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luna
 

Andare in vacanza dai nonni © Compensazione

 
Andare in vacanza dai nonni era per me l'occasione di nuove scoperte: io, bambino di città, mi perdevo nel fascino della natura. Il nonno mi metteva un po' di soggezione, nonostante il suo aspetto trasandato, le mani rovinate dal lavoro nei campi e l'odore di fieno e di latte, aveva una saggezza antica costruita sull'esperienza. Dopo cena, ci si sedeva sulla panchina ridosso alla casa, lui fumava la pipa in silenzio, e poi iniziava a parlarmi con la sua voce profonda. Guardavamo insieme il sole che tramontava, mi faceva notare il cambiamento dei suoni intorno, come tutto si acquietasse appena la notte stendeva il suo velo, e poi la luna, che sembrava così grande senza le luci della città. C'era un calendario lunario attaccato alla parete della cucina, vicino la porta d'entrata, e un giorno gli chiesi il motivo. Mi spiegò che la luna era molto importante per il suo lavoro, e che semina, raccolto, potatura, tutto era segnato dalle sue fasi. Mi sembrava qualcosa di magico che la luna, così lontana, potesse influire così tanto. Mi raccontò che persino il taglio della legna ne seguiva il ritmo e a seconda dell'utilizzo che se ne doveva fare c'era la fase lunare adatta, se serviva legno duro il taglio era i primi giorni dopo la luna nuova di novembre, in luna calante, in luna crescente invece il legno per i mobili, le barche, gli utensili di casa, così la legna da ardere, nel primo quarto di luna crescente ad ottobre. Il fatto che il legno potesse cambiare struttura a seconda del periodo in cui veniva tagliato per me era sbalorditivo. Continuò dicendomi che non solo gli alberi, le coltivazioni, ma anche le recinzioni di giardini e degli orti, la costruzione di sentieri di piastre devono essere fatti con una luna particolare: quella calante, che fissa meglio i chiodi nel legno e da' al cemento una forza addensante più intensa.
Lo ascoltavo con interesse, anche se quanto mi raccontava era così lontanamente utile nel mio quotidiano. Ma lui mi disse poi che anche noi subiamo dei cambiamenti dovuti alla luna, per esempio che, come l’erba dei prati, i nostri capelli devono essere tagliati in diversi fasi lunari se vogliamo che crescano meno o di più. Si girò infine verso di me ammiccando: - E poi ci sono i licantropi .- La luna era piena splendente nel cielo… e il nonno iniziò a riempirsi di peli…
 
 

Lascio lo spazio a tre quarti di luna © sellyselly

 
Lascio lo spazio a tre quarti di luna
e a un mezzo respiro
per dar voce alla sera
Più tardi avrò latitudini nuove da ricamare
due/tre mandorle amare da sfregare sugli occhi
e millenni lunghi da qui alla terra
per fare dei raggi il mio sorriso migliore
 
Blue Moon di A.Iurilli Duhamel
Blue Moon di A.Iurilli Duhamel
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La mezzaluna © Pinotota

 
Stasera la mezzaluna
è poggiata nel cielo
come una barca,
il vento sussurra incompreso
il dialogo breve dell'acqua,
antica memoria di voci ribelli
veglia le sorprese negli abissi,
privo di sogni il mare
s'appanna di ciechi languori
e lontana nella notte
si intravede la luce del tormento.
 

Vorrei fuggire il presente
svanire tra le braccia del tempo
alla foce dell'avvenire
udire l'intima voce dell'oblio
lasciando solo il ricordo
nel cimitero delle anime
e dell'immenso...

 

Caprices © Woodenship

 
Misteriosamente languida
sensuale la luna s'accoscia sui colli
d'incanto: pioggia di raggi argentei
sul petto villoso d'erbe si scioglie
tanto desiderabile m' appari...
Mia Follia, mio Capriccio
dai seni e dal ventre essenze
prorompono e si effondono
pelle tatuata di fiabe
cespuglio odoroso di miele d'acacia.
 

Corro per prati zuppi di luce
ruzzolo per forre pitturate di fresco
ascolto le rogge canterine
ed i polmoni scoppiano di follia:
animalesco addento l'anima del mondo.
 

