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Siamo tutti latinisti 25°

PRO TEMPORE
 
Temporaneamente. Indica la temporaneità di una concessione, di un incarico. Si dice di chi riveste un determinato ufficio in un determinato tempo. " L'inchiesta, esaminati i bilanci degli anni precedenti, scoprì gravi irregolarità del sindaco"pro tempore".
 
 

PAX TIBI
 
Pace a te. Nello stemma di Venezia il leone di san Marco pone una zampa sopra un libro dove sta scritto " Pax tibi Màrce evangelista mèus" Pace a te, Marco, mio evangelista. Narra la leggenda che l'apostolo Marco, navigando da Aquileia verso Ravenna, approdò nelle isole della laguna, dove gli apparve in sogno un angelo ad annunciargli che lì, in quelle terre, il suo corpo dopo la morte avrebbe trovato riposo. La leggenda lusingò l'orgoglio nazionale dei veneziani, che eressero il santo a palladio delle loro fortune mercantili e marinare e ne trasformarono il culto in una sorta di ideologia di stato. Nel nome del patriottico santo fu lecita a loro ogni cos, anche la più discutibile, purchè mirasse all'interesse della nascente grande potenza. Nel nome di san Marco venivano proclamati i Dogi, san Marco i marinai invocavano nella tempesta,i soldati nella battaglia,i mercanti nel fondaco. E per rendere più concreto, più fisico il rapporto con il celeste protettore, nel nono secolo avevano spedito Buono da Malamocco e Rustico da Torcello in Egitto, terra musulmana,a trafugarne il corpo. Per eludere le guardie del porto di Alessandria, i due veneziani nascosero la cesta contenente i resti del santo sotto un suino squartato. Carne immonda che la religione di Allah vietava di toccare. Così gli astuti trafugatori passarono indenni l'ispezione e portarono sulla laguna il corpo venerato.
 

PER ASPERA AD ASTRA
 
Alle stelle attraverso le asperità. Motto del 50° reggimento fanteria. Le difficoltà di un'impresa scoraggiano gli spiriti deboli, moltiplicano la tenacia di quelli forti. Senza personale sacrificio non si raggiungono traguardi ambiziosi.
Un padre all'antica che conosceva la Divina Commedia a memoria, esortava il figlioletto ad alzarsi all'alba, citando il ventiquattresimo canto dell'Inferno: " seggendo in piuma, in fama non si vien, né sotto coltre".Una mattina, spalancandogli la finestra, gli gridò: "Non hai sentito il canto del gallo?"
"L'ho sentito papà, rispose il ragazzo,schermandosi gli occhi con la mano, ma il fatto che si svegli presto non gli impedirà di finire in tegame".
Convinto che le ore del mattino avessero l'oro in bocca, il vecchio lo portava a fare delle passeggiate nei campi. Una mattina trovarono per terra un portafogli. "Hai visto, disse il padre gongolante, che cosa si guadagna ad alzarsi presto?". " E' vero papà, rispose il ragazzo, ma chi l'ha perduto si è alzato prima di noi".

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