Scritto da © Livia - Lun, 24/09/2012 - 23:19
Era un autunno strano, quell’anno non era un anno come gli altri.
Era un autunno speciale.
Un cerchiolino rosso intorno a una data. 25 settembre.
Oggi mi sposo
L’aveva scritto in grande, Bianca, per averla negli occhi quella data ogni volta che vi passava accanto
e poi altri piccoli scarabocchi tirati via ai margini di un calendario, oggi, sbiadito dal tempo.
I numeri, i calendari, contengono molte storie e molte voci. Alcune tristi, alcune liete. Sembrano rotoli o echi lontani di avvenimenti a scadenza individuale, dove ogni giorno accade qualcosa di non programmato ad ognuno di noi. Cose da niente, cose importanti.
E questo è un calendario vecchio. E’ del 1947.
Entrambi erano andati alla stazione a prendere uno zio di Antonio coi figli che arrivavano da lontano per la cerimonia. Avevano usato la macchina del papà di Antonio, una Fiat comprata a rate e per la strada avevano parlato di quel sogno così prossimo all’indomani, delle poche ore che li separavano dalle nozze, degli anelli nuziali che avevano comprato pochi giorni prima e su cui avevano fatto incidere quella data coi loro nomi di battesimo.
Quella data rimasta imprigionata dentro un cerchietto rosso sbiadito, là dove il tempo ha stinto anche i ricordi. Là dove il fuoco scatenatosi da un incidente aveva improvvisamente bruciato le lamiere e sogni di due giovani, le mani avvinte per sempre sui loro corpi abbracciati e immobili.
Là, dove, la mattina dopo, in quella bara fiorita fu deposta una giovane donna avvolta nel suo candido vestito da sposa in quel suo ultimo giorno di luce; 25 settembre.
Un numero come tanti, un segno, due destini, una storia. La vita, la morte.
Chi può dirlo cosa contiene di preciso una data, un numero ?
Della famiglia di Bianca non si è saputo più niente dopo l’incidente.
Trovai questo calendario per caso durante un trasloco e mi feci raccontare di Bianca e di Antonio da chi ne ha conosciuto la storia.
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