Scritto da © Livia - Mar, 13/11/2012 - 13:04
Realtà sfocate si svestono di ogni stazione
fogge a colori di viaggiatori indistinti
in un corpo fra tanti
una voglia sul viso, un sorriso
mosaici di anime, stupore
che sempre germina l'incanto
ma vedi anche le strade aprirsi altrove
mentre fischiano pallottole
nella mia città capovolta e ghibellina
di torti e ragioni rasenti all’orecchio.
Ho preso in affitto il mio corpo
e per eternità la mia mente
non esiste un posto di frontiera
alla fine delle parole
se riesci a toccare quel giro vago del vento
polmoni bucati per un respiro d’ossigeno
dentro un sogno d’acqua raccolta.
Sogno i suoi pensieri
come fossero i miei.
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