Non vi è mai capitato d’essere improvvisamente travolti da un fremito o un desiderio incontrollato di prendere in mano un foglio e una penna e cominciare a fermare i pensieri che vi vorticano in testa…Be’ a me è successo parecchie volte. Questa non è pazzia, follia o, peggio ancora, una malattia contagiosa…E’ un’esigenza che coinvolge un mucchio di persone…La scrittura, come qualsiasi altra forma artistica, è attività affascinante, è un lavoro assai difficile, è una forma elaborata per dire qualcosa….Ed è proprio su questo qualcosa che dobbiamo porre l’attenzione, che dobbiamo focalizzare il nostro impegno, che dobbiamo avvicinarci con studio e costanza…Questo qualcosa, infatti, è fortemente intriso di contenuti legati agli aspetti fondamentali della condizione umana: amore, religione, tristezza, inquietudine, rabbia, gelosia, delusione, gioia, origini, giustizia, sofferenza e aspirazione alla felicità. Come si può ben notare è un contenitore ricco di spunti, ricolmo di situazioni da cui lo scrittore prende spunto, s’anima, si vitalizia cercando di presentare vicende che suscitino in qualche modo emozioni. Pur presentando una storia attraverso le parole lo scrittore non deve dire…ma far vedere. E’ qui che il narratore deve distinguersi, deve dimostrare le sue qualità espressive, deve far diventare il lettore spettatore attivo e non passivo…Chi legge deve sentirsi coinvolto, deve avere la possibilità di poter interpretare o, meglio ancora, identificarsi con chi desidera maggiormente, deve poter vivere la vicenda senza limitazioni o barriere. Come dall’esercizio fisico e l’allenamento le masse muscolari traggono beneficio, così dalla lettura attiva i muscoli mentali si rafforzano acquisendo tutto ciò che serve per scrivere dignitosamente…
Detto ciò, ora, si possono evidenziare le regole principali per redigere un’elaborazione di carattere narrativo.
L’inizio
Uno dei maggiori problemi dello scrivere è senza dubbio l’incipit, cioè rompere gli indugi e partire con la narrazione. Nella maggior parte dei casi il foglio rimane bianco, vuoto e la mente non sembra muoversi. Ogni idea pare insignificante e poco originale e tutto resta fermo…Il panico sale. Tutti vi hanno detto che l’inizio è vitale per partire con il piede giusto, perché è grazie all’esordio che si cattura l’attenzione del lettore. Allora che fare per bypassare questo empass…La tradizione suggerisce alcune regole:
a – [ iniziare con l’azione intramezzata con un flahsback ]
b – [ attaccare in medias res ]
c – [ un attacco drammatico ]
d – [ una struttura sintattica originale ]
a [ Questa possibilità, se utilizzata con giudizio, può essere un ottimo rompighiaccio. L’elemento chiave non è tanto l’azione, che deve pur tuttavia essere coinvolgente, quanto il flashback con cui il narratore spiega la ragione per cui si è giunti a quel punto…].
b [ Questa possibilità è usata nelle narrazioni avventurose. Il lettore si cala da subito nel vivo della vicenda ]
c [ Questo esordio è usato nelle tragedie ]
d [ La struttura sintattica, invece, è un modo originale per stuzzicare chi legge. Per dare un esempio, basterebbe citare il Sommo poeta nell’inizio della Divina Commedia “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” in questo verso, che dà il via a una delle più avventurose storie della letteratura mondiale, si ha un esordio originale, almeno a livello sintattico-strutturrale-grammaticale….Il poeta inizia volutamente con una preposizione articolata per accattivare il lettore portandolo istintivamente a sapere ciò che accadrà in seguito, poi con il possessivo, posto ad arte, suggerisce che la vicenda riguarda tutti…La letteratura è costellata di queste strutture originali. Un altro esempio di struttura originale è quella di Pavese “Di tutte l’estati che trascorsi nella città semivuota non so proprio che dire…” con questo inizio l’autore costringe il lettore ad arrivare alla fine della frase e gli instilla la curiosità di sapere come va avanti…]
In sintesi, queste sono le tecniche più usate per iniziare una narrazione…Avverto subito tuttavia che con questi inizi non si diventa certo uno scrittore famoso o un Moravia…E’ logico che bisogna possedere qualità congenite, è necessario essere artisti nell’animo per sfornare opere d’arte…
