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blog di Livia

tempo che cambia

non scrivo poesia
i tempi sono cupi
come ululati di lupi alla fame
stralunati non scendon più a valle

alla fine delle parole

Realtà sfocate si svestono di ogni stazione
fogge a colori di viaggiatori indistinti
in un corpo fra tanti

aria di neve

aria di neve
con un po’ di dolcezza.
Questo il mio sogno.
nel nostro spirito animale

Fuori

 
 
Non avrò più niente
nei giorni a venire
forse due righe
di luce sullo schermo

Niente si perde

Parli di mondi sbiaditi
d’inconciliabili rimpianti
lasciati nelle sale d’aspetto di un no

occhi stanchi

a volte si chiude qualcosa
l'inchiostro sbiadisce in parole
che non hanno più voglia di vivere

Violette

Il mazzetto era piccolo
una macchia di campo
di sole e di aria dolce
 
non aveva timore
tutto quel viola sparso
scintillava in cucina
sopra la tovaglia americana
un sogno soffuso
dalle radici recise
 
rara è la dolcezza

il dono

 
L’uomo uno
sa che la dualità del mondo
viaggia su lama di coltello
dove eserciti di formiche
si accalcano a difendere illogici confini.
Fra il suo e quell’altro
lui è un solitario e non ha coltelli
per reggere la lama che separa.

Fuoco

 
 
Era un autunno strano, quell’anno non era un anno come gli altri.
Era un autunno speciale.
Un cerchiolino rosso intorno a una data. 25 settembre.
 
Oggi mi sposo 
 

dal cinese

 
Primavera di chi non ha niente
di chi ha camminato i confini,
e quando son tornati
erano diversi
polvere e sassi frantumati
dalle fionde malelingue
e quel riso primavera che figura bene

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