le domande sono come la pioggia. Evaporano al suono di una risposta. Ti dico allora che non posso sapere cosa voglio essere in quanto sarebbe creare un riflesso in uno specchio." "Porc... ma quello specchio si muove?"

“Bravo impari subito le regole. Mi metto comodo. Fallo pure tu. Per quanto riguarda la tua affermazione .. Il riflesso che pensi di creare sarebbe comunque un ideale che tu stesso immagini. Il riflesso è ciò che vedi, ciò che c è! Devi imparare anche questo adesso.”

“No, non è possibile."

Un attimo era lì e ora si trova sotto quella finestra. E se esiste solo se io lo guardo? Ma no neanche questa può essere una teoria plausibile.

“Ascolta.”

“Che megalomane... Io sono qui, a priori. Ti ascolto. Dannazione, l’anello…È caduto.. oh menomale eccolo. Sì sì ti ascolto...è che ci tengo..”

“Ascolta. Ma quando sei riuscito ad entrare? Adesso rispondi senno finisco per impazzire. Devo smetterla di lavorare cosi.”

“Entrare dove ? Chi ha mai detto che son stato anche altrove ? ragazzo mio, hai immaginazione .”

“È la sola cosa alla quale credo. senza immaginazione non esiste neanche la realtà.”

“Se credi che io sia stato altrove pensa a dove sei stato tu.”

“Eri con me anche oggi in ufficio?”

“C’è uno specchio nel bagno degli uomini ...forse non mi hai visto? E poi uno sopra la scrivania di Rachele, quella che ogni mercoledì a pranzo ti scopi!”

“Ecco allora perché la giacca era impeccabile. Mentre quando ero da solo i risvolti perdevano di tono. Maledizione. Anche lei ha un fottuto specchietto vicino al computer.”

“È una donna . Te lo sei scordato forse ? No non penso...visti i lavoretti... È vanitosa. È anche  per questo che ti piace . È figa, e sa di esserlo…”

“Come fai a saperlo? Non l’ho mai detto a nessuno. Non mi sputtano per una scopata di seconda mano. Cazzo, se è figa.”

“ehehe…paradossalmente pur non volendo sono sempre dove sei tu. Lontano forse, ma non ho bisogno di strani aggeggi per sapere quello che stai facendo.”

“Come può essere che vedi le cose che vedo io? Ti stai solo prendendo gioco di me. Eppure in casa sono solo.”

“non ti permettere. Non mi prendo gioco di nessuno. Qui se c’è qualcuno che gioca meno di tutti sono io. Io sono un fottuto risultato della tua testa di cazzo.”

"allora non scherzi."

“No non scherzo sulle cose serie …rispondi al telefono ...”

“Buona quella...mi ha solo procurato guai.”

“sta squillando ora”

“ma se è più muto di un pesce morto.”

*drinnnnnnnnn drinnnnnnnnnnn*

"Pronto, no domani non ci vengo a quella riunione per mezzeseghe"..”ma come diavolo lo sapevi?”

“.... eh l’ Ufficio…sono anche in Ufficio .. non ricordi ?”

“Dimentico troppo facilmente le cose importanti.”

“Eh già ragazzo. Per la cena di domani mi avevano già avvisato  due settimane fa; e  tu avevi dato piena disponibilità. Per leccare il culo a quello stronzo di filippo sei sempre bravo. Quello che a 41 anni nemmeno suonati è gia capo …vice rè ... come lo chiami tu”

“Già quello stronzo. Si fotta. Ma dove vuoi portarmi?”

“Io portarti ? Sei tu che hai iniziato, io sono 32 anni che ti seguo senza dirti A ne B . Tu fai di testa tua, mi modifichi  mi plasmi e poi pretendi di rivederti uguale.”

“e perche ti sento solo adesso?”

“Solo che io, beh, mi sono  un po’  rotto il cazzo.  Perché  solo oggi ti sei accorto di me? Oggi è successo qualcosa .... non ricordi?? a mensa.”

