nella curva del mento
o dietro l’angolo dell’occhio
bambino,
l’approccio del giorno;
di pratoline e malva
ranuncoli e tarassaco
calzano i prati
del quartiere.
Pomeriggio d’aprile dalla mia finestra
spolvero le ore che mi separano
dalla rete di confine,
il mio tutto s’arresta nel calpestìo
di un lento procedere a distanza.
come lembi di pelle preziosa in attesa di un imminente trapianto
a sanare ferite e cicatrici
Strapperò cento fogli di agenda datata
messi via in tanti anni come mezzo nell' urgente bisogno
a trovare pensieri e sorrisi che negli occhi non c'erano più
Strapperò anche l 'ultimo ricordo da quel prato sbiadito
dove fiore minuscolo stentava a crescere....
e poi...
continuerò a Vivere.
È un genocidio
Di rose
L’alfabeto spezzato
Di una lingua morta
L’arco breve
Di ore piccole
Sotto cui ricresce
L’unghia della primavera.
che la domenica sarebbe stata festa
ed i preparativi erano da accelerare
in quei vicoli
in cui tra la folla, da poco strette, le nostre mani
sapevano solo di tremante,
il candore,
l'ancor giovane timidezza,
a freno il nostro ardire di solo l'oltrepassar
quel muro di quelle dita - chissà ci pensavamo-,
ché loro, le stesse, ancor prima ben attente,
conoscevano poi solo lo sfiorarsi.
Fu il moto del cuore, dell'animo,
o di una speranza che speranzosa
scendeva di discese, a sera, alla marina
quando le barche con le lampare si staccano da riva
per navigar le loro reti, la nostra in celeste e rosa,
con le vele bianche ad alzarvi in pieno mare,
e il marinaio che a poppa muoveva con la mano
il suono della partenza, tirando quel filo delicato
c'aveva ancora timore di spezzare.
Il bacio, in fondo, sarebbe stato
un assaporar quell' intero mondo,
quell'altra parte della terra che
da una riva
sta all'altra riva
e di cui la vista prima ancor
che la speranza d'un breve accesso,
oltre poi quel desiderio di sostarvi,
un lasciapassare tra le scilla e le cariddi di quei mari, che eterni,
che in noi, in quel momento giusto, sapevamo di poter scansare.
In fondo un bacio è un altro bacio
è un grido e un tiro a salve, un uccello che prima timido
in cielo vola, pensando poi di bucarvi l'aria.
la curva del labbro
respira
sognante
angoli dolci
chiamando
leggera
quella goccia
che imperla
ridente
di luce
la bocca
la tua capitale sarà Uruk
Vorrei tenere in mano
Il pensiero chiuso nelle tue
E trascriverne il presente
Nascosto mio nutrimento
Fino al seno custodito,
Scendendo al nido
Fatto d’occhi e guance
in te gioiosamente, ovunque
di onde che rincorrono la brezza
la salamandra trova un angolo di muro
e somma petali di gerbera ai minuti dei secoli
moltiplicando corolle d'incertezza nei silenzi
Frantumi di specchi sull'orecchio
e spicchi di sole sui sopraccigli biondi
s'inarcano alla vista del dolore
sussurrano l'attesa di aspettare
il nome di mia madre su labbra di ghiaccio
Faceva freddo a Luglio in un giorno come questo
e mi mancava il silenzio dell'inverno
e il gelo cristallino del fiato condensato
forse c'è un sole eterno dove si resta soli
dove anche il sangue segna un'ombra di vena
In un giorno come oggi
non possono fiorire crisantemi
c'è solo un vento marino
che sbatte l'odor di giglio sullo scoglio
e un silenzio autunnale nell'aria tremenda
Lo sguardo del tempo ha abbandonato l'occhio
dimenticando il pianto del neonato
e il seno che ha allattato la speranza
sbiancando il volto inamidato sul lenzuolo
che tocco con mani di pioggia nella rugiada estiva.
senza che io senta il tocco del tempo
solo arrendendomi alla sera priva di parole
solo ridando le braccia al giorno
finchè possa ritenermi soddisfatta
del silenzio
di pesce
si disse ed erano
merluzzi davvero
gli esseri sul fondo
del pozzo
Vennero quindi
immortalati
perché l'immagine discendesse
di nuovo
ad irradiare fumi
e cupole, vascelli neri
Allorché poterono/essi
cingere
le acque sorgive
quando resti ad appagare i vuoti
e a rendere la miseria emotiva
giardini per fiori abbandonati
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Redazione
-Autori di Rosso Venexiano
-Editing Manuela Verbasi, Anna De Vivo
-Segreteria: Eddy Braune
-Opere pittoriche dell'Artista Marco Del Nista e vesi di Bhaky che ringraziamo
-Staff di Frammenti
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