Scritto da © Bruno Amore - Lun, 08/08/2011 - 16:41
Sempre spoglio d'una terra
veramente mia
nella quale affondare il calcagno
prenderne forza e lasciarvi traccia
peregrino per fato e urgenza
ho scorso dalle Madonie alle Alpi
questo paese che mi piace dire Nostro.
Ed ogni volta dovendo voltar le spalle
una manciata di quell'humus
portavo nella tasca dei ricordi
seppure lo stesso era il cielo
medesimo il mare ma sempre diversi
e fantasmagorici i suoni, le parole.
Mai un idioma, ahimè! mi segnò tanto
da lasciare un solco profondo
eppure sanguigni lemmi ed espressioni
mi scaldano sempre il cuore
quando sento alcuno proferire un dialetto.
E mi è sempre parsa una forza
questa eterogeneità, sicché ero felice
d'ogni nuovo vezzoso motto
e ogni uso e costume singolare
solo in apparenza tanto diverso.
Pietre brillanti per arricchire ancora
il tuo fantastico diadema, Madre
che nel mare bagni i fianchi, le caviglie, i piedi
il capo vestito di niveo candore e
una cornucopia di prelibatezze
fa da bordone all'Arte che ti copre
come gocce di rugiada tutta quanta.
E mi parrebbe alfine essere un vanto
chiedere a tutti di venirla a condividere
a goderne a bearsi di quella fortuna
che il destino regalandoci uomini prodi
fecero di questa terra un vero eden
e se non può essere di tutti, che paradiso è?
veramente mia
nella quale affondare il calcagno
prenderne forza e lasciarvi traccia
peregrino per fato e urgenza
ho scorso dalle Madonie alle Alpi
questo paese che mi piace dire Nostro.
Ed ogni volta dovendo voltar le spalle
una manciata di quell'humus
portavo nella tasca dei ricordi
seppure lo stesso era il cielo
medesimo il mare ma sempre diversi
e fantasmagorici i suoni, le parole.
Mai un idioma, ahimè! mi segnò tanto
da lasciare un solco profondo
eppure sanguigni lemmi ed espressioni
mi scaldano sempre il cuore
quando sento alcuno proferire un dialetto.
E mi è sempre parsa una forza
questa eterogeneità, sicché ero felice
d'ogni nuovo vezzoso motto
e ogni uso e costume singolare
solo in apparenza tanto diverso.
Pietre brillanti per arricchire ancora
il tuo fantastico diadema, Madre
che nel mare bagni i fianchi, le caviglie, i piedi
il capo vestito di niveo candore e
una cornucopia di prelibatezze
fa da bordone all'Arte che ti copre
come gocce di rugiada tutta quanta.
E mi parrebbe alfine essere un vanto
chiedere a tutti di venirla a condividere
a goderne a bearsi di quella fortuna
che il destino regalandoci uomini prodi
fecero di questa terra un vero eden
e se non può essere di tutti, che paradiso è?
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