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Poesia

Diversamente

diversamente avrei preferito incontrarti
la sera magari sul fare più scuro
col dondolare ritmato del seno pei tacchi
picchiettanti l’asfalto non distante
da dove il solito tavolino del bar ci incontra
e il caffè servito (lo voglio più nero)
amaro apre la porta ai nostri pensieri
dov’eri? non so ti ho incontrata solo ieri
ma dentro diversa sei stata da sempre
uguale a te stessa non lo sapevi? 
era  ieri
 

Con estrema cura

Avrò estrema cura,
dei tuoi intimi pensieri
che terrò nel posto più caldo,
del mio inevitabile tramonto.
Se tu fossi qui, ora,
a calpestare questa sabbia umida
senza che la luce ti veda,
sentirei i tuoi passi sopra l'anima
e senza che tu dica nulla
sarà la marea del tuo profilo,
ad annegarmi.
Avrò mani di seta
per non farti male dentro,
quando sui fili dell'infinito
appenderò ad asciugare
una malinconia senza fine.
Ci sarà anche il vento,
annoderà lembi di pensieri
sopra un mare in burrasca
dove nemmeno i gabbiani
troveranno spazio.
Forse il tempo
traccerà un prato verde
solo per noi,
ai piedi di un amore senza casa
dove i tigli saranno ombre di rifugio
e moriranno un pò.
Neanche la luna osa stasera,
ci sono brandelli di nubi, sospese,
coltri d'ovatta sull'alcova del cielo
per ammansire nostalgie canaglie
e per annerire i lampioni dei sogni.
È cosi immenso l'oceano
tra te e la mia vita
... ma se avessi le ali.

Gioia di Alessia

Gioia di Alessia rosavestita per la vita
la disadorna via serale.
Vi aggiungete un fiore d'erba
una gioia a trasalire
tra le fragole: chiari mattini
dei fiori d'arancio sulle cime delle
anime e le valli e i castelli
nascosti nei monti azzurrini.
Hai captato un fiore e una marina,
Alessia rosavestita per la vita:

a poco a poco tra i giochi
d'acqua nella camera della mente
accade l'attimo e trasale Alessia

rosavestita per la vita dietro i vetri
dell'anima campita a spazi

azzurri e paradisi di amene
chiarezza per la mente,

Alessia gioca una mattina
con la vita, lo specchio la donna
la città: l'anno è il 2010

Ritorno alla poesia

Ancora una volta è il sole che benedice i campi,
laggiù sopra gli alberi
in trasparenza polvere di vento
e fra i cerchi nell'acqua
riflessi di parole.
Ora è l'uccello bianco di palude,
ora l'aria chiara, il profilo di una donna controluce,
lo sterpo di radura,
la nube che vagheggia chiaroscuri.
Tu subito con collera mi dici
di una luna che si alza sul dolore,
che tutti i rami torneranno secchi
quando la sete arderà anche i miei versi.
Ma io scrivo anche per te,
perché le tue tempie battano l'aria,
seppur mai saprò dire l'essenza di una rosa;
scrivo il percorrere che mi separa dal chiarore,
le pause ed il rumore di rotaie
e chi spegne la luce nel silenzio,
per non restare solo nel dilemma. 
 

Thanka

Luce soffusa.
Candele tremolanti.
Schiuma bianca
olezzante d’oriente.
Subito le tue mani!

La mia solitudine

Nella solitudine afferro tutto ciò che non avrei mai potuto in compagnia ed è per questo che quando sono in compagnia sono più completo di quelli che non sono mai soli!

Sblob a Edoardo Sanguineti

Insulsano florilegi e tradizione
della televisione i barbari talks.
Amai la Nebula Trifix
buco nero della mia disperazione.
Parole, polluzioni,
infette siringhe scagliate
su mentecatti uditori,
tra London's Burning
e Should I Stay or Should I Go.

I rai del sollucchero cortese
mantecati di Nespolo Berio Baj.

Evvai!

Accelerare fonemi come al Cern.

Mi spiace solo che eri
una beghina veterocomunista
e ti bruciò, la rogna,
davanti a i ragazzi gioiosi
di Muro e Tienanmen.
Dogmatico seminatore di dubbi.
Avessi letto meno Marx e più Gian Burrasca...
Mi sei maestro e macchietta.
Mi fai cagare
se restaurare vuoi
l'odio di classe;
ma mi fai sborare
quando blobbi e contamini
e fingi sulla finzione.

Con affetto, addio, cazzo di barone!

Come rive le ciglia

 come rive le ciglia

a contenere il tracimare dello sguardo
 
fragile confine tra il sono
e il sarei
 
- oggi ho gli occhi accecati
dal riverbero dei sogni -
 
 

Nell’ultimo disegno

Nell’ultimo disegno
ho creato silenzi rapiti al pensiero
ho nutrito i miei occhi di luci
inventate nel sogno
ho sfamato il mio corpo con i colori
strappati dal cielo del mio cuore.
 
Nell’ultimo disegno
ho sconfitto la morte
già pronta a prendermi l’anima!

In memoria: Edoardo Sanguineti

Chiunque ponga a chiodo la parola
riformulando le risalite al verbo
si direbbe liscio
di cadute in vie ferrate.
 
Egli era, ora diremo alle parafrasi,
dicendolo per quanto è ancora a mente,
ma dal suo verso
un monte di discorsi non più sale
giacchè la vetta è sotto
ed è per noi la posta
in gioco.

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