Scritto da © webmaster - Mar, 12/07/2011 - 22:25
♦ Lettura Poesie degli Autori di Rosso Venexiano ♦
Ezio Falcomer
Disillogico
(Scritto da © leopold bloom)
(Scritto da © leopold bloom)
“Disillogico” ripete il matto, cambiando tono e espressione
“Di-sil-lo-gi-co, dissillogico, diiisillogico”
Testa bassa, mani dietro la schiena, girando attorno al tavolo del salone.
La figlia lo guarda preoccupata e rivolgendosi al dottore
“Fa così da due settimane, da quando è andato al convegno a Viterbo, i suoi colleghi dicono, che ad un certo punto del suo discorso invece di dire illogico ha detto disillogico, poi è scoppiato a ridere e adesso si comporta così”
Il professor Aldobrandi ascolta serio le parole della figlia, guarda ancora una volta il malato, poi con tono preoccupato comincia a parlare
“La questione è seria, il paziente sembra si sia bloccato su un concetto, nel suo cervello si deve essere prodotto un ingorgo da cui non riesce ad uscire. Per risolvere questo problema a mio avviso non vi sono che due strade”
“Quali sarebbero queste due strade?”
Chiede speranzosa la figlia
“La prima, che potremmo definire detrattiva, consiste nell'eliminare il groviglio che si è formato.
Si potrebbe, tramite trattamento farmacologico, fare in modo che al paziente si alleggerisca la mente. Nell'oblio indotto dai medicinali, il malato scorda i suoi pensieri, si dovrebbe così sciogliere il nodo. Però trovo rischioso questo metodo, non dimentichiamo che il malato è un illustre filosofo, non vorrei che il trattamento intacchi qualche importante concetto su cui il professore sta ragionando”
“E la seconda?”
Chiede un po' più incerta la figlia
“La seconda, che potremmo definire dirimente, consiste nel suggerire al paziente, parole, concetti, che abbiano una funzione regolatrice, indirizzando i pensieri nel giusto senso, facendo in modo che si elimini questo accavallamento di pensieri che immobilizza il paziente”
“Come dobbiamo fare, come con le cocorite?”
“Si, grossomodo così, ogni qualvolta il malato dice la parola – Disillogicamente – noi ne suggeriamo un altra, fino a trovare il vocabolo che sblocchi l'ingorgo”
“Proviamo subito”
“Di-si-il-lo-gi-ca- mente”
“Ragione”
“Dissi- illo-gica- mente”
“Esatto”
“d-i-s-i-l-l-o-g-i-c-a-m-e-n-t-e, estratto di ragione”
“Funziona!”
“disfunzione diri-mente, logica ludica, giudicatamEnte, mente”
“Mi pare di intendere qualche logica, seppur vaneggiante, il concetto prende corpo”
“Copro il corpo a ragione di logica, disilluso da ludica vita, concepito con circospetto, di ragion pura”
“Decisamente si sta delineando un chiaro discorso, oserei dire con originali punti di vista e qualche lampo di puro genio”
“Eugenio, quale corpo e mente celi, ludico lampo chiaro, del dì scorso”
“Lirica e etica, stile e fonetica, chiara fonte di sapere”
“Metti l'elica all'etica, stille di fonte, muovi al sapere. Come caldo fon”
“Maestro siete tornato, ora vi riconosco!”
“Dottore, a me mi pare che ancora vaneggi, non ho capito una parola dei suoi discorsi”
“Cara ragazza, voi siete una anima semplice, i concetti esposti da vostro padre in questo momento, sono la summa di tutta la sua ricerca, anche io che ho decenni di esperienza nel campo, non ne riesco a cogliere a pieno la portata, ciò nonostante ne riconosco la grandezza”
“Si, comprendo quel che volete dire, ma il mio problema non si risolve, non lo capivo prima e non lo capisco adesso”
“Vedrete che con il tempo riuscirete ad intendervi, non è che una questione di esercizio, una volta comprese le chiavi di volta, aprirete ogni porta”
“Di-sil-lo-gi-co, dissillogico, diiisillogico”
Testa bassa, mani dietro la schiena, girando attorno al tavolo del salone.
La figlia lo guarda preoccupata e rivolgendosi al dottore
“Fa così da due settimane, da quando è andato al convegno a Viterbo, i suoi colleghi dicono, che ad un certo punto del suo discorso invece di dire illogico ha detto disillogico, poi è scoppiato a ridere e adesso si comporta così”
Il professor Aldobrandi ascolta serio le parole della figlia, guarda ancora una volta il malato, poi con tono preoccupato comincia a parlare
“La questione è seria, il paziente sembra si sia bloccato su un concetto, nel suo cervello si deve essere prodotto un ingorgo da cui non riesce ad uscire. Per risolvere questo problema a mio avviso non vi sono che due strade”
“Quali sarebbero queste due strade?”
Chiede speranzosa la figlia
“La prima, che potremmo definire detrattiva, consiste nell'eliminare il groviglio che si è formato.
Si potrebbe, tramite trattamento farmacologico, fare in modo che al paziente si alleggerisca la mente. Nell'oblio indotto dai medicinali, il malato scorda i suoi pensieri, si dovrebbe così sciogliere il nodo. Però trovo rischioso questo metodo, non dimentichiamo che il malato è un illustre filosofo, non vorrei che il trattamento intacchi qualche importante concetto su cui il professore sta ragionando”
“E la seconda?”
