In Smemoria di me [parte 1] - Giuseppe Pittà | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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In Smemoria di me [parte 1] - Giuseppe Pittà

…in smemoria di me…
(ballo frenetico di tacco e punta in re maggiore con riporto incontenibile)


… ho perso il tempo non ho concretezza di un ricordo solo un confuso incedere verso una straordinaria profondità come a saper di voler incontrare una sola stabile certezza come a voler tenere nel palmo della mano la costruzione di un’emozione la perfetta riuscita di un alito di memoria ma non riesco ad illuminare alcun angolo credo il tempo mi abbia irrimediabilmente abbandonato ora alla deriva di me stesso in balia di onde e vortici alla ricerca impellente di un appiglio di una tavola che permettesse ai miei palpiti di restare a galla in questo mondo che sento estraneo e sicuramente brutale …

… l’orizzonte mi è vicino gli occhi riescono a penetrare tra gli spazi delle nuvole e riescono a vedere quei tratti di salvezza che sono rappresentati dalle linee diritte degli orizzonti ho quasi la certezza che al di là di essi riuscirò a trovare di nuovo la perfezione della tua bocca che oggi non riesco ad applicare alle mie cognizioni alle visioni di un caos che mi appartiene e mi tiene nella sua totalità la tua bocca che so per certo morbida e sensuale la tua bocca che strano a dirsi mi dona una specie di grande calma apparente eppure si mischia ad un fuoco almeno che io senta senza precedenti un fuoco che mi avvolge e mi addolora ma allo stesso tempo mi esalta e mi sconvolge perché so che ci sei so che c’è una figura che deve esserci che è quella del mio sentire senza tregua che mi limita il respiro che mi stringe forte il cuore …

… eppure ho certezza di un odore mi carezza lieve la guancia e mi solletica il naso odore di guerra d’amore una speciale mescolanza di alimenti che so chiamare e riconoscere con in più una vicinanza agli elementi del mondo così riconosco un miele che so per certo esser vischiosissimo come stille di pino leggero ed accomodante sulla punta delle dita che però qui assumono sentore di ramo di mirtillo quello nero che ha più forza di pittura e con esso si inebria come spuma di mare con una punta assoluta di sabbia bagnata ed è qui dentro al centro di una profondità nella fronte che riesco ad assaporarlo al meglio come trovare una cosa cercata con ogni forza non so ma è come una conoscenza d’essere umano di altro essere che ho conosciuto in modo forte e totale come se avessi coscienza di seni che ho carezzato e capezzoli che ho baciato e di un ventre che ha accondisceso alla brutalità di una sete atavica ed ha calmato i morsi di una fame straordinaria e mai fino a quel momento calmata ho certezza di questa novità nel mio tempo smarrito come di un ritorno di sogno nel gioco assoluto di un piccolo lampo che io chiamo speranza …

… c’è il ritorno di un drago in queste giornate senza più tempo lo avverto come un sovrano d’assolutismo e potere gran vincitore di una qualche congiura costruttore maledetto della benedizione delle sfide che costruiscono così la vittoria del migliore di colui che regnerà sugli eredi della disfatta così oggi avverto la presenza di una presenza che è come esser consapevoli di un certo determinato destino così mi vado distraendo in un contatto con i mari del fato che è mare molto pericoloso per via delle sue ondate altissime e del freddo intenso dell’acqua che poi ho ritengo di sapere un difficile rapporto con l’acqua dei mari e dei fiumi e dei laghi perché credo di essere un uomo di montagna nato e pasciuto più nella neve e nel ghiaccio che nel caldo delle stagioni ed oggi ho concretezza di alcuni ricordi che affiorano leggeri e pesanti al tempo stesso perché visioni di un attimo e quindi svolazzanti come piume e granitici nel loro comunicarmi un insieme di grandi e grossi problemi un volo che mi stringe riportandomi al suolo incollandomi al suolo con tutto il peso con la pesantezza dei mondi che si incrociano e ti assediano con il potere straordinario di tutta una malvagia malvagità …

