Scritto da © Manuela Verbasi - Mar, 17/11/2009 - 15:16
Dietro le parole di un poeta
c’è sempre un nome
che di dolcezza disorienta
o di passione esplode
.
Spinta nel dolore
Ti ho regalato un fiore
e l' hai spezzato
uno sguardo
e l hai voltato
sprezzante
Cosa hai fatto?
Un taglio di direzione
un fiume hai fermato
le sue acque vaganti
e il percorso falciato
non un volgersi
alla fine
ne un prendersi
all 'origine
onde caute
che resistenti
si prendevano
a partecipazione
Ti ho regalato
il cuore del mio petto
il fondo della mia sete
©TheoneThing
Tu che ingoi la vita, non la sputi
Tu che ingoi la vita, non la sputi
te ne vai in giro sola
per la città bagnata
a giocare con la carne
e con la porpora
e chiedi sigarette ai ragazzi
spezzando il filo che ci lega
tu che ingoi la vita, non la sputi
togli zucchero dai mille occhi degli amanti
e lo versi nel caffè ogni mattina,
ora che ti porti il peccato a tracolla
nella tua borsa
e con uno sguardo
regali proibizioni ai passanti
mentre cammini sola
nella città bagnata
chissà per dove
tu che sputi la noia, non la mastichi
scrivi a fuoco sui giorni
che la nostalgia ti fa schifo
e ti trucchi col mio sangue
per uscire
ti porti dietro quel sapore
di notte lunga e confusa
di birra quasi calda
e mascara nero,
fra i capelli
i segreti del giorno prima,
presentimenti fra le unghie
delle dita e sui seni
i segni di un martirio
ma te ne vai in giro sola
per la città impazzita
e ingoi la vita, non la sputi.
te ne vai in giro sola
per la città bagnata
a giocare con la carne
e con la porpora
e chiedi sigarette ai ragazzi
spezzando il filo che ci lega
tu che ingoi la vita, non la sputi
togli zucchero dai mille occhi degli amanti
e lo versi nel caffè ogni mattina,
ora che ti porti il peccato a tracolla
nella tua borsa
e con uno sguardo
regali proibizioni ai passanti
mentre cammini sola
nella città bagnata
chissà per dove
tu che sputi la noia, non la mastichi
scrivi a fuoco sui giorni
che la nostalgia ti fa schifo
e ti trucchi col mio sangue
per uscire
ti porti dietro quel sapore
di notte lunga e confusa
di birra quasi calda
e mascara nero,
fra i capelli
i segreti del giorno prima,
presentimenti fra le unghie
delle dita e sui seni
i segni di un martirio
ma te ne vai in giro sola
per la città impazzita
e ingoi la vita, non la sputi.
©Esulterei
La caduta
o ancor più nero le forbici sul fondo
bucano godimenti estorti ai fianchi, ruderi
cinque sensi o due rovesci noi, dialoghi
tra le cosce e le mie case vuote
con la signorina degli affitti ch'è tutta un detto fatto
l’applicazione d'una curva in bocca
da un vetro spareggiato nell’andare torna
l’ululato di angeli che s’accoppiano, s’usano
e gettano, come da un tacco a spillo
bucano godimenti estorti ai fianchi, ruderi
cinque sensi o due rovesci noi, dialoghi
tra le cosce e le mie case vuote
con la signorina degli affitti ch'è tutta un detto fatto
l’applicazione d'una curva in bocca
da un vetro spareggiato nell’andare torna
l’ululato di angeli che s’accoppiano, s’usano
e gettano, come da un tacco a spillo
©lunasepolta
Non sono
Non sono
non sono figlio a nessuno
né padre, fratello, parente
congiunto
Forse sono un altro
un per caso
mi guardo attorno
mi chiedo
cosa potrei perforare?
Quindi ritorno
allo stretto
nei miei silenzi d'ottone
©taglioavvenuto
Anubi
E tu pensi, o anima stolta,
di poter varcare adesso
le porte di quel regno
di cui Osiride è sovrano?
Reo il tuo cuore
giace su questo piatto,
di troppe empietà macchiato,
nero si torce di vergogna.