“Non mi dire quando ho pensato, guardami allo specchio, che sarebbe quasi ora di crescere alla mia età?”

“Decisamente, fu la mia prima frase. Eheheh…”

“Speravo fosse anche l 'ultima.”

“Non stai mica per suicidarti spero?”

“no, cristo, no. Ho solo 32 anni.”

“indi per cui - amo quest’ espressione- non è l ultima!. Ricordati bene che io sono quello che vuoi vedere non quello che vedi effettivamente. Guardati bene. Io ho la maglia verde scura. Perché ti sei rotto d portare quella camicia a righe schifosa che sa d Ufficio e in cui oggi, essendo mercoledì, hai sudato con la tipa. Quindi, tu vedi la mia maglietta ma indossi la camicia. Vedi com’è semplice.  Io ho l anello che ti ha regalato Clemence per il 14 luglio quando l hai lasciata hai buttato l'anello ... ma io ce l’ho.”

“Ma se quell’anello era finito nell'oceano l’anno scorso...”

“Pero io ce l’ho.  Perché tu vuoi averlo.”

- Il suo regalo di compleanno...-

“Anche se è finito nell’oceano.”

“Ora inizio a capire.”

“Fammi un favore gentilmente.”

“Cosa vuoi?”

“Chiudi le persiane, iniziano a darmi fastidio.”

“Ti fa paura il sole?”

“Sai ho gli occhi sensibili  a furia di vedere tutte quelle carcasse camminare e sputarsi in faccia - in faccia a me - come tu fai qualche volta. È il sole che ha paura di me. C’ hai mai fatto caso? I suoi raggi si riflettono perché temono di essere assorbiti.”

“Fammi rivedere l anello...non credo sia lo stesso.”

“Guarda. C’è scritto 14-07-04. Dimmi se sbaglio...”


“Ci sono anche le iniziale...può essere solo lui. Va bene va bene ..ci credo..."

Ne sono lieto.”

“Il mio riflesso che mi parla. Se lo racconto nessuno ci crede.”

“se lo credessero inizierebbero anche loro. Ti rendi conto che caos sarebbe il mondo!?! Come se non bastasse già il caos delle macchine,dei telefoni, degli stronzi che urlano, delle grida. E poi a quel punto inizierebbero a cambiare le cose. Non so se sarebbe un bene o un male. Tutti alla rincorsa di un’evoluzione  in  ciò che vedono. Perché  è ciò che vogliono vedere credendo sia quello vero. Insomma un bel casino.”

“Non saprei. uno può immaginare di essere ciò che vuole o ciò che vede. Ma in realtà non lo è mai.”

“L’immaginazione è sempre una bella cosa - ne hai prove mercoledì ricordatelo - ma l’immaginazione non è vera.. puoi immaginare di volare; ma non per questo volo.  Icaro s’è bruciato le ali senza riuscire a spiccare il volo.”

“Mi stai forse dicendo che non me la sono scopata su quella scrivania durante la pausa pranzo?”

“si quello si . Indubbiamente.”

“o eri tu a fotterla per bene?”

“Mi riferivo all’ immaginazione che avete nel farlo. preferisco il suo "riflesso" se cosi lo vuoi chiamare; è molto più eccitante.”

“E cosa fa il suo riflesso?”

“E soprattutto mi ci son voluti quei 2 anni per conquistarla. Quei 2 anni che tu lavori li. A te quanto c’è voluto?! Eh con quella faccia da bravo stronzo dannato che hai. Un mese? Forse anche meno.”

“esattamente 20 giorni.” (ghigno di soddisfazione).

“Ecco,  20 giorni per Rachele ,2 anni per la vera. Se cosi la vogliamo chiamare.”

“Il suo riflesso com’è? è meglio di lei?”

“Senz’ altro.  Mi spiace , d’ altronde, che a te sia capitata la parte peggiore di quella figa. Ciò che vuole vedere Rachele è un immagine orgogliosa, decisa e che ha dignità che ha idee e non solo gambe da aprire quando conviene.”

“tutto ciò che sei tu.”

“Sono ciò che vuoi che io sia. Ricordi.”

