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Poesia

allenamento

 posa
 il mozzicone sbavato
di rosso carminio
sull'orlo.
 
cincischia a tasto
 prima il fior 
della tovaglia
 
 poi s'accanisce
su di una mollica
in due
la scortica
 
 
un colpo secco d'unghia
 gran scatto
  è una briciola
fa un volo
oltre il piatto

l'altra mendica.  

Parole

Quelle giuste o già usate
avvolgile in carta dorata
e riponile nei cassetti della memoria,
arriverà il momento,
ti prenderà la voglia
di soppesarle, gustarle, succhiarle
come fossero caramelle
o di offrirle a chi
non ne ha più.
 
 

Un mare di memoria

l'acqua
tra ciottoli
del torrente
lisci consunti
come gradini di
cattedrale antica si
incanala si fa corrente
e da uno all’altro alla valle
fluisce vitale inconscia deviata
a tratti interrotta si riprende sempre
senza meta apparente però scontata: il mare.
Così la storia dei desideri dei sogni - ansiosi spesso
che precipitano rimbalzano tra pietre lise di gaudio paure e opportunismi
giù fino agli arenili piani ordinari dove si acquietano con la fine di tutto: la memoria.

Il linguaggio delle mani

Vezze, avvizzite oltrevita,
in rigagnoli frammentate,
dal loro continuo prensile essere.

Segnate ed incallite
in falange distale
se di fonemi si sono alimentate,
in pizzichi o carezze di melodiche armi.

Indurite e corrotte nel tempo
se da lungo e caparbio lavoro segnate.

Bronzee e ceree,
le dita,
se paglie e steli han dovuto sostenere.

Brunite d'inchiostro,
in veste di "Cembolo scrivano"
o tinteggiate d'idee per efiggere l'irreale ed il reale
in qualsivoglia forma.

E lievi, da cotanto ardore,
blandiscono le incantate e amate spoglie
su un manto di fogliame ancestrale,
volteggiano con rara armonia
verso confini "firiosi".

Clara

Oh Clara,
sei cagione di progenia,
genitrice indiscussa.
Madre.
Rigonfi il seno d’amore.
Dai turgidi capezzoli gode nutrimento.
Sei madre
A calmare il sopore del sonno,
austero, talvolta provocatore di ansie
scisse in paralisi e discinesie.
I tuoni, gaudi canti diventano.
L’aria stantia d’angoscia profuma ora di rose grazie a Clara.
Sei amica
A smorzare la sete,
a conciliare le beghe della mente.
Dal cupo piagnisteo al piacere di un sorriso.
Hai il dono della comprensione,
lungi da empatia gratuita.
Sei amante
Con la movenza sincopata del corpo
Balli un erotico tango a tratti d’amore a tratti di sesso,
o entrambi fusi in un unico amplesso
Del suo strumento sei l’artista.
E bevi dal calice delle sue frenesie.
Sei figlia
tra le sue braccia
madide di protezione.
ti avvinghi agli incavi del suo affetto.

[Volevo taggarla come antologiadei soci, per partecipare alle cinque poesie, ma mi scocciava perchè ancora non ho mandato i soldi]

La mia casa

La mia casa aveva sei finestre e due balconi
avrei preferito si vedesse il mare
ma andava bene anche quella porzione di collina
con gli abeti
sembrava di sentirli quegli scoiattoli tra i rami

Era al quarto piano
si allagava di sole da mattina a sera
profumava di ieri e di domani

c'era la tavola apparecchiata per bene
solo alla domenica
momenti buoni, momenti bui

c'ero io che mi struggevo ad ogni arrivo
e preparavo  un nuovo arrivo
a ogni partenza

C'era la porta sempre aperta
me la chiudevo alle spalle
e diventavo piccola

più o meno sei anni
però pesava meno la cartella

Senza carne

Come promesso, dopo aver cestinato tanta e tanta carta... la semplicità, il minimalismo e l'essenziale. Ma anche l'impatto delle forme e ciò che esse evocano hanno avuto la meglio. Privazione della carne
liberarsi della pesantezza di un'umanità costretta
e librarsi, sciogliersi nell'aria, fondersi con essa.
Lì non servono né armi, né difese credo... sei te soltanto, leggero. Il cielo sopra di te, le meraviglie del mondo sotto e
Un mare di emozioni dentro a ricordarti che vivi. Semplicemente voli davvero.

-Nome e Verità-

Ci son parole che striano il mio dentro
come il vento silenzioso delle luci ferme
in una notte a cui mi son donata
senza stralci di peccato

/Ho_dato_un_morso_al_tuo_Sentiero/
/Ho_dato_un_Colore_a_questo_Cielo/

Mi son descritta per Te con Nome e Verità
Come pioggia fresca
che si scioglie sul vetro della tua Vita chiusa
Come Muschio che mi stagna
sul confine del mio sentirmi lontana

Ho tagliato le mie labbra per pronunciarti
Ho ammutolito la mia bocca
affinchè il Tuo Nome mi restasse senza Eco nel petto
..come il bacio che un tempo t'ho dato
..come la carezza
che un giorno m'hai negato

[ Runa ]

Alessia nel parco comunale

Alessia nel parco comunale
chiaro mattino di senso
negli allbereti della gioia
a tessere la vita, se è Venezia
a emergere in aurorale
anelito in gondola virtuale.
Alessia nel senso della vita
da trarre da marino
incantesimo dei corpi nel
bacio con Giovanni in comunione
di salive a salutare la città che
sale. Alessia, in forma di stella
ad aurorare il velario di un tempo
di camera a quattro dimensioni
se camera è il parco
in chiare distanze dai salici
dell'ironia a salvarla a darle
il viatico della gioia sottesa
alla vita che passa e sta
infinitamente tra le cose di marzo
a fare bella la vita che pare
infinita tra le tegole del tempo
ad inazzurrare il sembiante
di un mare troppo bello
per essere detto con parole di mattina,
Alessia anima di brina.

La fanciulla in verde

E' questa, mia madre
quella a sinistra, vicino al ramo di salice
vestita di seta autarchica, verdolina
a fiori tropicali lillà,
lunghette svasata appena sopra la caviglia
e le scarpe di vernice col laccetto
che sembra un giunco, tanto è incurvata.

Coi capelli mossi ribelli tanti,
biondo pannocchia, diceva lei ridendo,
con le efelidi sulla pelle chiara
che non poteva esporre al sole
le parava col cappello di paglia a larga falda
dal nastro in tinta col vestito
che qui, noncurante, tiene appeso alla spalla
con fare divistico
il capo leggermente reclinato
l'espressione in un sorriso fatale,
da scena.

L'ho visto davvero quel cappello,
schiacciato tra la biancheria ricamata,
del prezioso corredo
quasi un cimelio della fanciullezza
che non perse mai.

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