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Sempre ti amo

 
I mie occhi non hanno visione
se non del tuo volto
nulla mi distoglie dallo sguardo
nulla mi ferma dal condurlo nella mia solitudine.
Tu non hai più il tepore della mia carezza
come quando dormivo sul tuo seno,
il gioioso passo di corsa verso il giardino di rose
o verso l’unica casa dipinta di oro
quando portavo la tua mano nella mia.
Adesso tutto è intenso nel solo ricordo,
il pensiero è nell’unica speranza
d’incontrarti ancora.
Muoio se non credessi d’amarti anche nel sogno,
vado in cielo sollevando con questi miei occhi
la sola immagine del tuo splendido corpo.
Immobile e vera è l’idea di come ti conosco,
di come ti prendo e di come nel cuore ti porto.
Non sentire solo il suono della mia voce,
ascolta la pacata dolce musica dell’anima,
non lasciala fuori dalla dimora per l’infausto evento
portala sulla via dell’invisibile che porta alla tua vita.
Per dono divino io ti confido d’amarti in eterno.

anche un bacio

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Angeli persi in desideri sbagliati.

Anche un bacio
è un umano accendersi di stelle.

Non so più qual è cielo
dov'è terra.

Baci...
null'altro.

Orofiorentino 

Il piangente

grondano al salice le foglie
dalla rotondità dei rami
e la brina o la pioggia scivola
come lacrime sulle guance.

Per Leonardo (oh, la civetta quel giorno!)

Cronaca di un viaggio - parte quarta

Si viaggiava verso casa di Xiomara e iniziavo a vedere quel mondo notturno.
Il presepe attorno a Caracas, le mille luci della collina, ma non c’erano pastori ma gli emarginati del Venezuela ed erano tanti, ma tanti.
Luci a perdere ovunque nelle colline.
Zio Carmine e Mario a spiegarmi che quelli erano Ranchos , il termine è simpatico ricorda un film western, la realtà però è che non è consigliabile affatto anche solo fermarsi vicino a quelle casette basse, a volte di lamiera, no non si vive bene in quei posti e quando vivi nella spazzatura ti abbrutisci.
Poi zio ha iniziato a tessere le lodi di Silvio Berlusconi ed è forse il caso che evito di dire quello che penso di Silvio e delle cose “buone” che ha fatto.
Il traffico è sempre il traffico, per un attimo mi chiedo se adottino la guida a sinistra come in Inghilterra poi capisco che non sono sul grande raccordo anulare ma poco ci manca.
Accidenti Stalin senza baffi.
Si è Stalin, ma non era morto? Ovunque le immagini di un Chavez sorridente che parla al popolo, i dittatori tendono al sorriso sempre, ora non dite che sto usando della sottile ironia, non sono il tipo.
Che Chavez governi il Venezuela ti viene subito agli occhi, così come non puoi non notare ovunque l’esercito e non la polizia, si vede che il ministro La Russa è venuto prima in vacanza da queste parti. Leggi tutto »

Cose Così [tralci]

Adorarti attraversarti

amarti

è vivere
in fiumi di tenerezze
dove annegano mani

sprofondi affondi intero
la pelle a bersi

tralci

aggrovigliati sparsi
liquefatti

i tuffi dentro
uno ad uno

accanto ai soffi, i baci
... oh i baci!
morsi di mela

  Leggi tutto »

D'ologramma partente

Arrivammo a quel dì
così
senza un impatto proprio
non avvertendo altro che un cielo rosso pervinca
in capo
nell’albore della sera che precedette il canto
 
C’erano stati latridi ad accompagnarci
compagni inascoltati, oh c’erano
ancora ci leccavano
le ferite infette
 
Noi inconsci, abbracciati e soli
avevamo pianto tonnellate di follia,
usurati tutti i doni, e bruciati i fuochi nella cabala,
cercato nelle nova un segno di rammoramento
 
I coscienti a mostrarci le piantine
a urlarci sulla faccia
inutili
da oblò muti, d’ologramma partente,
dinosauri
 

di Odo Tinteri

Come un tassì occupato

Lirica di Vittorio Fioravanti

Sole che morde l'umida rena
tremule bianche figure di vele
sull'orizzonte marino
l'aria vi sa di salmastro

Passi che sei
striscia d'un ventre rosato
due nude cosce convergenti
bruciando d'urgenti voglie
quest'uomo che guarda

E' un tuo insinuarsi
di fremiti ramificati
ben oltre le vene mosce
fra dita e mani assetate
d'ansia e turgore

Lingue vibranti
come tenere foglie
d'un assurdo germoglio
su un tronco mozzato
senza più rami in cielo
a cercarvi le amanti

Netta è la scorza ceduta
nel vento spinto dal tempo
che non conosce
sentimento alcuno
e in fretta ti scorre davanti
come un tassì occupato

Morrocoy, novembre 2009

L’Uomo in blu / 3

Prima di rientrare nello scompartimento - seguendo istruzioni - tolse la suoneria, cambiandola con un impulso elettronico, nascose il cellulare nella tasca interna della giacca, e da un’altra ne tirò fuori un secondo, che accese. Penetrò quindi nello scompartimento facendo finta di concludere una presunta conversazione con una persona. Appena dentro però l’uomo in grigio incontrò il sorriso sfacciato dell’uomo in blu, quello del signor Garibaldi.

- Perdoni la mia sfacciataggine, signor Rossi. Sarebbe così gentile da permettermi di fare una breve telefonata a quelli dell’Inter, per chiarire i dettagli del nostro arrivo alla stazione centrale di Milano, dove dovremmo incontrarci? ...sono naturalmente disposto a cancellare l’importo, sa? ...nada de gratis! ...niente gratis, per favore!

Dovette cedere. Per non creare incertezze. Del resto tutto questo sarebbe servito a nascondere la presenza nelle sue tasche della connessione segreta.

- Non so come ringraziarla, sa?
...confessò con una nota melodrammatica nella voce l’uomo in blu, prendendo il cellulare che l’altro gli offriva già riacceso. E in mano aveva già pronto il foglietto col numero da comporre.

- Hallo? ...mi passa per favore il direttore, il signor Olzi? ...grazie!

Durò più d’un paio di minuti l’attesa in linea. Sbuffò, lanciò sorrisetti in cerca di commiserazione, scambiò qualche frase in castigliano col figlio e finalmente riuscì a comunicarsi con l’amico. Pendevano tutti dalle sue parole: l’uomo in grigio, quello in nero e naturalmente suo figlio, che aveva ancora in mano la rivista con le pagine aperte sulle fotografie di Moratti, Mancini, Materazzi, Martins, Mihajlovic... Leggi tutto »

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