Scritto da © Manuela Verbasi - Mar, 08/12/2009 - 14:35
Poesie e Prosa di Stefano Franco Sardi
Un jumbo nel cervello
Improvvisamente, un jumbo mi atterra nel cervello.
Un boato immenso che sembra non finire mai, invade ogni angolo della mia mente.
Chiudo gli occhi e vedo un'accozzaglia di colori turbinanti e lucentissimi.
Il corpo sta perdendo la percezione della sua esistenza, vorrebbe toccarsi per prendere coscienza di sé ma, le braccia sono paralizzate e le mani hanno perso il senso del tatto.
E' l'attimo che precede la sua risposta.
Riapro gli occhi.
L'immenso boato lascia la mia mente, sostituito da una dolce melodia.
I colori e le immagini riprendono il loro ordine.
Il mio corpo torna alla consapevolezza della sua esistenza.
Il viso di lei è ancora lì, davanti a me che sorride gioiosamente.
Sento ancora l'eco del suo sì.
Da una musica
La luna chiarissima, è alta nel cielo quasi nero.
Un gran fuoco, al centro della radura, illumina e brucia il volto degli astanti.
Una musica monotona, una nenia senza parole suonata senza cuore da una chitarra senza suonatore, appesantisce un'atmosfera senza vita.
Che baccano; che silenzio.
I volti appena distinguibili, rispecchiano lo spirito della melodia, praticamente assente.
Qualcuno rosicchia stancamente da un osso, un ultimo improbabile pezzetto di carne.
Qualcuno consuma lentamente l'ennesima sigaretta e una birra ormai non più fresca.
Qualcuno spossato per il duro lavoro è già riverso sul terreno, avvolto in una vecchia coperta
in attesa di un profondo sonno ristoratore.
Alcune coppie di occhi guardano, assenti e persi, le fiamme evanescenti, e ne riflettono i guizzi di luce. Sono puntati nel vuoto, forse scrutano l'infinito, forse dormono già.
Ma due no!
Due si cercano. Si scrutano. Brillano di luce propria. Si interrogano.
Raggiungono l'intesa.
Pedro si alza, Maria lo segue, spariscono dopo pochi metri dentro il buio della foresta.
La nenia senza parole, continua.
Stefano Franco Sardi
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