blog di voceperduta

 

 

In un palmo la seta affiorò,

come guizzo di tela ammainata.

Solcavi gli spettri che impedivano

 

Mi chiedo se il pallido chiarore

rinunci per sempre al fregiato

colore.

 

 

 

Transito, pietra su pietra, nei ghetti

che la memoria non sa tacere.

Ristoro di passi allentati, fra gli

 

 

 

Sono annoiato. Ho ripreso a balbettare poco prima di scendere.
“ Se-se non…to-torno..non ti-ti pre…occupare.”

 

Di tornanti bui, ne danzeranno

tanti. Le ombre stilizzate, più

simili a dei sassi, saranno la

 

« Io non ti capisco...ma perché non dirlo almeno a noi del rione?»

 

 

Tana, ti chiamavano per mala

creanza, Tana.

Fronte segnata da cattolici crismi,

 

Vorrei che la lentezza smisurata

di quei giorni, si raccogliesse in

un rumore di panni stesi a mano.

 

Era partita senza dare mistero.

La sera prima, un'altra sterile lite con la compagna di casa.