La piuma di Maat rifulge
al mio divino cospetto,
reclamando la giustizia
che in vita non t'appartenne.
di poter varcare adesso
le porte di quel regno
di cui Osiride è sovrano?
Reo il tuo cuore
giace su questo piatto,
di troppe empietà macchiato,
nero si torce di vergogna.
La piuma di Maat rifulge
al mio divino cospetto,
reclamando la giustizia
che in vita non t'appartenne.
©Alexis
quando la penna cattura il turbamento
che dal cuore sgorga
e ai cuori torna
sull’impercettibile fremito lungo la via del foglio.
4 ottobre
C'è un mondo in silenzio
dietro le tue palpebre chiuse
tra le tue mani distese.
C'è un vuoto di ricordi
che il tempo non ha colmato,
e ormai e' troppo tardi...
C'è una grande siepe bianca
in fondo a quella via
così non puoi vedere
che oltre non c'è nulla.
dietro le tue palpebre chiuse
tra le tue mani distese.
C'è un vuoto di ricordi
che il tempo non ha colmato,
e ormai e' troppo tardi...
C'è una grande siepe bianca
in fondo a quella via
così non puoi vedere
che oltre non c'è nulla.
©Grizabella1
Amami d'ogni dolore
Amami d'ogni dolore
in ogni sospiro d'anima e luce.
Riparo chiedo alle tue labbra,
baci astratti e ancora, un uragano
prima di morire.
Il cielo è alla mia gola
in memoria di un calore
che consola e consuma.
Scopro, in verità, che
passione e incenso annego
nei tuoi silenzi.
Una scheggia d'istinto
m'accompagna alla tua carne
e mi basta in grido
spogliare l'orizzonte.
©michelazanarella
Hai Scoperchiato Il Pozzo
Hai scoperchiato il pozzo
delle mie attenzioni
destando gli occhi
che non vedevano.
Hai colmato il lago
delle mie emozioni
ridando umore
all'inaridite lacrime.
Hai seminato il campo
delle mie passioni
generando piante
d'eterna forza.
Ed ora io
inerme e nudo
piango ed amo
ridendo insieme
senza più difese
senza più ripari
contento d'essere
il tuo creato.
delle mie attenzioni
destando gli occhi
che non vedevano.
Hai colmato il lago
delle mie emozioni
ridando umore
all'inaridite lacrime.
Hai seminato il campo
delle mie passioni
generando piante
d'eterna forza.
Ed ora io
inerme e nudo
piango ed amo
ridendo insieme
senza più difese
senza più ripari
contento d'essere
il tuo creato.
©loripanni
Il momento delle ombre
È nel tempo che s'addensano le ombre
e ogni cosa pare sprofonda in un ciclo concluso
se qui vicino si leva un volo di cornacchie
e più distante, da velati pensieri,
nelle conchiglie il rumore del mare
e inaspettati versi di gabbiani
allora forse restituiscono la speranza
raffigurando passaggi rocciosi
percorsi da un fanciullo in un nascente giorno.
e ogni cosa pare sprofonda in un ciclo concluso
se qui vicino si leva un volo di cornacchie
e più distante, da velati pensieri,
nelle conchiglie il rumore del mare
e inaspettati versi di gabbiani
allora forse restituiscono la speranza
raffigurando passaggi rocciosi
percorsi da un fanciullo in un nascente giorno.
©Antonio Ragone
Cose Così [Occhi verdi]
Giravolte di lingue in delirio
disegnano arabeschi su pelle.
Scandaloso arpeggio di voci
petali sfogliati e disinganno.
Declivio di rosee dolcezze
muto banchetto d’ombre.
Profili di letti spogliati
stanze, occhi verdi e laghi.
Denudati battiti silenziosi,
foglie, fiori, profumati specchi.
Riflessi d’Amore, null’altro.
©Manuela Verbasi
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Autori di Rosso Venexiano
-Selezione opere di ventodimusica e unaccount
-Editing Manuela Verbasi
-Segreteria: Eddy Braune
-Opere pittoriche dell'Artista Graziella Romeo e testi di Tiziana Mignosa
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