Di quel sfiorare © taglioavvenuto
l'azzurro che spazia verso
il cremisi
la piega dedicata alle ali
di un mento
L'inseguimento al dio che ama
Zigomi d'opale
Tranne l'ora nulla sembra nel cielo
L'inseguimento al dio che ama
Zigomi d'opale
Tranne l'ora nulla sembra nel cielo
Mi resterai volo
fin quando lo sguardo
si perderà nel mare
Poi ti farai d'azzurro
A tingere primavera
in un abbraccio nascosto
che cela le mani
Tra parole poco alate e segnali di confusione
…
il segreto
nel gesto
frenetico del
mio sangue
gioco di lama che
scorre
veloce e morbida
accarezzando polsi e
simpatie
voglia di te e del
sogno di te e
del pensiero di te
soprattutto
…
che stringe
come corda dal
cielo
nella fragilità della
mia debolezza
dove mi uccido
senza alcuna tua
complicità
bevendo lacrime di
oscura voluttà
arsenico d’acrobata
senza il tuo
aiuto concreto
sfilando lo stiletto
per consumare nella
sicurezza del fine
le testimonianze del
dolore più libero
in questo
desiderio di te e
dell’urlo di te nel
gioco finale d’averti
soprattutto
…
mentre stringono gli
occhi
nel cerchio geografico di
un tempo da lupi
di passo dopo passo nel
controsoffitto a
schermo di
nuove antiche apparizioni
gravosamente strabici
spinto ormai verso la
piega del mondo
segno di un
viaggio incredibile
dove incontro le
scale delle salite
soffiando per
allontanare ogni fuoco
colpevole di
ogni delitto
quaggiù gridando sentenze
nell’incapacità più vera
di non poter dire di più
che il segreto si
nasconda sicuro
tra cuore e polmone
dove soffia il mio
vento
a favore del
canto e della
conversione di
te …
In diagonale taglia
le onde color indaco
un uccello marino.
Il tepore dell’aria
e un certo
indefinibile profumo,
come di panni
stesi ad asciugare,
avvertono dell’incipiente
nuovo ciclo stagionale.
Il vecchio
dalle gambe malferme
ha portato fuori
il barboncino
e le sue ossa,
intrise di tutto
l’umido dell’inverno.
Ascolta nella sera
la ragazza alla finestra
i rumori del mondo
intorno
e getta uno sguardo
al cielo,
vitreo scrigno del segreto
che lei non conosce...
... che non conosceva
allora,
che ora è qui,
nel palmo freddo
della sua mano.
Un segreto
ha più lacrime
di un peccato d’amore
e tu mi chiedi in quale dolore
si nasconde
Nel tuo guardare
non saprà mai
dove la mia anima vola
e va a morire.
Di questo salmastro
negli occhi
dei giorni riempiti
col vento
di quella speranza
non più lieve carezza
delle notti
iniziate con l’alba
nessuno potrà mai sapere
resteranno il segreto
nascosto e geloso
da portare per sempre con me.