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L' altare dei ciliegi - poetanelcuore

La primavera era tornata e “l’altare dei ciliegi” aveva riacquistato il suo splendore.
I viali erano nuovamente verdi ed intrisi dal profumo inebriante dei fiori freschi. Quello era un luogo incantato ed incontaminato che aveva visto nascere grandi storie d’amore ma ne aveva viste morire delle altre.
Sui sedili sedevano le giovani coppie avvolte in profondi abbracci teneri o in lunghi e prolungati baci, che facevano sospirare di rimpianto i pensionati del paese che passeggiavano per ore, ammazzando il tempo, discutendo di politica locale. Ma “l’altare dei ciliegi” non era solamente il luogo dei giovani amori, era pure il posto dove i “galletti” del paese venivano a rimorchiare le ragazze ancora sole.
Anche Sead, un giovane ragazzo di origini islamiche, ci veniva ogni giorno per incontrare Nicole,
la più bella e desiderata ragazza del posto; però, non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarla per paura di essere respinto.
La Domenica di Pasqua uscii, come tutti i giorni, per vederla. Si sedette sulla panchina rotonda, che circondava l’intero albero di ciliegio, e guardò la gente passare aspettando che la sua donna apparisse da un momento all’altro; e fu così: La ragazza arrivò bella come sempre e per la prima volta, da quando l’aveva conosciuta, era sola:
imponente nella sua altezza; fasciata da un vestito bianco che ne risaltava le forme sinuose e sode. I capelli castani raccolti davano ancor più luce al suo viso piccolo e dai tratti morbidi e fatali, chiaro come le nuvole e roseo come il tramonto, e poi gli occhi cristallini e dolci brillavano illuminati dal sole; ed infine un sorriso tenero, ma sensuale allo stesso tempo, la rendeva ancor più attraente. Si muoveva elegante e sobria tra le foglie cadute dagli alberi che ricoprivo d’oro i viali dei giardini
Sead capì subito che quella era la sua più grande occasione e forse anche l’unica per riuscire a parlarle dopo mesi di eterni silenzi ed innumerevoli sospiri. Nicole era sempre più vicina ma il giovane sembrava quasi pietrificato, come se una forza esterna lo tenesse immobile sulla panchina.
Quando furono l’uno di fronte all’altra, lei lo salutò sorridendogli ma egli non riuscii ad aprir bocca. Sentiva il cuore su di giri e continuava a deglutire senza sosta, ma non poteva concludersi così, un’opportunità del genere non si sarebbe mai più ripresentata e questo lui lo sapeva benissimo; così balzò in piedi e la raggiunse.
Rimase fulminato dagli occhi della donna che, voltatasi, gli regalò il suo sorriso.
Non sapendo cosa dire le chiese se avesse avuto da accendere poi, preso coraggio, le propose di passeggiare un po’ per i viali.
Lei acconsentì. Iniziarono a sciogliersi parlando del più e del meno per una buona mezz’oretta fin quando ella non dovette andar via per il pranzo della Domenica di Pasqua.
Il giovane si offrì di accompagnarla ma Nicole rifiutò per via di suo padre che non voleva vedere ragazzi ronzare intorno alla propria figlia, ma comunque gli propose di rivedersi il giorno seguente alle 17:00 ancora lì.
Sead non se lo fece ripetere due volte e accettò, dunque si salutarono e andarono via.
Fu tutto memorabile: il giovane non stava nella pelle alla sola idea di essere riuscito a parlare con la sua Nicole e ancor più al fatto che l’avrebbe rivista il giorno seguente.
Il Lunedì pomeriggio, alle 16:50, il ragazzo era già “all’altare dei ciliegi”, emozionato e felice, col sorriso di chi avesse appena vinto alla lotteria. In quei pochi minuti pensò a quanto tutto quello sembrasse un sogno, ma tale non era.
Puntuale, come aveva promesso, arrivò la donna. Non l’aveva mai veduto in giacca e, lei, ne rimase abbagliata, tanto da arrossire per l’emozione. Quel vestito mostrava il suo fisico atletico e la sua carnagione dorata. Faceva molto caldo, non c’era neppure un fil di vento ed il sole picchiava forte ma, entrambi, non sembravano affatto infastiditi dall’aria soffocante.
Mentre parlavano, o per meglio dire, mentre Sead parlava, Nicole lo baciò.
Il giovane rimase senza parole… Allora lei gli disse:
-Beh! Non dici nulla, non ti è piaciuto forse?
-Ehm…ehm..certo che si, ma comunque non pensavo che tu.., cioè che io…ecco insomma che noi…
-Ma ancora non lo hai capito?
-Cosa…, cosa dovrei capire?
-Che sono innamorata, cotta, stracotta di te? E che ieri sono venuta qui da sola con la speranza di poterti incontrare, eh! Stupidino?-
-Ma..,ma…io pensavo che di me non t’importasse nulla, che non fossi neanche l’ultimo dei tuoi pensieri.
-Ti sbagli, io ti amo da quasi un anno ormai e pensavo che fossi io a non piacerti.
-No affatto, io venivo ogni giorno qui “all’altare dei ciliegi”per poterti vedere!
-Ed allora cosa stiamo aspettando, baciami no!

