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Ho un cuore femmina.

 
M'è diventato femmina
il cuore che mi batte in petto
s'apre freme ad ogni alito di vita nuova
e sente profumi lievi d'amore
accelera su un'alba o un tramonto
langue al pianto d'un neonato
al lagno d'un vecchio solo
s'allarga ad ogni sorriso
e carezza che mi sfiora
gongola se le attenzioni
di lei dritte lievi sorprendono
la mia fantasia o il sogno
sento che se lo tradissi ora
s'ucciderebbe.
 

Frullo d’amore in amore.

 
 
Così tornando, tenera, eccoti
 
contenuto clamore che ogni stretta sera
sali all’ampia notte di gennaio
l’epica delle lunghe pose
coi corvi delle chiome a recitarsi bagliori rauchi di luce
quel cra cra che fanno nelle mani. Le malelingue della menzogna mute, i sapori
coacervi e le ali ripiegate sui tremori delle tempie
perché potessimo dirci: sappiatelo
non ci sono scritte nelle stadere di dio
che tormentino la differenza tra il peccato e
il suo piacere
come tra ceneri e il fuoco
che ci avvampa.
 
Così andremo, con gli altri, spenti.

Via Madre di Dio

Abitavo in via Fieschi lì al sesto piano.
Tra Ponticello e via Madre di Dio
col suo lavatoio la casa di Paganini e i fabbri.
 
All’aperto, un po’ più distanti, sotto le mura
c’erano loro
a torso nudo falda di cuoio martello in mano.
Battevano il tempo su ferri roventi.
 
Non ho mai fatto una foto...
peccato.
Oggi non c’è nulla di allora.
Oppure poco.
Ci fu un maglio al lavoro, lento.
Prima sul tetto poi giù di colpo sul pavimento.
Dal piano alto trascinava giù i piani sotto
e l’atto finale restava la polvere, smorzata appena
da un getto d’acqua.
 
Qualche foto l’avevo.
Ormai però
non so più dove sono.
Peccato... che spesso ne piango. 
 
Ma i ricordi sono tutti qui con me
stretti a me, tra i gesti miei, nel mio parlare
nel quotidiano mio ricordare.
 
Infatti di sera, che del suo buio a volte abuso,
io mi ritrovo a cercar dettagli
su quel suo vicolo o su quei visi
o sulla scala che io scendevo
o sullo scorcio dietro la piazza.
 
Ma i dettagli di allora ormai
se non li ho persi del tutto
li sto perdendo nel tempo...

Tornare è come entrare

 
Custode dei primi voli incerti
e dei sogni bambini
è quel luogo amato
scrigno dove un pezzo del mio cuore s’è imbrigliato.
 
Ogni qualvolta torno
tra quelle vie di vento e mare
che solo i miei balocchi hanno lambito
percorsi scartati e nuove orme incontro.
 
Tornare è come entrare
nel giardino delle opportunità perdute
luoghi dove convergono
strade recise e poi dimenticate.
 
Raccolgo palpiti dietro le porte chiuse
sentieri ormai smarriti
anime di polvere nella mente
che di sorriso socializzano col presente.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009   
 
 

Cose Così [ieri&oggi]

Così, pensavo oggi
facendo finta di niente
chissà se stavi bene, ieri
così, tra le mie braccia

Così, pensavo ieri
che era ormai domani,
chissà se stavi bene, oggi
così, tra le sue braccia

 

Manuela

Ti Aspetto

 
Ti aspetto…
Sono qui…
Mio sogno…
Che Riscaldi come i raggi del sole
Le mie giornate…
illumini di stelle
Le mie notti…
Fai vibrare le corde del mio cuore.
Riscaldandomi dal freddo che gela
La mia anima…
Ti voglio...
Sono qui…
Mio sogno...
vieni a illuminare questa notte d'oscurità
e a regalarmi istanti  d’amore…
                                             Yasmine73

Biondo miraggio (A Silvya)

 
Della bianca luna sei il miraggio,
Sei acqua che placa la sete…
Sei pallone che buca la rete…
O biondo fiore d’un campo di maggio.
 
Tu, dolcezza e dolce leccornia,
Tra i tuoi sorrisi soffiati,
I miei occhi emozionati
Traesti dalla malinconia.
 
E, come il sogno di un sogno che và,
Sfumasti in una nuvola d’oro
Che s’infuse della tua preziosità.
 
E di quei ricci che s’incantano tra loro,
Io canterò la mirabile elicità
Mentre gli angeli inneggiano in coro.
 

Solo la luna

Una luna invadente
mi spia dietro i vetri
coglie i miei sogni
ogni mio desiderio
e le mie voglie segrete.
Si insinua tra le lenzuola
mi avvolge tutta
mi fa compagnia
col suo chiarore
ma è gelida distante
indifferente al dolore
e alla mia solitudine.
Oggi mi resta solo lei
e la tengo con me.

Limpido oggi

Forse mi bistratterete
forse ci salveranno
forse, chissà
i virulenti paradossi
forse nel male ci sta il bene
ed io me ne sto seduto in un infinitesimo di nuvola
io, come te
con le gambe penzoloni alla finestra
in attesa di quanto non avviene
che veda, con orbite ogni volta nuove
nei virtuali motori di ricerca
 

Musicandante

Arpeggio
tra seni tuoi sodi

Accordo
il mio corpo al tuo sguardo

Vibran
queste erotiche note

In un crescendo
di musica andante

 

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