La trama letteraria
La trama è il filo conduttore di qualsiasi narrazione. E’ una linea invisibile che connette tutti gli elementi essenziali della storia. A differenza della vita reale, dove molte situazioni accadono fuori dal nostro controllo, in una narrazione tutto capita perché l’autore lo vuole. Ogni particolare è studiato e non è lasciato al caso, tutto ha una sua logica narrativa, l’azione porta sempre a delle risultanze cercate, volute…Il più delle volte, nove casi su dieci, il fine di un evento o di una situazione intrigata ha lo scopo di creare problemi ai personaggi. Sì, perché qualsiasi storia ruota e verte attorno ad una conflittualità e il conflitto, sia di natura psicologica o fisica, con l’esterno o con l’interiorità, è linfa per la narrativa. Per quanto il vostro stile possa essere interessante, difficilmente il lettore si calerà nella vostra storia se in cambio non offrirete ai protagonisti qualche problema da contrastare o qualche enigma da dipanare. Fare lo scrittore significa proporre vicende che devono tenere continuamente il protagonista o i personaggi sulla corda, ponendo sempre chi legge in tensione…John Gardner, scrittore statunitense, diceva “Un personaggio vuole qualcosa, persegue un suo obiettivo malgrado le opposizioni e giunge ad una soluzione”. Questa è la struttura di base, ma come si può notare le possibili varianti e combinazioni sono infinite. Sulla scia di questo concetto mi permetto di segnare cinque schemi da seguire:
· Il rapporto tra i due sessi;
· La lotta tra il bene e il male;
· Divisioni razziali;
· Il libero arbitrio contro il destino
· L’uomo a confronto con l’irreale o l’ignoto.
Questa classificazione può dar vita ad una variegatissima gamma di storie. La trama narrativa, dunque, è lo scheletro che sosterrà la vostra storia, più si lavorerà sulla trama e maggiore sarà la riuscita…Per rendersi conto se una trama regge l’impatto narrativo bisogna rispondere a cinque domande, che sono queste:
Who – chi –
What – che cosa –
Where – dove –
When – quando –
Why – perché –
Who [ E’ il protagonista, l’eroe, colui che porta avanti la trama, colui che è sempre indaffarato, colui che deve essere sempre pronto ad impegnarsi per dare vigore alla storia…]
What [ fa riferimento esplicitamente agli avvenimenti che sorreggono la trama, tutto ciò che può disturbare, alterare, ostacolare, ritardare le azioni del protagonista. E’ consuetudine che al what succeda un climax, o momento di tensione narrativa, ove si vedono concretamente le tematiche conflittuali insite nei vari personaggi ]
Where [ E’ la collocazione fisica della vicenda, che può essere geografica o di pura fantasia. Per esempio, se si desidera ambientare una storia nell’Africa equatoriale, è logico che le descrizioni siano pertinenti e non fatte a casaccio ]
When [ E’ la collocazione temporale. Vale lo stesso discorso per il where…Se si desidera ambientare la storia in una ben precisa epoca storica, è logico che tutti i riferimenti e le descrizioni sia pertinenti ]
Why [ E’ la ragion d’essere d’ogni lavoro narrativo. E’ il motivo per cui si scrive. Solo dalla vostra genuina ed onesta motivazione artistica potrà seguire una reale e concreta spinta propulsiva nei vostri personaggi ].
Coerenza, ritmo e credibilità
1 – Coerenza
La prima regola che uno scrittore dovrà seguire è quella della coerenza, che poi uno dei dettami fulcro del testo narrativo decente. Ogni personaggio, scena, evento, situazione, caricatura e risultante, all’interno della trama generale del racconto, dovrà possedere una sua logica e una sua conseguenza. Al novello scrittore, proprio alla luce di questo principio imprescindibile, suggerisco quindi di non inserire nulla che possa fuorviare il lettore, che lo possa mandare in confusione…Ad esempio, si sta scrivendo una storia gialla che si svolge nell’ambito delle corse automobilistiche, è inutile fare un excursus sullo sci solo perché chi scrive ha un passione viscerale per quello sport…E’ saggio rimanere nel seminato. Se non si desidera in correre in pasticci, non mischiate i generi l’uno con l’altro, perché, nel momento in cui si va a scegliere un genere narrativo, chi scrive sottoscrive un patto con gli amanti di quel settore.