“me la togli una curiosità?”

“Se posso.”

“Com’è essere il mio riflesso? Non deve essere semplice sopportare tutto quello che faccio.”

“In effetti non tanto le tue azioni , quanto i tuoi pensieri. Ogni singola cosa che pensi mi cambia . Prova a farti un conto di quante ore al giorno pensi. Di tutto quel tempo 90% lo pensi riferito a te stesso. Anche cosi facendo sottostimi il danno. Sei un bel casino da gestire.”

“Cosi tanto? Devo essere una bella testa di cazzo.”

“Te l’ho detto ma non mi ascolti. Però in tutti questi anni ho imparato a fare una cosa. Aspettare che ti decidi e poi considero il ventaglio di offerte garantito dai tuoi pensieri,  buttando via quelli del cazzo che non saprei dove mettere se fossi un computer.  Cestino l 80% dei tuoi pensieri.”

“Non è rimasto molto allora. Ma come è possibile ridursi cosi?”

“È rimasto questo che vedi perché lo vuoi vedere: sono tu in jeans e maglietta verde con l anello al pollice. Io non sono  la parte del tuo cervello che ragiona sui motivi. Io sono una conseguenza esattamente come tu sei il risultato di questa società corrotta.”

“Una conseguenza che parla troppo però.”



“Starò zitto. Rispondi al telefono.”


*drinnnnnnnnnnnnnn*

“Un’altra volta? Chi cazzo è sta volta? Vediamo se indovini.”

“È Carlotta – una  tipa che ti  fa il filo. Cioè più che  il filo, che vorrebbe tanto essere Rachele e avere la sua mano e bocca un po’ ovunque.”

“Da lei me lo faccio prendere in bocca sabato. Me la tiro ancora un paio di giorni.- "si pronto. Ah, ciao carlotta...si stavo per uscire...sai domani ho ancora da lavorare parecchio..facciamo sabato magari…sempre se mi libero.”

“Guarda sotto la finestra. T’ha chiamato che era in giro PER CASO ma in realtà è nell’auto parcheggiata dall’altra parte. quella rossa; sempre discreta.”

“Deve essere proprio partita. Tutto ciò gioca a mio favore.”

“Potevi dirle di salire ora. 2 in una giornata non è mica male come prestazione. Ricordi quand’eri pischello e con Marco e Sebastiano giocavate a fare i cretini con scommesse del cazzo. Chi trombava di più in una settimana.”

“Da quanto non pensavo a quei due. Chissà che fine hanno fatto. Non cambiare discorso. Non ci provare con me. Deve saper aspettare. Sabato avrà quel che vuole.”

“Io ti ho solo detto che hai perso una scopata. Nient’altro. Il capo ha parlato."

“che centra quel coglione adesso?”

“il coglione sei tu che decidi per lei. Lei ha già deciso per lei, tu devi decidere per te. non puoi farlo per  lei e ne tantomeno  darle il contentino sabato. – Avrà  quel che vuole." Ma te da lei che cazzo vuoi ?

“Assolutamente niente. Se lei ha già deciso anche io l’ho fatto; e ho deciso per sabato.”

“Niente? E se non vuoi niente perché non divertirsi quando ne hai possibilità? Un’occasione persa. Che forse non ricapiterà.Ti ricordo che sabato sarai  fuori città.”

“fottuta testa.”

“…come ti scordi le cose!”


“Ricordamelo prima maledizione.”

“Hai un’agenda che te lo ricorda. Ci hai speso quasi mezzo stipendio  e non la usi?”

“Che razza di riflesso sei?”

“Io non posso farlo.  Io sono ciò che vuoi. Tu non vuoi andare fuori questo week - end. Ma l’hai promesso. Riunione di famiglia. Non puoi mancare e  probabilmente sabato sarò obbligato a seguirti, maledizione. A dire il vero avevo altri piani.”

“Tu che sei ciò che vorrei essere quindi vuoi andare alla riunione?”

“NOOO…è per spiegarti perché ora hai perso la tipa.”