Chiede un po' più incerta la figlia
“La seconda, che potremmo definire dirimente, consiste nel suggerire al paziente, parole, concetti, che abbiano una funzione regolatrice, indirizzando i pensieri nel giusto senso, facendo in modo che si elimini questo accavallamento di pensieri che immobilizza il paziente”
“Come dobbiamo fare, come con le cocorite?”
“Si, grossomodo così, ogni qualvolta il malato dice la parola – Disillogicamente – noi ne suggeriamo un altra, fino a trovare il vocabolo che sblocchi l'ingorgo”
“Proviamo subito”
“Di-si-il-lo-gi-ca- mente”
“Ragione”
“Dissi- illo-gica- mente”
“Esatto”
“d-i-s-i-l-l-o-g-i-c-a-m-e-n-t-e, estratto di ragione”
“Funziona!”
“disfunzione diri-mente, logica ludica, giudicatamEnte, mente”
“Mi pare di intendere qualche logica, seppur vaneggiante, il concetto prende corpo”
“Copro il corpo a ragione di logica, disilluso da ludica vita, concepito con circospetto, di ragion pura”
“Decisamente si sta delineando un chiaro discorso, oserei dire con originali punti di vista e qualche lampo di puro genio”
“Eugenio, quale corpo e mente celi, ludico lampo chiaro, del dì scorso”
“Lirica e etica, stile e fonetica, chiara fonte di sapere”
“Metti l'elica all'etica, stille di fonte, muovi al sapere. Come caldo fon”
“Maestro siete tornato, ora vi riconosco!”
“Dottore, a me mi pare che ancora vaneggi, non ho capito una parola dei suoi discorsi”
“Cara ragazza, voi siete una anima semplice, i concetti esposti da vostro padre in questo momento, sono la summa di tutta la sua ricerca, anche io che ho decenni di esperienza nel campo, non ne riesco a cogliere a pieno la portata, ciò nonostante ne riconosco la grandezza”
“Si, comprendo quel che volete dire, ma il mio problema non si risolve, non lo capivo prima e non lo capisco adesso”
“Vedrete che con il tempo riuscirete ad intendervi, non è che una questione di esercizio, una volta comprese le chiavi di volta, aprirete ogni porta”
Due settimane dopo...
“Pronto dottor Aldobrandi, son la filiazione dell'illustrato, in vece di egli, mi manco, non crescerebbe da queste parti?”
“Non capisco, potrebbe esprimersi in maniera più chiara; seppure questa voce”
“Proprio qua carente, non mi specifico, secondo condiscendenza, sono pari, la prospiscienza genetica mi ottunde, mi cavi”
“Ora ricordo, voi siete la figlia del professor Dionigi, come sta vostro padre?”
“Mi penso derivi allo stato lieto, ma dottore, non mi inneggi alle calende, qui ora si pretende, non mi capacito con nullo”
“Cara ragazza non riesco proprio ad intenderla, mi provi a passare suo padre, forse giungeremo ad una conclusione”
“Preso al lobo questo inferno, perché non distinguete le vostre intenzioni”
“Datemene il tempo caro professore, so bene che siete impegnato, ma purtroppo non riuscivo a capire cosa volesse vostra figlia, non è che stia poco bene”
“Oh, stilettato destino, declino di sangue esangue, son tre i lustri giorni, misera carne inerme”
“Che strano, proprio quando voi stavate rinsavendo, vostra figlia si ammalava e dello stesso male. Che si tratti di un contagio?”
“Nullo sta a mio contegno di bacillo, impone la ragione di forza labile, necessita un abbocco, crescete da queste parti?”
“Dite che sia qualcosa d'altro, va bene vengo subito da voi”
“Non capisco, potrebbe esprimersi in maniera più chiara; seppure questa voce”
“Proprio qua carente, non mi specifico, secondo condiscendenza, sono pari, la prospiscienza genetica mi ottunde, mi cavi”
“Ora ricordo, voi siete la figlia del professor Dionigi, come sta vostro padre?”
“Mi penso derivi allo stato lieto, ma dottore, non mi inneggi alle calende, qui ora si pretende, non mi capacito con nullo”
“Cara ragazza non riesco proprio ad intenderla, mi provi a passare suo padre, forse giungeremo ad una conclusione”
“Preso al lobo questo inferno, perché non distinguete le vostre intenzioni”
“Datemene il tempo caro professore, so bene che siete impegnato, ma purtroppo non riuscivo a capire cosa volesse vostra figlia, non è che stia poco bene”
“Oh, stilettato destino, declino di sangue esangue, son tre i lustri giorni, misera carne inerme”
“Che strano, proprio quando voi stavate rinsavendo, vostra figlia si ammalava e dello stesso male. Che si tratti di un contagio?”
“Nullo sta a mio contegno di bacillo, impone la ragione di forza labile, necessita un abbocco, crescete da queste parti?”
“Dite che sia qualcosa d'altro, va bene vengo subito da voi”
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore testo: © Leopold Bloom
-Voce di: Ezio Falcomer della Compagnia di teatro web Accademia dei Sensi .
Tiene inoltre un blog di scrittura e un audioblog di recitazione fa parte della redazione di Rosso Venexiano
-Editing: Anna De Vivo
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autore testo: © Leopold Bloom
-Voce di: Ezio Falcomer della Compagnia di teatro web Accademia dei Sensi .
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-Editing: Anna De Vivo
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