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blog di fintipa2

Il verso di gazza al tempo del virtuale

Al verso di gazza non so rispondere, vorrei, non so
ed è questa la maledizione di essere porto\ non nave.
La lusinga si prenderà il costume ad asciugare le brutture,

Quattro passi di reset

i
In altri tempi l’avrei chiamato “risveglio”
ma di poetico non c’è nulla in questo muovere gli occhi tra labbra sconosciute
niente che mi possa alleggerire del caldo bocca, brace d’incoscienza.
Ci abitarono parole e suoni che piacquero in giovinezza,

Mantienimi se ho voglia di salire in un carrello

Hai ragione tu, quando mi tiri per una mano, mi rimbocchi la pelle addosso.
Che ci sto a fare tra le rondini, non s’è mai visto un martello volare
-Chi se ne importa se non è magica l’immagine, la meno dolorosa che m’è venuta in mente-.

 

In flatulenti piaceri

Ci sarà pure un budello in culo a questo belzebù che chiamano p…o…e…s…i…a
O le notti rimarranno immerse in pus di godimenti e frasi tremanti.

 

Particolare di un estate torri\da

Sembrano abbattute tutte le creature
tirano fuori l’ombra ma non per riposare
 
Gli pesa dentro anche l’ esternare,
dirsi in uno sguardo il caldo che rovina
 
se c’era un seme nessuno sa la sorte,

Strana preghiera per Therese

Porto sempre Baudelaire con me
perché l’amai e amo ancora...
 
Nelle notti estive al vapore di una stanza
m’immaginavo Paris e l’assenzio e le puttane
nel dolceamaro dello spirito perduto
a misurarsi il male e trascinarlo fino in cielo

Nel giardino delle baccanti

Sembrano ulivi dal triste portamento,- l’ argento me lo fa pensare-,
ma se li guardo non mi viene pace, estraneo tutto, persino lo stormire.
 

Sento gracchiare, una farfalla imbraccia il suo fucile
una maledizione di certo la condanna, un virus la perverte nella mente

Lampioni dell'indifferenza

Cosa vuoi che veda in ciascuno dei lampioni,
se sbriciola (luci) nel porto e mantiene il pelo indifferente.
 
Come posso ascoltare la nostra epica farsi cosa.
 
Si, l’ansia in un giro di cucchiaio,
l’ossido che provvede alla vecchiaia,

Dentro un uliveto

Ti dirò quali sono le chiavi d’accesso
ai segreti di un tronco d’ulivo
che muta
la strada di luce in ritorno
e si scopre sul fianco profondo
 

Quel cuore che pulsa
e si stende nell’ombra
ora batte una voce in segreto

Al mercato delle pulci

Un vento primitivo, sgonfia la mia anima.
Non sento che pochi strepiti di questo Dio morente,
forse una farfalla sotto al bicchiere.
 

Eppure significò la mia esistenza
e per stagioni intere fu chiaro rapporto di dovere
l’ossequienza a regole d’amore.
 

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