Iry 50
Gocce di pianto
Piangete voi,
nell’incolto rosario
lo sguardo su di lei,
ove il buio incalza
nel ballo della luna, inebriando
il sole spento, a tergo astiose stelle.
Piangete voi, l’anima severa,
fuggente, e non
ancora fuggita che per
vincere canta il giorno
mentre le foglie
putride stanno mute
a piangere la campagna.
Piangete voi, un sorriso spento,
sui capelli d’argento,
pigra nebbia vesperale
gemma d’una voce retta,
del pensiero costante
di dire: addio.
Nessuno, l’abbraccerà
nella sua follia, dolore,
frana d’arduo abisso che
echeggiò, balzò, rotolò cupo
e tacque, nel canto d’un verso
di poesia.
Piangete voi,
nella sua espugnata serenità.
Motivazione: la poesia Gocce di pianto offre nella scelta dei versi e delle metafore una drammaticità che accomuna l’autrice a quell’angoscia per la morte di alcune liriche della poetessa Alda Merini.
Runa
Che quasi non ricordo di te
Quasi ho dimenticato il tuo volto
che mi appariva come mantello della Notte
come rugiada cristallizzata di sogni
Che quasi ho dimenticato come batteva forte il cuore
non ho avuto il tempo
di contaminartelo nella memoria
Mi sei passato affianco come un lampo di Fuoco Spento
squarciandosi negli occhi
che oggi si chiedono di cosa lacrimeranno ancora
nei nuovi giorni avvenire
Tremerò nel nuovo percorso Inconscio
La Natura di certo sarà clemente
con la stanchezza del mio volto
Ricamandomi fra le rughe la nebbia
mi abbandonerò allo stretto sorriso
che ancora le mie guance
avranno la forza di affrontare
come fruscio di vento freddo
che mi ricorderanno le Tue carezze
Motivazione: la poesia rispecchia lo spirito della poetica della Merini; la scelgo per lo stile narrativo ricco e simbolico, per l’intensità. L’autrice è riuscita a non scivolare nella retorica offrendoci una poesia elegante e raffinata che richiama metaforicamente la leggenda che è stata la Merini.
Ventodimusica
Morte di una poetessa
E rintanate al buio
le parole
restano intatte
al passaggio del mondo
filtrano gli occhi
le verità ardite
-e sciocche-
del cammino in-verso escluso.
Girano gli orologi
affettando i giorni
-di che silenzio
è oggi
il nostro tempo...-
Motivazione: L’autrice evoca la poesia in una lirica pregna di vitalità. La poetessa esisste in funzione della poesia e attraverso la stessa rinasce negli occhi di chi legge, questa morte-rinascita ritma la funzione della parola, del segno che lascia quando attraverso il silenzio esprime la libertà. Il tempo diventa una misura poetica e ne svolge contemporaneamente anche la sua funzione. Una poesia che colpisce e rapisce nella sua astrazione drammatica.
Ormedelcaos
L'affacciarsi
E’ oltre, è lontano l’abisso dell’universo,
il nostro molto più vicino.
Sperammo alle tre, ed oltre, finanche la cortesia.
Ma non era quella la finestra da cui affacciarsi.
Motivazione:, la poesia colpisce per la sintesi con cui l’autore padroneggia l’ispirazione. In questi quattro versi l’autore offre un’immagine lirica del trapasso cogliendo nell’intuizione dell’abisso lontano un messaggio originale. e l’unicità che riserva alla cortesia
Gil
Non è l’ora buona questa per vivere un nuovo giorno.
(ad Alda Merini - memoria per l’arrivederci)
Sarebbe stato meglio un sogno
dissennato di piccoli passi nel parco
appena affranta dalla vita malandata
con le ossa negli occhi
la criniera pendula ammansita
leonessa di parole.
Sarebbe stato meglio
un vino un fumo un uomo caro
un verso audace
nella pace
quella che ti lascia una fiamma spenta
- una voluta grigia ti conserva agli angeli -
separa l’aria
e fissa gli occhi alla metà che voli.
Motivazione: in quest’arrivederci di Gil le metafore raccontano i passaggi dallo stato onirico del sogno poetico al volo come “via che conduce all’inconscio”; l’autore passa dalla materialità dei versi di apertura delle prime due strofe “sarebbe stato meglio” pregne di simboli e metafore che richiamano alla poesia come forma d’arte alla spiritualità dei due versi della strofa di chiusa: thanatos diviene aria e volo eterizzando in questo modo quel cielo occulto.
Michela Zanella
Ricordando Alda Merini
Chiedi poesia. Ma la morte
ti è scesa nel sangue
a crescere buio e vuoto
in terra.
La tua anima è memoria
di ramo ed abisso,
rifugio di emozioni respinte
alla vita.
Il tuo scrivere dura un orizzonte
che sento eterno,
forse il mio silenzio
è anche il tuo,
una rima a vincere assenza.
Motivazione: Una lirica intensa quella della Zanella. In questi versi la musicalità penetra in totale libertà. L’assenza è un vuoto incolmabile, separazione dalla poesia per quell’orizzonte che diviene cesura e chiusura. La memoria è dolore disorientato e allo stesso tempo lucido e ciò che resta è il riscatto che il poeta paga alla morte sopravvivendo al silenzio eterno.
Manuela Verbasi
Il tuo viso
Ristagno inquieto
nei segni sul viso
furioso il soffrire
la vita amara
di nuovo solo il sole
Beffardi e nostalgici
gli occhi s'anneriscono
al crepuscolo che
sta calando piano
Motivazione: l’autrice allude con questi versi al senso d’inutilità del dolore. Il volto diventa la fotografia del destino inciso nei segni del tempo. Aleggia nei primi quattro versi la lotta furiosa che la poetessa Merini ha dovuto affrontare, quattro versi colmi di immobilità e impotenza di fronte alla vita stessa. Nel volto due occhi raccontano l’ironia della sorte che conduce al crepuscolo. Un crepuscolo che cala come un sipario sul dramma appena compiuto. Un poesia breve che racconta la vita della poetessa attraverso la fotografia di una singola ruga.
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autori di Rosso Ven
-Recensioni e selezione di: Raffaela Ruju
-Foto di: ©Blue Road
-Redazione
-Editing: Manuela Verbasi
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