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blog di Franco Pucci

Temporale.

Oggi vorrei fermare le idee, i pensieri
che come cumulonembi si addensano
e si rincorrono impetuosi nell’anima.

Tira aria di temporale nel grigiopiombo.

Ho spento il sorriso da occhiali da sole,
non ho più bisogno di mistificazioni,
tanto nessuno leggerà nei miei occhi.

C’è  già abbastanza ombra dentro di me.

(I’m feeling so sad, but I don’t know why)
 

Come una farfalla zoppa.

una farfalla zoppa a cui manca un’ala
non può volare e si sente sola
nel giardino fiorito profumi inebrianti
come richiami irresistibili tormentano
il suo zoppicare stanco sullo stelo
e lentamente sparisce dal suo sogno
la primavera

come il tuo amore azzoppato
non può camminare su una gamba sola
necessita la stampella del mio cuore
così consumiamo un amore saltellante
che non rispetta stagioni
e negli alti e bassi uccide le ragioni
tra le spine
 

Il venditore di aquiloni.

la mano riparava dalla luce del sole
le sue creature facevan capriole

vendeva libertà a chi ci credeva
ai cuori bambini, a chi sorrideva

a chi al suo cuore non comandava
e come aquilone in cielo volava

da tempo ormai è ricordo lontano
i fili ha lasciato la sua stanca mano

ha messo le ali e ripreso il volo
coi suoi aquiloni volteggia nel cielo

(dedicata a Gil)

Una brezza, un refolo.

Una brezza, un lieve refolo sta spazzando,
con la veemenza di una bora, il mio cervello.
La testa è vuota, sibili echeggiano nella scatola
priva oramai di pensieri e scevra delle voglie.

L’apatia si sta trasformando giorno dopo giorno
in un comodo, dolce rifugio su cui accoccolarsi.
Come sempre questo è il momento più adatto
per regolare a quattr’occhi i conti con l’anima.

Tornerò, e il vento avrà il ritmo del mio respiro.
 

Appeso ad una nuvola.

l’immagine impressa nella mente lacerata
percorsa da lampi, spogliata da ogni orpello, nuda
si raffigura ogni volta che credi di aver vinto la partita
contro quel figlio di puttana che ti attende sornione, il tempo
è così che l’inganno si disvela, lottando contro i mulini a vento
senza la corazza della finzione la tua anima si presenta inerme
il cuore non regge all’agone e cerchi scampo nella poesia
 la ragione ti cerca e trova di te solo l’immagine
mentre sei lassù, appeso ad una nuvola
 

Uscita di Sicurezza.

Strada lercia, sporcizia in ogni dove.
Cassonetti che promettono
miagolanti raduni di gatti randagi.

La luce fioca di una lampadina traballante
illumina la scena sul retro del teatro.
Una porta indica: Uscita di Sicurezza.

Di là dal ferro lo spettacolo continua,
reciti tranquillamente sul palco della vita.
Istrionicamente, da autentico guitto.

Lo spettacolo è finito.
Ritorni nel tuo mondo.
Che importa se sarà un flop.

Uscita di Sicurezza.
C’è sempre un’uscita di sicurezza.
Fino a quando?

 

Ti ricordi di me?

Ti ricordi di me?
Un viso , una voce…gli occhi!
Gli occhi, lo sguardo, le intenzioni espressive
disegnano dentro di me un profilo.
Colori, suoni, pezzetti di immagine
dapprima lentamente
poi sempre più velocemente
si compongono fino a formare
una immagine completa.
Giovane amore tradito sul nascere.
Dolore che riemerge prepotente.
...certo che ricordo e vorrei non ricordarti...
Dio quanti anni!
Ti ricordi di me?
No.

 

Cuore aquilone

Come in un puzzle.

il cristallo sfaccettato dei tuoi occhi
rimanda immagini spezzettate Leggi tutto »

La luce spenta di un piccolo diamante.

Non sapevo che il nero profondo del buio potesse accecare come un lampo improvviso nella notte. Eppure brancolo nel buio accecante del profondo dell’anima sperando di ritrovare il filo rosso che mi riporti alla luce naturale, allo splendore del rosso acceso del mio cuore. Sprofondato nel nero assoluto anelo la gioia dei colori della poesia. Piccolo, iridescente diamante sfaccettato, racchiuso nella mia mano che da tempo ha spento i suoi meravigliosi riflessi. Ti metterò lì, incastonato, vicino al cuore. I suoi battiti ti faranno rivivere, tornerai a regalarmi l’iride dei tuoi colori.

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