Scritto da © rossovenexiano - Gio, 12/04/2012 - 12:39
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Avalokitesvara
La carezza della medusa
scavalca i secoli. Dolcissima lava che rasenta l’apollineo. E lo infetta Ai margini della città della luce. Epifania dello scandalo. Eufemismi ed ospedali hanno recluso l’inaudito; non è dicibile, non è rispettabile il grado zero, l’esposizione alla notte. Solo nella penombra canta la cacofonia delle mille endiadi, delle tetre creme di bellezza di Persefone la cerea regina degli inferi I brani della carne di Dioniso lasciati ai lupi e ai cianobatteri. In questa tundra di rimasugli di ossa scarnificate, testi poetici dei mangiatori di morte, ci si sente pronti al balzo evolutivo, rifiuti del presente, adatti al cambiamento catastrofico, ell’èskaton della specie. Professionisti degli interstizi e fratelli delle blatte notturne. Trasfigurazione in desolante kènosis. Avalokitesvara, che rinunci all’estinzione, per ascoltare il dolore del mondo, non te l’aspettavi quest’abbondanza di catrame, di liquame fuoriuscito dalla koinè senza tramonto, dal gracidio ecumenico che occulta il Silenzio. |
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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi -Autore poesia: Ezio Falcomer -voce di: Mario Calzolaro -Editing: Anna De Vivo |