Era fatta, Sead aveva visto il suo sogno realizzarsi senza rendersene nemmeno conto.
Da quell’istante passarono due mesi, arrivò l’estate e il loro amore era sempre più intenso e divampante:
- Mi sembra un sogno stare qui con te, tenerti stretta tra le mie braccia.
- Hai ragione Sead… anche io mi sento in una favola, una favola meravigliosa dalla quale non voglio più svegliarmi. Ti amo amore mio, e lo farò per sempre…

Ma qualcosa stava per rovinare quel quadro perfetto. Difatti un’amica di Nicole, Melissa, per chissà quale strano sentimento di invidia, andò a raccontare al padre della giovane la storia d’amore della sua cara figlioletta.
Alfonso non poté credere alle parole della ragazza, si sentì morire; lui che da sempre aveva odiato la gente come Sead, adesso si vedeva tradito dal suo stesso sangue! Si vestì in fretta e corse in spiaggia, ma i due ragazzi non c’erano.
Rimase lì ad aspettare; attese un’ora e poi tornò a casa.
- Figlia mia, perché mi fai questo… perché umili tuo padre che ha dato tutta la sua vita per te, per regalarti un futuro migliore…!
Sead e Nicole si erano ancorati, intanto, molto al largo, tra le luci del mare scuro e stuzzicato dalla luna gialla e piena che padroneggiava in cielo e i faraglioni, più in là, s’indoravano d’amore:
- Vedi Nicole, in questo momento mi sento come questo mare, sereno e innamorato… protetto come un bimbo nel grembo della propria mamma.
- Sead, noi non ci lasceremo mai… saremo stelle imprendibili, acque saporose che si uniranno in un vortice di passione senza fine.
Fecero all’amore per ore, donandosi tutto..tutto quello che il cuore potesse dare; furono anime del vento e anche la luna arrossiva di loro.
Al rientro dalla spiaggia, Nicole, venne affrontata da suo padre che la picchiò e la insultò segregandola in camera sua, proibendole di uscire per un mese intero.
-Mi hai deluso!
- Come hai potuto mischiare la tua carne con quella di un musulmano!?
- Sai benissimo che io non sopporto quelli come lui e la loro religione!
-Sei un disonore…adesso cosa dirà la gente!?
-Sei la mia vergogna!-
-Ora te ne starai qui… chiusa in casa… e guai se quell’uomo si avvicinerà a te…lo prenderò a bastonate, come merita!

Il giorno seguente, Sead, aspettò per più di due ore fin quando, preoccupato, andò a cercarla a casa.
La camera di Nicole era al secondo piano e un grosso albero dava proprio sulla finestra.
Il giovane vi si arrampicò e, con un sassolino, fece rumore sul vetro. Lei si affacciò e spiegò al suo compagno l’intera situazione; lui, sconvolto, le disse che sarebbe andato da suo padre ma Nicole lo persuase a non farlo, conosceva bene l’intolleranza di quell’uomo, lo avrebbe di certo umiliato e maltrattato.
Sead se ne era andato; Sentiva un immenso vuoto dentro sé… vedeva la sua vita ripiombare nel grigiore più totale.
Trascorse una settimana, il giovane era in preda alla disperazione:non riusciva a dormire né tanto meno a lavorare; decise dunque di lasciare il lavoro per qualche giorno. Non toccava cibo…l’unico suo pensiero era Nicole.
Ormai spossato si lasciò invadere dalla follia: si vestì e si diresse a casa della sua donna, voleva affrontare suo padre senza paura. Si ritrovò in breve tempo dinnanzi casa Serafi, infilò una mano nella tasca dei pantaloni ed estrasse un coltello a serramanico…
avrebbe voluto tagliar la gola all’uomo che voleva rovinargli la vita!
Fu più volte in procinto di bussare alla porta ma ogni volta qualcosa lo bloccava; allora alzò gli occhi al cielo e scoppiò in lacrime :
- Dimmi Dio…dimmi tu cosa devo fare; come posso sopportare questo peso che distrugge il mio petto. Dammi un segno cosicché io possa seguire il tuo verbo!
Dio sembrò ascoltarlo: gli balenò in mente un’idea che, forse, sarebbe stata la loro unica ancora di salvataggio. Pensò ad una fuga … una fuga d’amore nel cuore della notte; lasciare l’Italia e trasferirsi in America dove vivevano alcuni suoi amici che li avrebbero di certo aiutati.
Sarebbe riuscito a sostenere il viaggio; i soldi non gli mancavano, e poi avrebbe potuto praticare la sua professione medica anche altrove e poi sposare finalmente Nicole.
- No, non posso lasciare che l’orgoglio prenda il sopravvento,non posso uccidere un uomo per il suo disprezzo…non è questa la soluzione a tutto. Sono un uomo e devo lottare per la mia libertà e per il mio amore!

Gettò dunque il coltello e si arrampicò sulla grande quercia chiamando Nicole, confidandole la sua idea. Riconquistando la sua dignità e la sua forza…
Prima di prendere la nave che li avrebbe condotti lontano da lì, tornarono “all’altare dei ciliegi”per rivedere, forse per l’ultima volta, quel luogo che aveva visto nascere la loro storia d’amore.
Sull’albero dei ciliegi scrissero:

“non ci sono colori
e lingue
religioni e culture
che non possono congiungersi
L’uomo è uno
come uno è l’amore
La sua forza
può spezzare odi
e convenzioni

Amare è vivere
e vivere è accettare l’altro
… per sempre…”

Sead e Nicole.

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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Supervisione Paolo Rafficoni
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