… stento a ritrovarmi mio malgrado ammetto di avere una forte difficoltà a centrare cose che mi possono riguardare poco fa i miei occhi hanno incontrato una piccola bottiglia a forma di cono dentro un liquido rosso che mi ha ricordato qualcosa è sicuramente il colore credo di avere una vicinanza particolare al colore ma cosa questo è difficile da comprendere forse il rosso di un fiore o di un frutto magnifico forse solo un grappolo di ribes rubato in un giardino ai tempi in cui ero cucciolo o sarà stato il sogno di un ideale una bandiera un drappo smosso dal vento degli slogan nelle manifestazioni ma è rosso anche il sangue ed ho tremato per via che potrei essere stato un assassino ma non sono molto in sintonia con questa cosa che credo sarei veramente incapace di procurare dolore e tanto meno essere in grado di colpire qualcuno a farlo sanguinare ma può essere il mio stesso sangue allora potrei essere una vittima questo spiegherebbe la disfatta dei ricordi darebbe significato alla tabula rasa che mi regna dentro ho tremato e sofferto ma poi mi sono tranquillizzato perché è già un qualcosa una macchia rossa affiora nel vuoto della mia mente e questo fatto implica il cambiamento della condizione non sono più senza alcun ricordo perché in effetti ora ricordo qualcosa di rosso non so cosa ma so per certo che qualunque cosa sia stata è stata di colore rosso …

… stamattina ho incontrato alcune parole che non sapevo abitassero in me stamattina ho aperto gli occhi ed ho sussurrato tre parole cacciatore di luce ho parlato forte di getto costruendo tre parole che sembrano davvero provenire o da un passato molto lontano o da un futuro altrettanto lontano ne sono stato così spaventato e al tempo stesso decisamente affascinato molto ma molto affascinato al punto che ho pronunciato le tre parole in tanti modi diversi cacciatore di luce cacciatore di luce come una specie di preghiera un modo per risistemarle dentro di me che mi dessero un indizio mi procurassero un brivido un palpito di memoria uno straccio di ricordo niente niente da fare solo la improvvisa genesi di questo concetto che è una sorta di condizione una qualche professione la concreta possibilità di un vero e proprio lavoro se esiste poi o esisterà un lavoro da cacciatore di luce ma intanto devo dire che a me piace perché mette in campo due sistemi che in me sento contraddittori l’essere cacciatore è una di quelle cose che sento mi hanno sconvolto da sempre un qualcuno che si mette a cacciare che la caccia è sempre una crudeltà è una parola che implica un dominio sugli altri e pure sugli animali e le piante e le semplici cose la caccia è un modo per assoggettare per rendere prigionieri perfino per uccidere ma la luce la luce è il massimo per un mondo che un mondo senza luce è un mondo senza esistenza dove tutto si ammanta di ombre e nelle ombre spuntano sempre i fantasmi del nostro vivere spuntano i terrori e gli orrori più veri ma la luce tutto illumina e rende giustizia alle bellezze ed alla magia del vivere …

… forse sto ritrovando il tempo oggi ho scrutato negli occhi verdi trovando la certezza di un nuovo intenso viaggio ho alzato gli occhi dal ruscello cercando nell’alto la punta innevata di una montagna che credo di conoscere in modo quasi perfetto credo che tra poche ore troverò il coraggio d’affrontarla e di scoprire se conosco il sapore di quel ghiaccio se quel ghiaccio mi ha fatto rabbrividire in un giorno della mia già ragguardevole vita un richiamo forte con la musica del respiro passo dopo passo verso il mio cielo la meta secolare di un canto nuovo che è l’inno più sincero tra le aquile le uniche sovrane dominatrici dei venti e delle valanghe non posso fare a meno di spingermi perché ogni passo mi restituisce un barlume di luce ecco come dispormi devo essere attento e preciso nei colpi un cacciatore di luce non può sbagliare ed ho incontrato il tuo sorriso dopo i primi cento passi il sorriso e la dolcezza di un bacio a sfiorarmi le palpebre e l’alito tuo che sa di menta e il tocco sublime della punta delle tue dita e del dorso della mano sul viso e le tue parole che risuonano nell’aria che sono parole di un amore che non ha eguali che non si sottrae alla propria responsabilità d’essere amore vero con te si può andare avanti in te trovo la forza della conoscenza trovo l’impegno a ritrovarmi a ricostruire l’alba di un domani che contenga tutte le verità e le bugie del passato a riscrivere il libro di un mio potere che è il potere di scorrere verso il futuro saltando al di là d’ogni limite al di là degli orizzonti e dei baratri dei destini in te ritrovo il potere del fuoco la forza limpida e lucente di un fuoco che illumina e riscalda sciogliendo i nodi dei ricordi ridonandomi tutti i fallimenti tutte le soluzioni forse sto ritrovando il tempo e spero proprio che il tempo stia ritrovando me …

LadyBea48


-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Paolo Rafficoni
-Supervisione: Manuela Verbasi
-Editing: Manuela Verbasi, Emy Coratti
-Racconto di Giuseppe Pittà [ohrasputin]
-tutti i diritti riservati agli autori, vietato l'utilizzo e la riproduzione di testi e foto se non autorizzati per iscritto

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