Siamo tutti latinisti 16° | Lingua italiana | Pinotota | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sfoglia le Pagine

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Siamo tutti latinisti 16°

IMPRIMATUR
 
Si stampi. Termine ecclesiastico con cui si esercita la censura preventiva per testi riguardanti le sacre Scritture, la dogmatica, la teologia, la storia ecclesiastica, il diritto canonico,l'etica;nonché i libri di preghiere, di devozioni, di istruzione religiosa. La censura è esercitata dai censori nominati dal vescovo, i cui nomi non devono essere comunicati all'autore del libro preso in esame. Dopodichè il vescovo concede, o rifiuta, "l'imprimatur", cioè l'autorizzazione a stampare. Gli editori che pubblicano i libri della Sacra Scrittura senza la debita licenza vengono scomunicati, anzi venivano, secondo il vecchio diritto di codice canonico. In questo nuovo (1983) c'è una novità: nei canoni 822-832, dedicati a "Gli strumenti di comunicazione sociale" non figura la parola scomunica.
Dal linguaggio chiesastico il termine è passato in quello corrente, laico. Anche i giornali di partiti non certo sospettabili di simpatie confessionali, prima di pubblicare una dichiarazione fatta dal segretario nazionale, gli chiedono l'"imprimatur".
 
 
IN ALBIS
 
Sottinteso: "vestibus" in bianche vesti. Nei primi tempi del cristianesimo, il battesimo si amministrava nella basilica di San Giovanni in Laterano (la chiesa dove il papa aveva la sua cattedra, perciò la prima cattedrale della storia) durante la notte di Pasqua. Il papa benediceva l'acqua immergendovi due ceri accesi, e versandovi l'olio consacrato il giovedì santo. I battezzandi venivano immersi per tre volte nell'acqua, poi ricevevano la cresima nell'oratorio della Croce, indossando una tunica bianca che portavano fino all'ottava di Pasqua, detta per questo domenica in "albis".
 
 
IN ALTO LOCO
 
In alto luogo, ai vertici del potere, nella stanza dei bottoni. "Dove si puote ciò che si vuole" direbbe l'Alighieri. Si usa come ammiccante perifrasi quando si vuole alludere a importanti personaggi, senza specificarli apertamente. Hanno sempre amicizie in "alto loco" i faccendieri affaccendatissimi, i procacciatori di affari mirabolanti che sarebbe da stupidi lasciar perdere; gli intriganti che con una telefonata in alto o altissimo loco giurano di procurarti qualsiasi cosa: una raccomandazione, una licenza d'esportazione, una concessione edilizia….
 

IN CAMERA CARITATIS
 
Nella camera della carità, della comprensione. Si dice di un discorso fatto in forma privata, confidenziale, per mettere in guardia qualcuno contro minacce e pericoli. Quando un superiore deve richiamare all'ordine un inferiore, se è un tipo comprensivo e paterno,prima di ricorrere a provvedimenti formali,lo convoca e gli fa un discorsetto ammonitore, "in camera caritatis".
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 3 utenti e 4430 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Raggiodiluna
  • Rinaldo Ambrosia
  • Marina Oddone