Scritto da © Asophia82 - Lun, 17/05/2010 - 01:33
Vezze, avvizzite oltrevita,
in rigagnoli frammentate,
dal loro continuo prensile essere.
Segnate ed incallite
in falange distale
se di fonemi si sono alimentate,
in pizzichi o carezze di melodiche armi.
Indurite e corrotte nel tempo
se da lungo e caparbio lavoro segnate.
Bronzee e ceree,
le dita,
se paglie e steli han dovuto sostenere.
Brunite d'inchiostro,
in veste di "Cembolo scrivano"
o tinteggiate d'idee per efiggere l'irreale ed il reale
in qualsivoglia forma.
E lievi, da cotanto ardore,
blandiscono le incantate e amate spoglie
su un manto di fogliame ancestrale,
volteggiano con rara armonia
verso confini "firiosi".
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