ah dimmi, è questa punta di stella,
che abiteremo tuttanotte?
basterà allungarsi nel canto del fiume
fin dove ci sospingerà il coraggio,
con ventagli di foglie sulla schiena
che innerveranno l'acqua
e quale conchiglia ci presterà
il suono per ricordarci la via del mare?
baciami allora, mille volte e ancora una
dove appare la fine di ogni bagliore
crocifisso lassù, che io non
pianga di nostalgia la memoria del rosa
che scende e diluisce l'orizzonte
ma credi ancora
che si apriranno tutte le porte dei venti?
oh respiro!
respiro mio
che ti rubai alle chiome dei cedri,
quando avevo trecce di ragazza
e ti avvolsi tra le pieghe dei ricami
che viaggio lungo di silenzioso amore
quel legno, che ti teneva
e l'odore certo di sole
il tenero di gusci, bianchi
e tutto intatto, l'oro che bagnava i palmi
adesso dimenticati amore mio
di quante stagioni
non hai trovato il nome,
dimentica quei rami che non si piegarono mai
di troppi fiori
quelle onde di folgori
poi vennero a morirmi in grembo, annodate
alla lucentezza di fuochi neri
che trafissero il petto della neve
si disse che non avevamo la voce bella che vuole Dio
e morirono tutte le anime d'oriente
oh respiro!
respiro mio
fammi l'ombra con le ciglia lunghe
sulle tinte dei grappoli abbandonati tra le labbra
ho ancora lunghezze di velluti e nastri
che sembrano vene azzurre appena sottopelle,
mai distese nell'aurora,
alte più delle altezze migliori
e brillamenti, più di Sirio a prima sera
vedi quel pallore che sale dall'ultimo roseto?
è il fiato che ci scambiammo, prima di salire
questa misura grande di cielo.