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blog di giuseppe diodati

Balambane

 

Fa caldo a Balambane
nel culo del mondo
nel culo del mondo
un bambino è sempre un bambino
anche a Balambane.

E giocano i bambini
a Balambane
qualcuno è andato via
qualcuno pur rimane
qualcuno lo hanno
reimbarcato
ma che importa
che importa figlio
della signora nera?

Sei bambini
piccoli che urlano e strillano
a Balambane
sei piccoli cinque maschietti
e una femminuccia
sei bambini
fuori dal grande fratello
fuori dal grande bordello.

Ma ci sono le bombe
le mine a Balambane
e non ti frega niente
figlio
della signora nera
e i posti di lavoro
e qualcuno le deve pur costruire
le mine
le mine amico travestito
da monsignore.

Non ne è rimasto nemmeno uno
nemmeno uno a Balambane
e poi signori educati
leccatevi un il vostro orgoglio
la vostra civiltà
i vostri credi
i vostri dei
le vostre stupide retoriche emozioni
avevano pochi anni
i bambini di Balambane
e giocavano
come i tuoi figli
figlio della signora nera.

Alibur

Ricordo il luogo
ricordo la mia famiglia
le cascate rosse
gli alberi che perdevano fiori
e il mio centauro volante.

Ricordo il mio mondo
e il giorno in cui mio padre
mi ha dato la chiave
e le due lune nel mare.

Ora sono qui
su un pianeta dai mille colori
con le sue guerre
e i suoi orrori
e scrivo ballate
e scrivo canzoni
ricordando le lune sul mare
della terra di Alibur.

E mi chiedono dove
mi chiedono dove prenda le storie
non conoscono i frutti di Paloè
e i fiori vermigli cadenti
non conoscono
il mio mondo
e io
imbroglio e faccio finta
d'inventare le fiabe.

Una pozzanghera

 

Una banale, stupida, pozzanghera
dietro il palazzo
lontano dalla strada,
si che non la schizzavano
le macchine degli idioti;
una pozzanghera
nemmeno troppo grande,
ma grande abbastanza
da permettere al bambino
di sbatterci i piedi dentro,
"che fai?"
che fa lo sa,
mette i piedi nella pozzanghera.

Una pozzanghera
grande abbastanza da metterci
una barchetta di carta
e un tappo di gassosa
che non si trova più,
nemmeno quello di birra che sotto
sotto ha una stellina.
ci metto anche un laccio,
un laccio di scarpe
come se pescassi

dentro la pozzanghera.

Specchia le gambe
specchia il cielo
specchia il mio volto
e pure una nuvola
che così si bagna,
la nuvola
nella pozzanghera,
dietro un palazzo
di un città
che non vi dico.

Che poi fa anche le onde,
piccole,
ma fa le onde
e si prende la mia tristezza
quella pozzanghera,
la poggia sul fondo,
perchè c'è del fango,
forse persino un cuore,
in fondo,
in fondo sotto
a quella pozzanghera.

Tutte le donne del vecchio Daniel

 

Ha pochi denti Daniel
la pelle bruciata dal sole
riccia la pelle
ma limpidi gli occhi di Daniel.

C'è un pellicano che lo cerca
sul ponte della nave alla fonda
un pellicano con un'ala nera
come i peccati di Daniel.

Racconta le sue storie
mentre pesca con il filo
e un bullone per piombo.

Mille e mille donne
bionde e nere
rosse e poco sincere
le mille donne che ha avuto
e poche quelle che ha amato davvero.

Figli tanti
qualcuno ruba
qualcuno studia
qualcuno si è perso
in un giorno di tempesta.

Ora pesca con un filo
su una barca che non sa navigare
ed una negrita
a volte lo viene a trovare
come il pellicano
come i suoi ricordi
persi nel mare di Maracaibo.

Porta della luna bucata

 

In versi spuntati
sulla soglia della città
i camaleonti assassini
riuniti in consiglio divino
aspettano l'ora del grande mercato.

Porta della luna bucata
con le guardie dorate
con le picche insanguinate
in allarme aspettano
l'apertura del mattino.

E sono cesti di fiori e di foglie
agnelli e frutta
e sacchi di granaglie
e di noci e piatti
e coltelli di rame.

Il mio viso coperto
dal velo di un guerriero
mentre attendo con i camaleonti
d'entrare nella città
del vizio e della passione.

Porta della luna bucata
bucata da un angelo
sfinito da un amore
nel giardino dell'Eden
la notte in cui siamo fuggiti.

Lividi sul mio petto
e sconci desideri
in attesa
in attesa d'entrare
alle prime luci del mattino.

