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Lingua italiana

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Melassa rosata che cola
cristallizzando la cornea
intasando le narici
il cavo della bocca
Muove in serpe all’arteria
glicemizza
ottura
invade irrigidendo le dita
tendendole a nulla

La mente e l'avverbio

Felicemente, costantemente, opportunamente, eccetera. Quante volte nello scrivere e nel parlare adoperiamo queste parole per esprimere uno stato d’animo o il modo in cui viene svolta o svolgiamo un’azione. Forse, però, non ci siamo mai soffermati a riflettere sul perché queste parole hanno la medesima terminazione: mente. Vediamo, dunque.
 

Lettera a Babbo Natale, all'anno nuovo, alla Befana

Le tre lettere più significative secondo la redazione, sono state:
 

I «singenionimi»

 
Non lasciatevi ‘impaurire’ dal titolo, cortesi amici e amatori della lingua italiana: il termine che avete appena letto – di provenienza greca – rientra nel ‘glossario’ dei vocaboli e indica un nome di parentela, come padre, madre, consuocero, ecc. Uno zio, quindi, dal punto di vista prettamente linguistico è un “singenionimo”, vale a dire un nome che esprime un rapporto di parentela. Molti “testi sacri” (vocabolari - ad eccezione del Battaglia e del GRADIT - e grammatiche) ignorano questo termine che noi, invece, vogliamo mettere bene in evidenza perché siamo fermamente convinti del fatto che chi ama la lingua deve conoscere il “gergo” e tutte le norme che la regolano, e tra queste ve n’è una che stabilisce il corretto uso dell’articolo con i… singenionimi. 

A cuore aperto

A cuore aperto

Buon Natale

Auguro un sereno Natale agli amici di "Rosso Venexiano" e regalo loro una 'strenna linguistica' (un mio articolo di qualche anno fa)
 

La luna e il porto

Il vocabolario di una lingua si arricchisce non solo per i termini che riceve in prestito o in dono da altri idiomi – gli “americanismi”, per esempio – ma anche e soprattutto attraverso le voci che si formano spontaneamente (fenomeno che potremmo definire “autogenesi linguistica”), per derivazione spontanea, appunto.

L'Ercole di Franz (mi calza a pennello!)

 

Tutto sognavo tranne che sarei diventato uno scrittore!

Un giorno da ubriaco

Oggi,
ubriaco,
cerco la comprensione:
sono così distrutto che la mia mano scrive il suo resoconto, senza l’ausilio della ragione, inibita dall’alcol cerca di vincere le sue paure.
 
Il vomito sale,

Siamo tutti latinisti 38° ( e ultimo)

VERBA VOLANT

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