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Barcarola di Pablo Neruda letta da Luca Ward

 
(la trovate su youtube)
 
Se solamente mi toccassi il cuore,
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
se mettessi la tua lingua come una freccia rossa
lì dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare, piangendo,
suonerebbe con rumore scuro, con suono di ruote
di treno assonnate,
come acque vacillanti,
come l'autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
o sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato, in riva al mare,
piangendo.
 
Come diffusa assenza, come campana improvvisa,
il mare spartisce il suono del cuore
mentre piove e si fa sera sulla costa solitaria:
la notte cade incontrastata
e il suo lugubre azzurro di naufrago stendardo
si popola di astri d'argento affievolito.
E il cuore suona come un'aspra conchiglia,
chiama, oh mare, oh lamento, oh disciolta paura
sparsa in disgrazie e in onde scardinate:
dalla sonorità il mare accusa
le sue ombre reclini, i suoi verdi papaveri.
 
Se esistessi all'improvviso in una costa lugubre,
circondata dal giorno morto 
dinanzi a una nuova notte,
piena d'onde,
e soffiassi nel mio cuore di freddo pànico,
soffiassi nel sangue solitario del mio cuore,
soffiassi nel suo moto di colomba con fiamme,
suonerebbero le sue nere sillabe di sangue,
crescerebbero le sue incessanti acque rosse,
e suonerebbe, suonerebbe a ombre,
suonerebbe come la morte,
chiamerebbe come un tubo pieno di vento o pianto,
o una bottiglia che versa orrore a fiotti.
 
È così; e i baleni coprirebbero le tue trecce
e la pioggia entrerebbe dai tuoi occhi aperti
a preparare il pianto sordo che racchiudi,
e le ali nere del mare girerebbero intorno
a te, con grandi artigli e crocidii e voli.
 
Vuoi essere il fantasma che soffia, solitario,
in riva al mare il suo sterile, triste strumento?
Se solamente chiamassi,
il suo suono prolungato, il suo malefico fischio,
il suo ordine di onde ferite,
qualcuno verrebbe forse,
qualcuno verrebbe,
dalle cime delle isole, dal fondo rosso del mare,
qualcuno verrebbe, qualcuno verrebbe.
 
Qualcuno verrebbe, soffia con furia,
che suoni come sirena di nave guasta,
come lamento,
come un nitrito in mezzo alla schiuma e al sangue,
come un'acqua feroce che si morde e che suona.
 
Nella stagione marina
la sua conchiglia d'ombra circola come un grido,
gli uccelli del mare la disprezzano e fuggono,
le sue strisce di suono, le sue lugubri sbarre
si alzano sulle sponde dell'oceano solo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Poeta cileno, premio Nobel della Letteratura nel 1971.

Pablo Neruda è lo pseudonimo che Neftalí Ricardo Reyes scelse in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891) cantore della povera gente. Egli nacque a Parral nel 1904 e morì a Santiago nel 1973. Di famiglia modesta, trascorse l'infanzia nel piovoso, malinconico e selvaggio sud del Cile, dove il padre era ferroviere; nella cittadina di Temuco, frequentò le scuole fino al liceo mentre proseguì gli studi universitarie al Santiago del Cile.

Nel 1924 il suo "Viente poemas de amor y una canción desesperada" (Venti poesie d'Amore e una canzone disperata) divenne un best-seller facendolo diventare uno dei più noti e giovani poeti latinoamericani.

Dal 1926 al 1943 girò il mondo come rappresentante diplomatico del suo paese, nel'36-37 visse l'esperienza della guerra civile spagnola, non soltanto da spettatore interessato. L'incontro,o meglio, la scoperta della Spagna fu per Pablo Neruda un'esperienza di estrema importanza. Come scrisse di lui Dario Puccini: "Uno di quei salti dialettici grazie ai quali la storia esterna diviene storia personale, la vita degli altri vita propria, il dolore del mondo sentimento radicato". Neruda, favorito dalle circostanze, creò, un pur lieve, scompiglio nella letteratura spagnola facendosi paladino della "poesia impura" opponendosi alla linea purista di Juan Ramón Jiménez. Allora la sua influenza non fu preponderante ma si fece sentire più tardi e ancora perdura, in qualche modo, presso le generazioni intermedie e recenti.

Dopo aver subito il fascino dell'incontro con la poesia spagnola, il poeta cileno venne travolto nell'appassionata vicenda della guerra civile: prese subito posizione a favore della Repubblica aggredita; fu scosso dalla tremenda fucilazione di García Lorca e con César Vallejo, un poeta peruviano, fondò il Gruppo ispano-americano d'aiuto alla Spagna. La guerra civile determinò un mutamento profondo nell'animo, nelle convinzioni, nella cultura, nella poesia del poeta. La sua fu una vera e propria conversione al prossimo e la sua poesia divenne quella dell'uomo con gli uomini, cioè una poesia sociale e di lotta politica, di adesione e di repulsione rispetto al prossimo, di sostegno e di esacrazione, di speranza e di rabbia: d'azione.

E, quando, cessata la guerra civile e sconfitte le armi repubblicane, tanti spagnoli furono costretti all'esilio o morirono fucilati o in carcere, quel "legame materno" con la Spagna si fece per Pablo drammatico e fu come una goccia di sangue che rimase indelebile. Se uno dei sentimenti più forti dell'anima moderna è quello di un continuo e cocente esilio, di una imprecisata perdita esistenziale, la Spagna è stata per Neruda quella perdita, quell'esilio: Un vuoto angoscioso e accorato che si ripercuote, nel suo virile grido di poeta, dal lontano 1939 a oggi.
Nel 1944, tornato in Cile, s'iscrisse al Partito Comunista cileno e venne eletto senatore.

Dal 1948 al 1952 fu perseguitato e costretto all'esilio per la sua presa di posizione contro il neodittatore Gonzalez Videla; così tornò a viaggiare per il mondo. Nel 1971 vinse il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1973 ritornò in Cile. 

 
Gli amori di Neruda

Uno degli amori giovanili più importanti di Neruda, fu la cilena Albertina Azócar. A lei dedicò il poema 15 e a lei scrisse lettere d'amore, per convincerla a rimanere con lui, ma non ci riuscì. Nel 1931 sposò invece la ventisettenne olandese Marìa Antonieta Hagenaar. Con lei ebbe la sua unica figlia, Malva Marina, che morì a l'età di otto anni.

Cinque anni dopo sposò la pittrice argentina Deli del Carril, la Hormiguita (formichina) e nel 1956 cominciò una nuova vita con Matilde Urritia, con la quale visse anche in Italia.

 
 
 
 
 
ringraziamo:
-poesia di Pablo Neruda
-per il file in spagnolo thebestangel
-per la biografia e la foto http://www.pabloneruda.it
 
ricerca di Manuela Verbasi

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