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blog di Manuela Magi

Sfiori

Sfiori con il ventre
-il mio-
pareti di sipari sull'infinito.
Sono effimeri perimetri
i vagiti della notte
- come rivoli d'amore-
tra i profumi e l'abbandono.
MI accarezzi i fianchi,
-le tue mani-
oh le tue mani,
parlano sulla pelle
-mentre le mie-
divagano sulle tempie
dei tuoi pensieri.
Mi parli della luna
- che sta a guardare-
lei, pallida intrusa
sul rovesciato cielo
che impera su di noi
dietro palpebre socchiuse
mentre si quieta,
-il mare-

Sei silenzioso

-Sei silenzioso-
adesso che la notte
ruggisce in sogno.
Il tuo respiro
valica quel mare
-che si frappone-
Lo sento caldo
muove le tende
-del mio cielo acceso-
ed intravede
il lento scivolare
sulla coltre.
Dimmi quante stelle
mi stai donando
-adesso-
libere di percorrere
l'universo.
Muovi le labbra perse
sul mio sorriso
mentre mi aspiri l'anima
-che ti ho donato-

Strappi di vissuto

Intenta io,
a ricucire strappi di vissuto
l'intorno si confonde
e fonde i tuoi profumi,
-rimasti su di me-
d'allora in poi.
Mi perdo ancora,
nell'immediato mio presente
-colato a picco-
mentre nuotava ignaro
sui mulinelli di un grande mare.
Dietro di me
tante parole
-in fila indiana-
che abbiamo pronunciato vere
quando i tramonti
-ci parlavano d'amore-
e le mie sere,
assomigliavano alle tue.
Intenta io,
a districare  fili di memorie
per ritrovare intatte
-le rime di una vita-
 

Con estrema cura

Avrò estrema cura,
dei tuoi intimi pensieri
che terrò nel posto più caldo,
del mio inevitabile tramonto.
Se tu fossi qui, ora,
a calpestare questa sabbia umida
senza che la luce ti veda,
sentirei i tuoi passi sopra l'anima
e senza che tu dica nulla
sarà la marea del tuo profilo,
ad annegarmi.
Avrò mani di seta
per non farti male dentro,
quando sui fili dell'infinito
appenderò ad asciugare
una malinconia senza fine.
Ci sarà anche il vento,
annoderà lembi di pensieri
sopra un mare in burrasca
dove nemmeno i gabbiani
troveranno spazio.
Forse il tempo
traccerà un prato verde
solo per noi,
ai piedi di un amore senza casa
dove i tigli saranno ombre di rifugio
e moriranno un pò.
Neanche la luna osa stasera,
ci sono brandelli di nubi, sospese,
coltri d'ovatta sull'alcova del cielo
per ammansire nostalgie canaglie
e per annerire i lampioni dei sogni.
È cosi immenso l'oceano
tra te e la mia vita
... ma se avessi le ali.

Vorrei sentirmi dire

Vorrei sentirmi dire...
nelle sere agitate dal vento
nel calare lento
di un tramonto rosso,
quando la luna di nessuno
intrappola la luce.
Quando nei vicoli assonnati
di un paese arroccato
le tende dietro ai vetri
si raccontano silenzi.
Vorrei sentirmi dire...
sulla porta della notte,
dischiusa per far entrare un sogno
tra i fantasmi che sussurrano ricordi
mentre desolate spiagge,
accolgono lo sfiorar delle onde.
Vorrei sentirmi dire...
che le scogliere bianche
attendono l'oceano
nell'abbraccio e nell'abbandono
quando su fili di nubi
voleremo insieme
nel ricordo delle nostre primavere.
Vorrei sentirmi dire.....

