Scritto da © ande - Lun, 01/08/2011 - 18:16
Eppure ci contavo che m’avresti scoperto
A guardare i tuoi occhi chiari
La tua bocca fragile
mentre un sorriso vizioso
Giocava a tris con la mia anima
contenta di voler perdere.
Lo sai, le mani goffe vorrebbero scorrere
Sulle praterie di seni e gambe adiacenti
tra le spighe piegate dal vento.
Non fuggire,
deliziarsi dei lamenti di grano spezzato
nutrirci la passione.
Che mi costa fermarmi!
Dio sa quanto mi costano le tue labbra
ed il respiro che l’attraversano
strofinando petali di lillà.
L’amo.., vedi ne ho pudore,
eppure tutto è rovesciato se verranno,
Un cristallo veneziano lasciato andare
da una mano che m’indica e riempie di ridicolo una stanza.
Eppure volevo essere scoperto a piacimento
Essere di trastullo,
la pancia su cui posare la tua cicca accesa.
Anche questo sai della mia anima
che non c’è limite oltre quel muro
Se non fosse per il verme che ci vive dentro.
♦Lettura Poesie degli Autori di Rosso Venexiano♦
Ezio Falcomer
A guardare i tuoi occhi chiari
(Scritto da © fintipa2)
Verranno a rivoltarmi le tasche, in ordine sparso
Non posso mostrare in pubblico i miei calzini
E le vipere nascoste nel nido
attorcigliarsi alle mani come fossero diademi
La mia maglietta intima in latta
ed i giornali di nascosto letti, che parlano di te
Perché tu sei…..Non ho parole per spiegare
Dov’è nascosto il tuo nome
Non mi basta l’eloquenza se scoppiano i cuori
Di mille margherite e tu non hai idea del profumo
Lo staffile nel naso
un’unica entrata per valchirie in ritirata.
Non posso mostrare in pubblico i miei calzini
E le vipere nascoste nel nido
attorcigliarsi alle mani come fossero diademi
La mia maglietta intima in latta
ed i giornali di nascosto letti, che parlano di te
Perché tu sei…..Non ho parole per spiegare
Dov’è nascosto il tuo nome
Non mi basta l’eloquenza se scoppiano i cuori
Di mille margherite e tu non hai idea del profumo
Lo staffile nel naso
un’unica entrata per valchirie in ritirata.
Eppure ci contavo che m’avresti scoperto
A guardare i tuoi occhi chiari
La tua bocca fragile
mentre un sorriso vizioso
Giocava a tris con la mia anima
contenta di voler perdere.
Lo sai, le mani goffe vorrebbero scorrere
Sulle praterie di seni e gambe adiacenti
tra le spighe piegate dal vento.
Non fuggire,
deliziarsi dei lamenti di grano spezzato
nutrirci la passione.
Che mi costa fermarmi!
Dio sa quanto mi costano le tue labbra
ed il respiro che l’attraversano
strofinando petali di lillà.
L’amo.., vedi ne ho pudore,
eppure tutto è rovesciato se verranno,
Un cristallo veneziano lasciato andare
da una mano che m’indica e riempie di ridicolo una stanza.
Eppure volevo essere scoperto a piacimento
Essere di trastullo,
la pancia su cui posare la tua cicca accesa.
Anche questo sai della mia anima
che non c’è limite oltre quel muro
Se non fosse per il verme che ci vive dentro.
(tratta da Marlene ed il professore 1)
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore poesia: © fintipa2
-Voce: Ezio Falcomer della Compagnia di teatro web Accademia dei Sensi.
Tiene inoltre un blog di scrittura e un audioblog di recitazione fa parte della redazione di Rosso Venexiano
-Editing: Anna De Vivo
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore poesia: © fintipa2
-Voce: Ezio Falcomer della Compagnia di teatro web Accademia dei Sensi.
Tiene inoltre un blog di scrittura e un audioblog di recitazione fa parte della redazione di Rosso Venexiano
-Editing: Anna De Vivo
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