blog di ferdigiordano

 
Veniamo al dunque: osservo rapide nubi
ariose, o corte e mosse, sfilacciate, inoltre
il cielo è questo capricorno minaccioso: misture

 
Sei antico, Marsili, quanto la mia razza angusto
dai fianchi delicati e capelli claveline e alto
che non ti si vede il fondo. Un gigante impreciso

 
Questo crocevia ha luci immobili, ma è un caso.
Pulsa lo spazio con piccoli segnali di passaggio.

 
Se levo il viso al cielo, cosa rimane?
Un ottovolante fermo,  grigi passanti
a perdita d’occhio fanno il pelo alla terra.

 
Ieri ero preso da quattro luci all’orizzonte.
Non quattro come contare i miei capelli,

 
È domenica d’acqua e navigano gli ombrelli
presi in giro da folate persecutorie. Due
o tre volte ho assistito a come piegano

 

Oggi parlerò alle formiche di come trattiamo
l’impianto della vista e benché non abbiano mani

 
Tutto si dilata, e riduce il perimetro della memoria.
Tutto? Di’: qualcosa. Ma anche: forse.

Oh-o, mi accorgo di non capire il mondo
(intendo, per mondo, giovani al sole; in piedi, suppongo).