Questa notte

-Questa notte-
la bonaccia sarà sul cigolio di un sogno .
L'alta marea avrà il tuo nome
e mi coprirà d’immenso,
sciogliendo ogni nodo di vento
per farmi volare ancora .
Stanotte stringerò lembi di essenze
quelli distesi nel nulla,
come miraggi di insenature.
-saprò che un refolo caldo sarà la tua emozione-
Mi alitano accanto i tuoi giorni,
con memorie di pensieri muti
-ed io-
come farfalla sulla foglia,
aspetto che la primavera passi in fretta.
Mi dolgono le ali certe volte,
dai lunghi voli sulla fantasia
fatti di pioggia,grandine e di niente.
Perforo l’orizzonte ogni mattina,
bruciando tra i colori dell’arcobaleno
e bevo lunghi sorsi di passione
-per tacitare la mia sete-

 

Il dolore dell'assenza

Era dolce il dolore dell'assenza
-prima-
ti sentivo tra i coralli
-nei fondali-
Mi tingevi di quel rosa dei tramonti
quando investe l'orizzonte
-e si fa sera-
Mi nuotavi tra i capelli
-anche di notte-
dentro ai sogni
che filtravano tra gli spazi.
Sulle palbebre che tremavano di pace
io amavo nel sentirti sulla luna.
La mia Musa ti cullava tra le braccia
indicandoti la via del ritorno
se perdevi la mia luce tra le stelle
più preziose di me,
-che ero al buio-

Frullo di gabbiano

Sottile,
 come  filo di riverbero
il silenzio  sussurra dietro un'ala.
Muove i cirri
 sul pianale d'infinito,
si corica , distende il suo ghermire.
 Percepisco il  frullo di  gabbiano
-solitario-
sullo scoglio che riposa
mentre l'onda indiscreta sopra il mare
fende l'occhio,
ed è come morire.
Si rincorrono i nembi all'orizzonte
descrivendo colline di corallo
sul tramonto quando piega il pomeriggio
e le ombre disegnano poi la notte.
La salsedine imbianca la mia pelle
imperla i relitti tra i capelli
con la luna che si immerge dentro l'acqua,
ondulata sorridente eterna Musa.

Un giardino d'inverno,una serra di vetro,una farfalla.

Il giardiniere dice che avrò fiori stupendi su cui posarmi a primavera. Dice anche che il tiglio è un bellissimo albero; avrò tanta ombra la prossima estate,quando le api sembreranno dervisci impazziti.
E’ iniziato a nevicare nel frattempo, le stagioni sembrano così lontane tra loro!
Dai vetri, gli scheletri degli alberi potati di recente imbiancano velocemente,come velocemente scende la sera. Il profilo di un pettirosso ingentilisce le scarne appendici di una pianta,mentre lui becca la gelida aria che lo circonda.
I lampioni tagliano a metà i fiocchi ancora incerti che si sciolgono , altri che toccano terra.
L’asfalto rispecchia il grigiore plumbeo di un cielo cieco, quasi ferroso.
Mi sento chiusa dentro.
Respiro profondamente il calore della stanza, senza però provare il piacere di essere a casa.
Resto attaccata ai vetri, penso che il tramonto nel frattempo stia facendo il solito arpeggio sotto la coltre ormai diventata compatta di nubi rigonfie, quasi minacciose.
Ti sento mentre annuso l'essenza di gelsomino che si diffonde come per magia, sui perimetri trasparenti delle pareti.
Mi siedo sui gradini di un’idea, accanto a te dove la neve non c’è mai.
Sorrido, ti piacerebbe assaggiarne il sapore; sa di purezza, di acqua limpida e incontaminata. Ti somiglia.
Lo facevo sempre quando nel mio bozzolo chiudevo gli occhi e alzavo la testa verso il cielo .
Assaggiavo i candidi fiocchi posati sul palato con un senso di inspiegabile piacere,come le tue labbra,quando mi dicevano che sapevo di fragola.
Mentre le volute di caldo si intrecciano,la mia immagine riflessa sembra guardarmi e dirmi che non sono sola.

Ti penso.

Ci colse

Ci colse il battito di una goccia
scivolata lenta,
sulle orbite addormentate della notte.
Nell’ora senza tempo di un rimpianto Leggi tutto »

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