Ma mica è andata come la raccontate voi

Spesso mi capita di sentire delle storie, alcune molto belle e suggestive, ma spesso queste storie mica sono vere o quanto meno sono molto diverse da come le raccontano.
Per esempio quella notte io c'ero e di neve nemmeno l'ombra, anzi faceva abbastanza caldo.
Capitai per caso vicino a quella stalla, non riuscivo a trovare un posto decente per dormire.
Ah non mi sono presentato, sono Samuele affilatore di coltelli e costruttore di secchi.
Un mestiere ereditato da mio padre e non è vero che sono anche ladro, tutte bugie di gente invidiosa.
Poi che io sia stato con la moglie del pretoriano è una bugia grandissima, non aveva nemmeno un gran seno quella a dirla tutta.
Torniamo a noi, non solo non c'era la neve, ma nemmeno l'asino nella stalla;quattro pecore, un maiale e due mucche.
La storia dell'asino vicino al bambino è falsa, aveva fatto una brutta fine quell'asino, ma questa non la racconto.
Quella creatura poi urlava come un ossesso e quella ragazzina di suo madre era piuttosto preoccupata, poi si è calmato appena l'ha messo al seno.
Giuseppe mi dava l'impressione di non essere molto a suo agio, non sapeva come aiutare quella ragazzina, ma aveva un viso buono ed era visibilmente stanco.
Ho sentito che raccontate di pastori venuti alla grotta.
Uno, un pastore che stava li con il suo gregge e poi io, che quasi per caso mi trovavo da quelle parti.
Offrii un pezzo di pane di azimo alla ragazzina e il pastore diede ai due ed a me un pochino di formaggio.
Stemmo li, con quel bambino al seno della donna quella notte, quel bambino che voi dite fosse un Dio.
Io non lo so, non mi è sembrato diverso dagli altri bambini, ho due figli e quello era simile ai miei appena nati. Leggi tutto »

Dindilidon

 

Dindeledon, non vuol dire nulla
solo il canto di una fanciulla
sulla strada di Maladan
Dindeledon, acqua e limone
nei bachi del porto di Maladan.

Ha una gonna sfilacciata
la zingara scontrosa
quella che ha sempre una rosa
quella che ti ama ma non ti sposa
è lei che canta
è lei che sa cosa vuol dire
la magica parola che ti strega
sino in gola.

Ci sono soldati
nel porto di Maladan
e c'è odor di fritto al mercato di Maladan
e c'è, c'è una zingara con i capelli biondi
che canta Dindeledon
siamo zingari liberi senza fede
come chi sempre ama e mai chiede.

Un soldo per un casco di banane
due per un pesce senza squame
tre, solo tre per una fetta di bistecca
ma io rubo
rido e scappo
con l'ombra tra i capelli
e un bacio della zingara del mercato di Maladan.

L'uccello rosso

 

Poggiato tra le foglie
il flamenco
sorseggia l'acqua della luna
tremolante la mangrovia
suona l'ultima emozione.

Saltano nel mare
come pagliacci
pesci colorati
mentre le stelle marine
disegnano sul fondo
colori di una piscina.

L'uccello rosso
mi regala
una delle sue
piume
la porterò al castello
di sabbia
della regina bambina
disegnerà il mio volto
sul vetro della sala delle udienze.

Portammo la nostra malinconia

La strada impolverata
saliva ripida sino alle tette di Maria Guevara
e rapido il sole
svaniva all’ombra dei cannoni.

Avevamo denti sani
capelli lunghi
e raccontavamo storie
ai pescatori di perle
che con viso stupito
guardavano i nostri occhi.

Le donne danzavano ai nostri fuochi
e c’era sempre una chitarra
con una corda in meno
come i tamburi
al ritmo ossessivo
del nostro coraggio.

Avevamo mille colori
e mille emozioni
e nessuno predicava di paradisi
e inferni
accanto ai nostri accampamenti.

Per amore
vendemmo manghi e papaye
e succhi di cocco
bevuti alla luce di una candela.

E sulla cima
della montagna più alta
delle tette di Maria Guevara
facemmo l’amore
una notte di luna piena.

Poi,
andammo via
tutti
tra stelle marine
e palme
lasciando sulla sabbia
il nostro nome.
 
 

Lazzaro

Aj Lazzaro dove vai?
Il taxi corre troppo
per Pampatar c’è tanta strada
e quella bionda
in minigonna
parla la tua lingua.

Aj Lazzaro quanti figli hai?
In questa isola imbronciata
di aquiloni e barchette
alla Restinga.

Questa bionda ti ricorda una donna,
quella che valeva meno
di un preservativo usato
quella che ti ha sputato in viso
per la sua strana voglia.

Aj Lazzaro che passa?
Hai mille donne
e mille amori a Margarita
e non saranno due occhi
come i suoi
a cambiare la tua vita.

Jaja Lazzaro
sei già resuscitato
dopo che sei arrivato
a Punta Arenas
quella strana notte
di Rum e Cocco
con la donna che ti
pulì le voglie

Aj Lazzaro quanta strada
dall’aeroporto
mentre gira, gira
il tassametro
come il tuo pensiero
per quegli occhi
per questa donna
che t’incanta.

Jaja Lazzaro
questa notte
l’isola di Margarita
ha un nuovo amore per te
dall’aeroporto a Pampatar.
 

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