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Felice Serino, cospirazioni di altrove

 

Felice SerinoLa cospirazione è quell’accordo segreto che serve a modificare o cambiare radicalmente una situazione. Felice Serino con la sua raccolta poetica “Cospirazioni di altrove”, Edizioni Virtuali “Il Basilico” ci accompagna in punta di piedi, “in segreto”, nella scoperta di un altrove, in quei misteri che girano attorno alla vita.

La prima poesia è una dedica dell’autore a Stephane Mallarmè, il teorico più lucido della poesia simbolista. (Tenue rosa d’albore/nel cuore fiorite di cielo).
Serino proprio come Mallarmè sogna di evadere in un mondo di incontaminata purezza, vuole raggiungere l’anima delle cose attraverso la poesia.

E’ così che l’autore si fa intermediario tra il visibile e l’invisibile, depurando il linguaggio da incrostazioni lessicali troppo rigide. Da “Ho sognato di essere trasparente”: “vortico in un vento/di luce/da fenditure di un sogno/spio il mondo”.
La parola si fa trionfo di purezza e riesce a radicarsi in prondità nel cuore del lettore rendendolo testimone di un repertorio intimo inesauribile.
Felice Serino trae ispirazione da frasi, concetti, pensieri di altri poeti e scrittori, rimodella a suo modo immagini e sensazioni forgiando i versi di un’autentica intensità e sincerità espressiva.
Da una frase di Erri De Luca è nata “Consapevolezza dell’ essere” (…”ma il cuore che non può morire/infiniti universi racchiude”).
Erri De Luca diventa così la sorgente dove Serino abbevera il suo “magma” poetico.
Anche lo scienziato e inventore Emanuel Swedenborg offre involontariamente al poeta una forza creativa particolare.
Swedenborg è stato uno dei pochi a sostenere di essere in grado di comunicare con l’aldilà e in una sua dichiarazione ha rivelato: «Ho visto mille volte che gli angeli hanno forma umana e mi sono intrattenuto con loro come l’uomo si intrattiene con l’uomo, a volte con uno solo, a volte con più di uno, e non ho visto nulla in loro che differisse dall’uomo in quanto alla forma. Affinché non si potesse dire che si trattava di illusione, mi è stato concesso di vederli in pieno stato di veglia, mentre ero padrone di tutti i miei sensi ed in uno stato di limpida percezione.»
Felice Serino in “Emanuel Swedenborg” sembra entrare in contatto con lo scienziato, si affida alle sue virtù sensoriali fino quasi a supplicarlo: ” lascia Emanuel che entri/ nel tuo Sogno”.
La rivelazione sistematica di radici di fede prende sempre più piede nell’opera di Serino, il quale con molta umiltà si avvicina all’ Assoluto chiedendo misericordia.
Il poeta tenta una personale conquista nell’ interiorità, conservandone echi, trasparenze e sospensioni, conservando in segreto il “raggio verde” delle parole.

Michela Zanarella
 

 

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a cura di Ezio Falcomer

♦Compagnia di teatro sul web Accademia dei Sensi♦

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