“Fa pure gli anni mio nipote.”

“Ti spiace se mi verso un drink? sai com’è;  ho una certa  sete.”

“Preparami un rhum con ghiaccio. Poco ghiaccio.”

“Ma se il rhum ti fa schifo.”

“Voglio qualcosa di forte. Dammi del rhum.”

“Prenditelo. Io mica esco dallo specchio. Perché non le scrivi un sms?? In fondo il suo numero è ancora in memoria.”

“Dici che è il caso?”

“Non stai pensando a Rachele né a Carlotta.....Non farmi passare per idiota. IO SONO I TUOI PENSIERI PIÙ  INTIMI. Guarda ho già in mano il cellulare.”

“Non farlo.”

".......Tu me manques" ....



+331.....

“Ancora ricordi il numero a memoria.”

“E se rompo lo specchio che succede? Hai pensato a questo?”

“Vivresti senza desideri e voglie?”

“No, mai. Mi stai forse dicendo che se distruggo lo specchio nel momento in cui ci sei, distruggo anche i miei desideri e le mie voglie?”

“DISTRUGGI ME. Rifletti su cosa sono io.”

“E quindi me.”

“Esattamente. Hai bisogno di me per il confronto. Hai bisogno di me per svagarti, per scappare. Hai bisogno di me per spaccarti un vaso in testa quando fai le cazzate e darti un calcio per mandarti avanti. Senza di me sei il nulla svuotato dei tuoi pensieri, senza di me non hai ragione di esistere e respirare, senza di me vivresti una vita senza più alcun tipo di emozioni; tutto apparirebbe sotto forma di ombra e tonalità di nero. Ovviamente vale anche il viceversa.”

“Mi hai sempre parlato ma la prima volte che ti ascolto sul serio mi poni di fronte a questo? Non ti sembra troppo come primo incontro?”

“Sei tu che ti poni questo.”

 “Eri tu che mi spronavi nei momenti peggiori e sempre tu stavi in silenzio quando urlavo più forte?”

 “URLAVI PER NON ASCOLTARTI.”

 “Non volevo ascoltarmi per il semplice fatto che non sapevo cosa fare realmente e cosa volevo desiderare davvero. In fondo se mi fossi ascoltato forse anche tu saresti stato migliore.”

“È comodo fare casino per non doversi porre domande, vero? Perché una domanda esige risposta. E le risposte non sempre fan piacere.”

“Si, te l’ho detto prima cosa penso delle domande.”
“Ricordo.”

“Le risposte mi hanno sempre spaventato a tal punto da considerare la paura come una reazione troppo complicata da essere capita.”

“Fanno sempre paura. Anche se poi risultano positive, l’attesa del riceverle fa SEMPRE paura.”

“No no no. Adesso basta. Facciamola finita..."

Sto per dare un calcio allo specchio ma qualcosa mi blocca; l anello che rivedo alla mia mano.

“dimmi per l ultima volta cosa vuoi. Mi vedi? Guarda gli occhi. Sono quasi in lacrime. Lasciami in pace, cosa ti ho fatto?”

“Ma  che coraggio piccola testa di rapa! Mi hai chiamato tu. Hai voluto vedermi. VEDERTI. Hai voluto che fosse così. Ora mi hai visto e abbiamo parlato. Io non voglio niente. Non posso voler niente;  il potere decisionale è tuo non mio.  Io non ho nessun potere. Se vuoi essere colpevole e mandante fai pure. IO SONO UNA CONDANNA. sono una conseguenza della tua condanna.”.

“credo che tu sia il mio errore più geniale.”




Il riflesso creato si alza dalla sedia, lascia sulla scrivania un anello ed esce di scena.

Rita Foldi & Nick7


Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Supervisione Paolo Rafficoni
-Editing: Manuela Verbasi, Alexis
-Racconto di Rita Foldi [fallenfairy] & Nick7
-tutti i diritti riservati agli autori, vietato l'utilizzo e la riproduzione di testi e foto se non autorizzati per iscritto

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 3292 visitatori collegati.