Sentivo Cassandra come una figura molto significativa per il nostro tempo. Durante un viaggio in Grecia ho visto Micene, ho vissuto con tutti i sensi il paesaggio che era stato quello di Cassandra. Mi ha interessato cogliere il punto cruciale, alla nascita della nostra cultura, in cui è cominciata quell'alienazione che adesso ci porta vicino all'autodistruzione. Mi ha interessato il momento in cui, con l'avvento della società patriarcale e gerarchica, l'espressione letteraria femminile sparisce per millenni.
Christa Wolf
le manifestazioni nel cielo così come quelle sulla terra ci danno segni
cielo e terra, ambedue mandano segni univoci
ognuno per proprio conto, ma non indipendentemente, perché cielo e terra sono interconnessi
un segno cattivo in cielo è anche cattivo in terra
un segno cattivo in terra è anche cattivo in cielo!
Tavoletta di una scuola teologica a Babilonia
Si è spenta all’età di 82 anni Christa Wolf, la più nota scrittrice in lingua tedesca, autrice di Cassandra, Medea, La città degli angeli e molti altri bellissimi romanzi. Come la sua eroica Cassandra, ha rivendicato nel corso della sua vita il diritto ed il dovere di essere fedele alle sue percezioni primarie. Come Cassandra è stata testimone di guerre combattute non per onore ma per pure ed esclusive ragioni economiche. In un mondo che sempre più si è discostato dai principi femminili di pace , cooperazione ed armonia, la Wolf - come Cassandra - ha messo a nudo le attuali egemonie di potere, la crescente sterilità umana capace di tutto pur di raggiungere i propri scopi.
La Cassandra di Christa Wolf osserva con desolazione il passaggio da una cultura matriarcale imperniata sulla pace, ad una società controllata dagli uomini che esclude le donne da tutte le posizioni di potere. Una Cassandra di grande interesse ed attualità perché ci narra la guerra di Troia attraverso la visione della una vittima impotente piuttosto che da quello del militante conquistatore.
Una storia ben diversa dal poema epico di Omero dove la bellissima Elena di Troia, consorte dell’anziano re Menelao, fu rapita dal principe troiano Paride vinto dalla sua bellezza; Menelao in preda al dolore ed alla rabbia chiese aiuto ai greci ed affiancato dai più valorosi del mondo Achille, Ulisse ed Aiace partì per una guerra decennale nei confronti di Troia.
Elena si ritrovò ad osservare questa guerra in suo onore dalle mura di Troia; da un lato disprezzata dai troiani, a causa delle sofferenze patite, altresì disprezzata dai Greci a causa del tradimento di suo padre.
Nella Cassandra di Christa Wolf invece, Paride rapisce Elena sottraendola al padre, ma a sua volta la perde a causa del Re d’Egitto che la rapisce durante il rientro di Paride a Troia. Per salvare la faccia Paride e i suoi seguaci mantengono il silenzio sulla realtà del secondo rapimento e così approdano a Troia con una donna velata fatta passare per Elena, adducendo che la regina era troppo malata per esporsi agli occhi di tutti; nessuno all’infuori di Paride avrebbe potuto vederla.
Intanto la guerra va avanti anno dopo anno. Elena viene dimenticata; nessuno chiede più di lei. I greci alla fine vincono la battaglia e si riprendono Elena. La guerra era iniziata con il tradimento e la menzogna, entrambe le parti ne erano coscienti ma nessuno delle due vi pone fine nonostante la sua apparente inutilità.
La Cassandra di Christa Wolf impersona la voce della coscienza assoggettata e maltrattata, deprivata del suo potere di illuminare il cammino alla luce dei valori più alti dell’umanità. Ma questa Cassandra piegata, è ancora capace di risentirsi e vedere gli inganni, i vizi dell'orgoglio, i falsi pretesti utilizzati per coprire soprusi e false motivazioni per innescare oppressione e guerra.
Questa Cassandra impersona il simbolo di una femminilità agonizzante e delusa dalla sterile bestialità di uomini privi di forza interiore ed umanità: "I maschi, deboli, ma con il prepotente bisogno di vincere, si servono di noi come vittime per poter conservare il sentimento di sé".
La figlia prediletta del re Priamo, l’orgogliosa sacerdotessa, parte stessa dell'autorità e del potere politico (nella sua scoperta della menzogna degli inganni e delle manipolazioni che portano alla guerra) è inizialmente connivente col potere, vive d'indolenza e di rinuncia, ma alla fine si ribella, non può soffocare la voce che le sconquassa il corpo in convulsioni al limite della follia, la voce profetica di sventure e di morte che diventa una voce scomoda, un grillo parlante da prendere a martellate e, come tutte le altre divinatrici della storia, viene legata, violentata ed uccisa quando le sue profezie mettono in gioco il potere costituito.
testo e scultura di Antonella Iurilli Duhamel
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