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blog di Bruno Amore

Le ninfe

Torneranno le Oreadi Ninfe
a danzare cantare l'amore e il piacere
dopo che l'abbiamo offese, spiandole indiscreti
volendo rubar loro la forza naturale universale
soggiacendola alle meschine voglie degli umani
nei boschi che son ora di  cristallo e cemento
nei laghi da chiuse mostruosamente grandi

Bentornata...Poesia

Mi sei certo stata dentro
sin dal principio,  dalla nascita
affacciandoti lieve, ora nell'infanzia
poi nella giovinezza e via
finché fui solo a lungo, quando
le scelte di vita furono obbligate.
Carezzavi il mio cuore, però
di tanto in tanto, ispirandomi
dolcezze e pensieri sublimi.

Onorevoli Deplorevoli


Volano stracci di parole
tra gli ambiti scranni
apostrofi triviali
motti salaci metafore mordaci
e gesti sbracciati, pugni mimati.
Ma quando batte cheta
l'ora del desco
esplode il silenzio, fa vela il sorriso
s'acquieta si avvia all'uscita
anche il più manesco.

Non ammazzare...ancora

Forse cento o più a Pontelandolfo
quattro volte cento a Stazzema
furono travolti dalla furia omicida
vestita di un'assurda vendetta
che non fu mai legittima.
Pagarono inermi trafitti dal ferro
innocenti trapassati dal piombo
disperse le tracce da pire selvagge.
Da mani contratte per rinforzar la rabbia

"Il cretto di Burri"

 

 

Ci sarà un nuovo Burri in questa culla d'arte

cui affidare un'opera di perenne memoria

d'una grande perdita come già in Gibellina

Italia...amore mio

Sempre spoglio d'una terra
veramente mia
nella quale affondare il calcagno
prenderne forza e lasciarvi traccia
peregrino per fato e urgenza
ho scorso dalle Madonie alle Alpi
questo paese che mi piace dire Nostro.
Ed ogni volta dovendo voltar le spalle
una manciata di quell'humus

Il convegno amoroso


Quando il frinire monocorde si spegne
pe'l tuffarsi del meriggio nella sera e
la brezza spinge l'afa via dalle caviglie
vengono pensieri freschi a profumare
le lenzuola di bucato che ho disteso
per quel convegno che ho tanto atteso.
Ogni palpito scandisce con un respiro

Avviso ai naviganti

Arrivano sempre dal mare.
Nidi aviti squassati da tempeste di guerra
lasciano svuotati misere schiere
e migrano a piedi scalzi attraverso deserti
allo scalo d'un venale probabile Caronte
che li traghetta per l'ignoto ammiccante di luci.
Un pianeta della fortuna estratto a caso
da tenere stretto fino all'approdo

Velocemente...amore.


E' appena l'alba
sollevi la bocca da me
dal succoso pasto della notte
e ti specchi come leccassi le dita
a gustare l'ultimo sapore.
Guardi la luce che invade i tetti
muovendoti noiosamente
stiri le belle braccia
passi le mani qua e là
detergi le parti ancora bagnate

La mia vita.


M'aveva dato i suoi sandali di cuoio
quelli con cui aveva camminato
e per viatico due o tre cose scarne
da imparare a memoria ma
furono subito troppo pesanti
e rudi i lacci alle mie gracili caviglie.
A nulla valsero i balsami d'affetto
i lavacri perfino di pianto
con i quali lei tentava di alleviare

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