 
Alla Luna di A. Iurilli Duhamel
Alla Luna di A. Iurilli Duhamel
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Ho sentito un fragore © mariateresamorry

 
Ho sentito un fragore in cucina, come uno scroscio di piatti precipitati. Mi alzo, è buio e fa un caldo tremendo. Arrivo alla finestra, la apro e mi sporgo. Ma davvero... come mai questo nero profondo?.... e cos'è che dardeggia in mezzo al campo? Incredibile! È caduta la luna... eccola là, come un vecchio sgangherato vassoio in ottone, in mezzo al prato! E non è nemmeno rotonda, come si credeva.Ha una faccia sola, ed è sottile. Un povero piattone in lega fumigante. Guardo verso il cielo, dove fremono piccole stelle e vedo il gran buco che essa ha lasciato proprio nel mezzo. Domani andrò a raccogliere la luna, le darò una lucidatina con il Sidol e con un po' di olio di gomito la faccio diventare come nuova... solo che mi manca una scala abbastanza lunga per poterla rimettere al suo posto!
 

Pallida sirena che fa notte © brunaccio

 
Pallida sirena che fa notte.
Sospesa nell'etra, muove
legata a noi da un tenue filo
come ad un fanciullo il palloncino
e mentre la sera prende a farsi notte
con quella luce fresca da abat jour
lavoro sui miei mostri da una botte.
E resta notte, ma vive per la luna
che seppure in parte la rischiara
dentro ci staglia luci e isole d'ombra
copre complici brusii dietro le porte.
Si dice sia ruffiana degli amanti
tiene la mano a chi per amore ha doglie
vela ciò che nella luce pare volgare
custodisce, culla desideri e voglie
che nella penombra si sanno confessare.
 
Selene di A. Iurilli Duhamel
Selene di A. Iurilli Duhamel
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mezzanotte © giuseppe pittà

 
mezzanotte
di luna tra confusioni ad aliti di birra …
 

di mille lune la mia personale geografia astronomica segnano le specialità di un viaggio sempre senza ritorno nel segno di un moderno don Chisciotte con una lancia perfino troppo pesante per alimentare le visioni e le fantasie così vado affidandomi alla luminosità di una luna soltanto la più vicina quella che racconta certe strane funzionalità dei poeti e li svergogna in pubblica piazza perché li mostra deboli e corrotti come vasi di fango dopo una cottura ai vapori di sistema però niente è di più facile soluzione basta sfogliare un quotidiano qualsiasi ed appassionarsi alle stravaganze di un percorso politico che ci allontana da ogni universo conosciuto perché se c’è infinitezza nei concetti di questo grande mondo bisognerebbe confinarci verso un orlo verso un punto più preciso per conquistare l’ebbrezza di non essere stabilmente nella possibilità della conoscenza che niente è più difficile del pensiero di un nulla che davvero è impossibile da rappresentare se non con un punto di corruzione di frattura il segno di una roba rotta non più riconducibile alla presenza su un qualche terreno solido ma non ho ancora sfiorato la paura dell’inesistenza che questa luna che mi sbeffeggia è posta lassù forse laggiù per consegnarmi alla più certa delle incertezze che mi invitano a una dimensione forse volutamente più filosofica ma io dico di spicchi di cervello come di una proprietà di alzheimer incipiente arrivato nel punto giusto né troppo prima neanche troppo dopo che è soltanto il punto giusto né più né meno per gettarmi a capofitto nel mare forza cento dal picco migliore del cratere più alto nel solo istante più propizio magari quando è rossa che un tal colore è sempre un buon segnale per un bersaglio da colpire o probabilmente da abbandonare …

 

Polvere di alba © Federica

 
Polvere di alba.
Guardata la luna,
all'immensità che si reprime,
dove non c'è il cielo delle anime,
ritorna dove finisce il buio,
richiamo di frequenze silenziose.
Intensità di potere,
ricade sull'asse che non hai mai mangiato,
fuoco di testa del sole,
che ritorna a toccare il corpo lucente.
Sfiorire,
di occhi che hanno aspettato,
la luce non parlante,
uscire dalle bocche,
che non hanno avuto fame.
Rimpianto senza ritorno,
riconoscenza senza apertura,
dalla serratura profonda,
che nel bianco scocca,
come l'ira aperta al gioire,
delle lingue di alligatore,
parlate da esseri senza voce,
all'essenza delle orbite.
 
Le trois mondes di A. Iurilli Duhamel
Le trois mondes di A. Iurilli Duhamel
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Opere pitoriche: Antonella Iurilli Duhamel

 

Progettazione grafica e web editing: Anna De Vivo

 
 
 

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a cura di Ezio Falcomer

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