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troppo sentire

Girano in tondo
i giorni e gli sguardi
 
Un vecchio vinile
rigato dal troppo sentire
trasforma i silenzi
nelle note del solito  canto
E vorrei carezzarti i capelli.

L'ultima chance

T'incontro oggi dopo una vita intera
e sei il vento che graffia con la sabbia,
le nubi che s'aggrumano nel cielo,
bagliori vivi sulla via del sole,
i fiori spampanati nel giardino,
l'odore vecchio dei fogli nel baule.
Sei ancora il giocattolo difettoso
che abbandonai quel giorno sul divano,
il mio buffone, il primo vero amore,
l'ultima chance, la me stessa vera.

Di fiore in.....fiore

Alla vita

Son qua. Ti aspetto in piedi.
Conosco ormai il tuo gioco…
Mi concedi gocce miracolose
lasciando che il mio animo
pervaso d’amore
liberi in volo lo spirito mio…
E’ allora,
al limite del mio volo,
che mi colpisci nel fianco,
mi ferisci, mi costringi a planare
mi atterri.
Ma son qua e resto qua…
Se questo che dev’esser..questo sia!
Sarò forte, vedrai…
Custodirò come una madre nel grembo
le gioie che mi saranno concesse
e al solo pensiero di esse
il dolce sapore riaffiorirà sulle mie labbra
mischiato a lacrime e dolore
donandomi la certezza
che ancora ce ne saranno per me…
e più forte di prima,
mi rialzerò e ancora aspetterò.

Vele

 
        Vele che partono insieme
        gara gioiosa
        seguita da occhi
        di sole.
        Bimbi che corrono
        sulla sabbia bollente.
        Vele confuse
        spuma di mare
        gioia di un cuore
        che sa donare amore.
 
                        Maria Dulbecco

Hai Scoperchiato Il Pozzo

Hai scoperchiato il pozzo
delle mie attenzioni
destando gli occhi
che non vedevano.

Hai colmato il lago
delle mie emozioni
ridando umore
all'inaridite lacrime.

Hai seminato il campo
delle mie passioni
generando piante
d'eterna forza.

Ed ora io
inerme e nudo
piango ed amo
ridendo insieme

senza più difese
senza più ripari
contento d'essere
il tuo creato.

      loripanni

Messaggio in bottiglia (a Pasolini)

A te scrivo sul foglio sgualcito queste sillabe,
Pier Paolo, con incerta grafia: ci siamo visti
ieri nella Villla Comunali. con un cappotto
azzurrocielo seguivi il tempo e la città con occhi
atenti, capelli candidi in quel trasumanare
degli occhi nei miei e nel cielo per effetto
di grazia e di bellezza tra le gioie oltre il tempo
a ricordare acque amniotiche d'infanzia
e in men che non si dica. mi guardavi, Pier
Paolo abbeverato alla fontana e dicevi,
acqua sorgiva sono i tuoi versi, acqua dove
disegni bene e poi nella tua Alfaromeo siamo
andati al Virgilano in un'attenta raduranatura
e un tuo libro mi hai donato.
pareva farsi sera in quell'aria di nitido
vetro contro il cielo in arcobaleni
di bellezza se la Madonna ti guardava
in pozze di occhi azzzurri verso ogni
teca di te. E il tuo nuovo libro si chiama
profezia, teso tra anima infrangibile e mai
dette parole. Mi hai portato a casa, Pier Paolo
in attimi fuggenti com il film
delle noste vite ad intessersi
in chiara trama di stupore dove
eravamo già stati un anno fa.

La battaglia

Li sento, sono i rumori della battaglia che mi aspetta.
Il ruggito dei guerrieri che, famelici, si preparano allo scontro, il cigolìo dei carri, lo sbuffare dei cavalli, i fendenti delle lame che rifulgono e sfavillano al bacio del sole, segno di buon auspicio. Gli arcieri affilano le frecce e fiduciosi le ripongono entro pesanti faretre, gli archi attendono solo di poter scoccare il dardo che porterà onore al nostro popolo, tingendosi di porpora e sangue di uomini come noi.
Mi chiedo perchè gli Dèi spingano gli uomini a scontrarsi. Sarà forse una punizione per la superbia ostentata nei templi da quei falsi sacerdoti che pronunciano invano il Loro sacro nome? Oppure è la desacralizzazione della vita che li irrita? Questo continuo sguazzare negli squallidi vizi della carne e dello stomaco senza curarsi di consacrare ogni respiro alla volontà di Coloro che vegliano il nostro sonno?
Gli Dèi guideranno sempre le nostre battaglie ed i nostri cammini, osserveranno il nostro spirito, placheranno i nostri pianti, vendicheranno le nostre morti e gioiranno delle nostre risa, eppure ci spingono ad una lotta fratricida... ma soltanto, io credo, per meglio comprendere il valore della vita, dell'istante, dell'attimo che adesso è respiro, ma potrà a breve trasformarsi in tanfo di cadavere e sangue.
Per questo e solo per questo siamo chiamati a combattere. Per assaporare il sublime piacere dell'esistenza che maggiormente si avvalora in presenza della morte, del suo imminente spegnersi.
Ma che volete che ne sappia io? In fondo sono solo una donna con un'armatura troppo grande e pesante per poter essere portata da sola.


G. Klimt, Pallas Athene

Alexis
23.10.2009

Il mio cuore stanco

E' rimasto sulla sua bocca
il mio cuore pallido
ritorto in due occhi imbronciati
ammorbato in un sogno bambino
in giorni di mare cobalto
come un disegno di sabbia fissato nel tempo
in stelle e numeri d'oro
 
e' rimasto là tra la riva e lo scoglio
in un tiepido battito d'ali
in un origami di vento
in illusori miraggi
con la blusa del giorno di festa
con un cappello del prete
ancorato a una mano distratta
a un pendolo che non ha più le ore
 
fino a fermarsi in sordina
in una fiammella d'argento
in nostalgie arrochite di sole
 
il mio cuore ormai stanco
come una madre sull'uscio
la sera.

Scialacquati giorni

Scialacquati giorni
in fotogeniche performance
di ragionevole anonimato
(ci hanno provato)
ma scorticato era il giardino
improbabile auriga di tosaerba
tenevo in realtà il timone del Pequod
impugnavo una lira, vomitato da inferi
fuori, su spiagge multicolori
salvando Euridici selvagge
orgiastico Siddharta
eresiarca di soluzioni accomodate.

Mi deprimono i nitori di Lalique e Swarowski
la gimcana
da pachiderma la faccio per chioschi
il cuore batte in trobadorici bordelli
fra sporche dozzine
e ramini con replicanti
fra i singulti, perduto, di Majakovski e Campana.

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