2 – Ritmo
L’altro aspetto fondamentale della trama e il ritmo su cui è necessario lavorare molto. Di regola, la trama è azione. Il lettore, quando legge, vuole solitamente che la vicenda sia sviluppata con veloci passaggi, che gli accadimenti siano rappresentati con pathos e che lo scorrere dei fatti abbia tensione tale che lo faccia restare incollato a ciò sta leggendo. Con la concorrenza della televisione e del cinema, ove i ritmi sono necessariamente veloci, è d’uopo che anche la scrittura narrativa sia veloce, agile e snella. Anche in questo caso bisogna saper dosare le pause, le descrizioni e le sottotrame. Ci sono alcuni consigli che possono contribuire alla costruzione di buona ritmicità:
- Il taglio delle frasi
- La punteggiatura
- La scelta dei vocaboli e del linguaggio
- L’uso originale della sintassi
Per distinguere il ritmo ci vuole orecchio allenato e molta familiarità con la lettura. Leggere, quindi, diventa attività obbligatoria per comprendere le stonature, le sviste, le incongruenze, gli errori, le superficialità, le sciatterie stilistiche e le approssimazioni di un testo…Da qui ne deriva inevitabilmente che la capacità di leggere più volte un testo sia vitale per chiunque, ma soprattutto per chi desidera scrivere. E’ inutile ribadire che leggere in modo maniacale ciò che si scrive sia utilissimo, perché il rileggersi avvia il proprio senso critico e permette d’individuare eventuali stonature, sviste, parole inadatte e strutture sintattiche poco azzeccate. Un ritmo funziona quando il lettore è invogliato a proseguire la lettura, sente la chiarezza espositiva dei concetti e la sensualità delle descrizioni. Il sostantivo ritmo significa scorrere e Calvino lo paragona ad un mezzo di locomozione: carrozza, treno, automobile, barca e nave…Ogni volta che ci avviciniamo alla scrittura, e intendo quella narrativa, bisogna fare conto di prendere un mezzo.
3 - Credibilità
Parlare di credibilità in un testo narrativo potrebbe sembrare difficile perché a questo sostantivo, il più delle volte, si attribuisce erroneamente una connotazione di realismo, invece, quando si parla di credibilità in un contesto simile si fa un esplicito riferimento a regole imprescindibili, cui lo scrittore non può in alcun modo discostarsi o venir meno. Se uno dei vostri personaggi viene ferito gravemente in un duello rischiando la vita, lo stesso non può essere ripresentato in piena forma qualche giorno dopo come se non gli fosse accaduto nulla, è una questione di credibilità. Per non incorrere in queste sviste è consigliabile un promemoria su cui si annoteranno i nomi dei personaggi, tutte le descrizioni e tutte le frasi salienti dette dai vari protagonisti. Samuel Taylor Coleridge in un suo lavoro teorico del 1817 scriveva: "… che i miei cimenti dovevano indirizzarsi a persone e personaggi supernaturali, o almeno romantici, ed anche a trasferire dalla nostra intima natura un interesse umano e una parvenza di verità sufficiente a procurare per queste ombre dell'immaginazione quella volontaria sospensione dell'incredulità momentanea, che costituisce la fede poetica." La sospensione dell'incredulità è dunque una componente essenziale del teatro, ma che per moltissimi aspetti può essere trasferita anche nella narrazione. Si può affermare che il lettore, immergendosi a capofitto in una lettura fantastica, sospende per qualche momento la sua razionale incredulità per entrare in un mondo particolare, quasi fosse estasiato, in trance, fuori dalla realtà, è tale il suo coinvolgimento che tutto quello che gli sta attorno non esiste più, si è smaterializzato per incanto, la sua mente ha superato il confine del reale…e tutto ciò accade grazie proprio al linguaggio credibile con cui la storia è narrata. Se il testo narrativo riesce a riprodurre queste emozioni, significa che il vostro lavoro ha dato ottimi risultati…
Per concludere, è importante comprendere che elaborare una storia implica necessariamente un lavoro enorme, fatto di prove, stesure, ristesure e, non ultimo, grande passione…
prof. Francesco Anelli
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