Incantesimi Lab - Lezione 10 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Incantesimi Lab - Lezione 10

 

Gli aspetti metrico ritmici
La strofa
Un altro elemento ritmico-musicale che caratterizza i testi poetici è costituito dal diverso modo in cui i versi del componimento sono raggruppati a costituire particolari unità metriche dette strofe. Le strofe più importanti sono:
  • il distico, costituito da due versi per lo più endecasillabi, a rima baciata:

O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna
(G. Pascoli)
 

  • la terzina, costituita da tre versi, in genere endecasillabi, a rima incatenata, come la terzina usata da Dante nella Divina Commedia:

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui della bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
 

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
(Inferno, V, 100-105)
 

  • la quartina, costituita da quattro versi (di qualsiasi tipo: endecasillabi, decasillabi, novenari, ottonari, settenari ecc.), legati tra loro da rime disposte in modo vario (alternate, incrociate ecc.)

Quando l'anima è stanca e troppo sola
e il cuor non basta a farle compagnia,
si tornerebbe discoli per via,
si tornerebbe scolaretti a scuola.
(M. Moretti)
 

  • la sestina, composta da sei versi, per lo più endecasillabi, con varie combinazioni di rima:

Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga.
(G. Gozzano)
 

  • l'ottava, costituita da otto versi endecasillabi, di cui i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata. E' la strofa dei poemi epico-cavallereschi del Quattrocento e del Cinquecento:

Tre volte e quattro e sei lesse lo scritto
quello infelice, e pur cercando in vano,
che non vi fosse quel che v'era scritto;
e sempre lo vedea più chiaro e piano
et ogni volta in mezzo al petto afflitto
stringersi il cor sentia con fredda mano.
Rimase alfin con gli occhi e con la mente
fissi nel sasso, al sasso indifferente.
L. Ariosto: canto XXIV)
 

Ogni strofa, in pratica, è un'unità ritmico-musicale ben precisa che ritma in modo ordinato il testo poetico: imparare a riconoscerle può essere utile per cogliere nella sua interezza i valori ritmico-musicali del testo poetico. A partire dall'Ottocento, però, nella stragrande maggioranza dei casi, i poeti hanno rinunciato a raggruppare i loro versi negli schemi rigidi della strofa e hanno composto i loro testi poetici in versi liberi che ubbidiscono a una musicalità svincolata da qualsiasi modello precostituito.

Precisiamo:

  • la strofa è un gruppo di versi. Fra una strofa e l'altra c'è sempre uno spazio bianco. Quando una frase o un'espressione incomincia in una strofa e finisce in quella seguente si dice che c'è un enjambement fra due strofe.
  • la strofa a schema fisso è la strofa tradizionale, che si ispira ai modelli del passato e rispetta le regole della metrica per quel che riguarda: il numero dei versi; la misura dei versi; la disposizione delle rime; con le stofe a schema fisso si compongono poesie a struttura fissa.
  • Una struttura molto usata ancora oggi dai poeti italiani è il sonetto, formato da 14 versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine.

Alla sera ;
Forse perché della fatal quiete
tu sei l'imago a me sì cara vieni,
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
 

e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
 

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
 

delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
(U. Foscolo)
Sonetto con schema ABAB ABAB CDC DCD

 

  • La strofa libera è quella che non segue alcuna regola:

non ha un numero fisso di versi;
i versi sono liberi, possono essere tutti della stessa misura oppure no;
i versi sono sciolti, quindi le rime, se ci sono, non hanno una posizione fissa.
 

Qualcuno che ha
meno della metà
della mia età
e non appartiene
ai cloni
dell'omogeneizzazione
o dell'anti-globalizzazione
chissà
se sarà
una eccezione
tra i fenomeni
della sua generazione.
(A. Arbasino, da Rap)
 

  • I limerick sono delle strofette divertenti e assurde di cinque versi: il primo presenta il protagonista e dice di che paese è, gli altri dicono che cosa fa. Lo schema delle rime è sempre AABBA. Il più famoso compositore di limerick è l'inglese Edward Lear, vissuto nel secolo scorso.

C'era un vecchio del Mugello
che pranzava con un cece e un pisello
perché diceva:"Ogni altra pietanza
mi farebbe crescere la panza".
Quel previdente vecchio del Mugello.
(E. Lear, Il libro dei nonsense)
 

Altre strutture sono la canzone, la ballata, il madrigale, lo stornello, ecc di cui parleremo in un'altra lezione.

Proposta
Con le strofe e le rime si può anche giocare: si possono scrivere  delle composizioni scherzose, delle satire, delle storielle. Perché non provare?
Eccovi qualche suggerimento:

  • Continua la storia ...

Si potrebbe provare a scrivere fiabe in quartine a rima baciata, come:
 

Little red hood
La favola ragazzi che vi voglio raccontare
è la storia di una pupa che sapeva cosa fare
in giro la notte da sola nel bosco
il suo nome era Cappuccetto Rosso
(S. Benni, Ballate)
schema AABB

 

  • trasforma i versi ...

Vuoi scherzare su qualcosa o qualcuno?
Puoi imitare queste quartine: cambia le parole, ma conserva le rime alternate. Osserva l'esempio:

La partenza del crociato
Passa un giorno, passa l'altro
mai non torna il nostro Anselmo,
perché egli era molto scaltro
andò in guerra e mise l'elmo ...

Mise l'elmo sulla testa
per non farsi troppo mal,
e partì, la lancia in resta,
a cavallo di un caval.
(G. Visconti Venosta,Ricordi di gioventù)
schema ABAB CDCD

 

  • il limerick

Un vecchio arzillo d'Ascoli Piceno
aveva un solo vizio: mangiar fieno.
Il dì dell'Assunzione
ne mangiò un covone
e poi morì. Però morì sereno.
(M. Manfredi e M. Trucco, Il libro dei limerick)
schema AABBA

 

Alla prossima!
Maila Meini

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