Scritto da © Manuela Verbasi - Mer, 11/11/2009 - 23:31
♦Erato♦
La Musa Erato
Spesso il poeta rimane a lungo a guardare un foglio bianco in attesa di qualche idea o sentimento da poter concretizzare in versi. Questo è un problema diffuso e frequente fra gli scrittori, la famosa attesa dell’ispirazione oppure come si suol dire, la disperata richiesta di aiuto alla propria Musa ispiratrice. E’ proprio qui, durante queste affannose e astratte ricerche che viene a galla un problema di fondo. A chi chiedere aiuto? A quale Musa? Con quale nome invocarla? |
Anche il poeta, specialmente il poeta d’amore, possiede la propria Musa alla quale rivolgersi, ed essa porta il nome di Erato ( con una erre sola altrimenti ci sbagliamo subito). Nell’iconografia classica è raffigurata come una giovane ninfa coronata di rose e mirti, nelle sue mani una lira ed un plettro.
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Lo scrittore di poesie quindi, anziché sentirsi sminuito di fronte ad altre illustri categorie di artisti protette o custodite da personaggi famosi e dal nome altisonante, può senza complessi di inferiorità rivolgersi finalmente verso qualcosa o qualcuno di più concreto e palpabile oltre che di estremamente nobile.
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Il nome Erato deriva direttamente dalla parola ‘Eros’ ovvero amore. Questa Musa è considerata l'ispiratrice della poesia d’amore e del canto. La sua nobiltà deriva dall’essere figlia di Zeus ( conosciuto anche come Giove) e di una delle sue tante mogli ( gli sono attribuiti rapporti con più di venti donne, perlomeno quelle dichiarate) e quella in turno al momento si chiamava Mnemosyne.
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Dopo aver sconfitto i Titani gli dei chiesero a Zeus di creare un gruppo di divinità che cantassero la vittoria. Ad egli non parve vero e giacque con Mnemosyne per nove notti consecutive, dopo di che nacquero le nove Muse. Una per ogni notte d’amore, nove sorelle per ogni forma d’arte. Oltre ad Erato ci furono Calliope musa della poesia epica, Clio della storia, Polinnia della pantomima, Euterpe del flauto, Tersicore della danza, Melpomene della tragedia, Talia della commedia ed Urania dell’astronomia.
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La mitologia non fornisce dettagli riguardo allo strano nonuplo concepimento seriale e quindi presumibilmente dello strano parto che ne seguì ( non risulta fossero gemelle), tuttavia il bravo Zeus, questa volta aveva fatto proprio un buon lavoro rifacendosi delle precedenti figliolanze non troppo riuscite.
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Il poeta può contare quindi su un nome concreto, su una storia, su una guida di assoluto rilievo e di antichissime radici. Erato e le sue sorelle infatti, appaiono qua e là sparse nei poemi a protezione ed ispirazione delle categorie che rappresentano. Apollonio Rodio per esempio nel 300 A.C. invoca Erato nell’apertura del III libro delle Argonautiche . Erato viene inoltre citata nella Teogonia di Esiodo, nel Fedro di Platone e in un poema ora perduto la Radina dove si narra che la sua tomba, che si trovava sull'isola di Samo, fosse meta del pellegrinaggio degli innamorati infelici.
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Ad Erato è attribuita anche la maternità di Tamiri uno dei più importanti musicisti e poeti lirici, inventore tra l’altro del modo dorico. Era un ragazzo bellissimo ed eccelleva nell’arte del canto e in quella della lira tanto che tale bravura lo portò ad essere protagonista di una disgrazia familiare ( ma chi nella mitologia non ha mai avuto una disgrazia familiare?).
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Si vantava così tanto di saper suonare la lira che tentò di rivaleggiare con le Muse tanto che le sfidò ( figlio ingrato) in una gara di abilità e nel caso di una sua vittoria il premio sarebbe stato di unirsi a loro e diventare quindi anch’egli una divinità.
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Ovviamente il povero Tamiri perse in malomodo e le Muse ( ovvero sua madre e le zie), irritate per l’affronto, lo accecarono e lo privarono della sua abilità musicale. Così conciato Tamiri gettò lo strumento ormai inutile in un fiume del Peloponneso che prese il nome da questo gesto ( si tratta del fiume Balira che nel suo nome nasconde il significato delle due parole: lanciare-lira).
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Tamiri avrebbe dovuto ascoltare la madre e seguire l’indirizzo poetico anziché quello musicale, ma del senno di poi sono piene le fosse.
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In conclusione il poeta d’amore, quello dapprima ignaro sulla propria protettrice ma soprattutto ispiratrice, avrà un sicuro punto di riferimento, un esempio direi anche di modestia, considerata la fine alla quale questa madre ha costretto il proprio figlio vanitoso.
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Per i meno pagani, emergono invece ben due nomi di santi protettori dell’età cristiana, pronti ad essere invocati nelle notti prive di fertilità artistica: S. David (29 dicembre), ed un pezzo grosso che poche categorie possono vantare, direi fiore all’occhiello di ogni poeta… S. Francesco d’Assisi (4 Ottobre) protettore dei poeti e a questo punto se mi è permesso, visto che siamo nell’era moderna, ‘sponsor principale’ di ogni poeta.
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-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Testi di Matteo [Crobiotermini]
-Immagini dal web a cura di Manuela Verbasi
-Editing: Manuela Verbasi, Emy Coratti
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